martedì 28 maggio 2013

Brevetto di Strana

Sabato le mie figlie prenderanno i brevetti di nuoto, una per la "vasca piccola" e l'altra, orgogliosamente per la "vasca grande".
A me, ne sono certa, consegneranno il brevetto di mamma peggiore della piscina.
A casa nostra, in piscina si va il sabato mattina. Prima lezione in vasca piccola dalle 11.15 alle 11.50, altra lezione in vasca grande dalle 11.30 alle 12.30. Dico solo che per scrivere gli orari ho dovuto consultare i tesserini perché non li ricordo mai con esattezza e vado avanti così da Settembre 2012.
Ovviamente il mio sabato inizia molto prima, perché si sa, il sabato c'è il bucato da fare, le lenzuola da cambiare, il pranzo da preparare e tante altre cose entusiasmanti di noi dive e mamme...
Per questa ragione, intorno alle 10...facciamo 10.30 va', inesorabilmente io realizzo che stiamo facendo tardi.
Così mi precipito a prendere le borse (che fortunatamente lascio già pronte dalla domenica precedente) urlo, strepito, bisticcio con mio marito, lancio oggetti (leggeri, tipo costumi da bagno) e dopo aver indossato la prima cosa che trovo(che può andare dal vestito indossato ad una cerimonia alla tuta che uso solo per casa perché è bucata sul ginocchio) esco di casa regolarmente pronunciando questo discorso:"io non ne posso più, non è possibile che sia tutto sulle mie spalle! Non si può fare questa vita! È sabato anche per me, sapete?! E invece sono qui, con la tuta rotta e i mocassini, struccata e spettinata, e ho lasciato anche il bucato nell'asciugatrice così quando torneremo a casa troverò i panni così stropicciati che sembreranno appena usciti dal didietro di un cane...ah ma io non stiro niente eh?! Scordatevelo!"
L'intero tragitto in macchina si svolge in un'atmosfera di tensione insopportabile. Io sono scontrosa, mio marito di cattivo umore, almeno una delle figlie a turno protesta perché avrebbe preferito rimanere a casa a giocare a "maestre dell'asilo" e sopra la macchina si piazza un'antipatica nuvola nera dalla quale escono saette come nei cartoni animati.
Anche una volta arrivati nel parcheggio, la scena si ripete settimanalmente pressoché identica:
L'automobile inchioda di fronte all'ingresso, scendo io urlando alle mie figlie di sbrigarsi a sganciare le cinture. Nel frattempo prelevo le borse dal portabagagli, lo faccio con stizza e di fretta, così regolarmente faccio cadere una delle mille buste che incredibilmente si trovano lì da circa due settimane, tipo la busta della carta da riciclare che mi riprometto sempre di buttare nel contenitore della raccolta differenziata ma che, dato che non puzza, regolarmente dimentico.
A quel punto, tiro giù qualche imprecazione pesante, così mio marito scende dalla macchina scocciato, non fa commenti sull'accaduto perché il suo istinto di sopravvivenza gli suggerisce di evitarlo e mi dice di andare che intanto lui raccatta tutto e parcheggia.
Io a quel punto afferro i borsoni ed entrambe le figlie per mano (la Dea Kali era una mamma in ritardo) e trascino tutto verso la porta di ingresso.
Entro aprendo la porta con un calcio e urlando: "PERFAVOREMIPUÒAPRIREILTORNELLOCHEHODIMENTICATOITESSERINIGRAZIEEEEE"
La donna alla reception già lo sa, il gomito appoggiato sul bancone, il viso appoggiato sulla mano, non mi rivolge nemmeno uno sguardo e con aria annoiata preme il pulsante per sbloccare il tornello.
Intimo alle mie figlie di passare sotto i braccetti del tornello, altrimenti la povera receptionist dovrebbe sbloccarlo tre volte, e io passo facendo girare i braccetti. Regolarmente però, la cinta della borsa si incastra in uno dei bracci e io vengo trascinata indietro. Impreco dentro di me perché mi vergogno di farlo ad alta voce, dato che tutti i presenti mi stanno fissando chi con disprezzo, chi con compassione. Mi sgancio dall'incastro micidiale e ricomincia la corsa, prima per le scale dove io pretendo di portare le mie figlie per mano entrambe, occupando l'intera scalinata ed impedendo a chiunque di salire o scendere, poi lungo il corridoio, che percorro urlando:"l'ultima porta a destra!" Perché le mie figlie regolarmente imboccano la porta dello spogliatoio sbagliato.
Entriamo nello "spogliatoio bambina" e li si verifica uno strano fenomeno fisico per cui fra noi e le altre persone c'è una netta differenza di velocità. Non ho ancora capito se gli altri vanno a rallentatore o se siamo noi ad essere accelerate.
Alla velocità ridotta si svolge questa scena: nello spogliatoio si ode una rilassante musica che attraverso gli altoparlanti della filodiffusione, infonde calma e buonumore, le compagne di vasca della mia figlia maggiore sono tutte pronte e stanno prendendo la porta per andare a fare il riscaldamento, le compagne di vasca della figlia minore non ci sono perché sono già in acqua. Altre bambine si stanno asciugando i capelli aiutate da mamme calme e anche un po' annoiate con acconciature fatte da poco dal parrucchiere. 
Alla velocità del suono, si svolge invece quest'altra scena: io e le mie figlie entriamo scontrose e in ansia. Io saluto, quasi mai qualcuno mi risponde, io mi irrito e bofonchio frasi polemiche del tipo:"il buon giorno è un optional" poi spalanco tutti gli armadietti alla ricerca di posti liberi, ne trovo due, Poggio le borse e comincio a tirare fuori il necessario, nel frattempo ho già detto almeno tre volte alle mie figlie di sbrigarsi. Le bambine cominciano a spogliarsi lasciando gli abiti sparsi a caso sulle panche. Io tento in contemporanea di recuperare i vestiti sparsi, di rimetterli al dritto e appenderli negli armadietti e di passare a quelle due povere disgraziate, accappatoi, ciabatte e cuffie.
Poi indosso le mie ciabatte e ricomincia la corsa. A volte mi ricordo di far fare la pipì alla piccola prima di entrare in acqua, altre volte lo dimentico. Le conseguenze sono disastrose in questo secondo caso.
Ci affrettiamo lungo il corridoio che porta alle vasche. Sulle scale si ripete la stessa scena di prima ma questa volta salendo. Arrivata in cima, lancio le mie figlie oltre la vaschetta per lavare i piedi perché l'acqua è gelata e perché mi fa schifo e corriamo verso la vasca piccola.
Lì troviamo le due maestre già intente a destreggiarsi fra gli schizzi e i gridolini dei piccoli apprendisti nuotatori e regolarmente mi trovo a fronteggiare le proteste della mia figlia minore che oppone resistenza ad entrare in acqua.
Cerco di convincerla con le buone, ma finisce sempre che mi tocca prenderla di peso e mollarla in braccio alla maestra dove quella furba resta per la maggior parte della lezione ( e io pago...)
Mio marito si rifiuta di assistere alla scena dello sgancio della piccola in acqua perché non lo sopporta, ma io, forte di un colloquio di un'ora con lo psicologo dell'asilo, mi illudo sia la cosa giusta da fare. Se non facessi così, mi assicura lo psicologo, la bambina ne approfitterebbe e non imparerebbe mai a nuotare.
Naturalmente il tutto si svolge sotto gli sguardi atterriti delle altre mamme, le quali mi rivolgono sorrisi di circostanza ma io lo so che in cuor loro pensano che io sia disastrosa e molesta. E chissenefrega, aggiungo io.
A quel punto arriva l'insegnante della vasca grande che preleva mia figlia perché non si può entrare in acqua senza aver fatto un minimo di riscaldamento. Lo ribadisce sempre fissando me e accusandomi senza dirlo apertamente, di essere la solita ritardataria.
Infilo la cuffia di silicone sulla testa di mia figlia, puntualmente le strappo un centinaio di capelli e lei urla, ma la cuffia di silicone è impermeabile e così nella mia testa malata, mi assicuro che mia figlia non passi un'ora con i capelli bagnati a prendere freddo.
Mio marito prende posto sulle sedie della vasca dei grandi e resta lì, obbligato da me perché non voglio che la bambina si volti e non veda nessuno a guardarla. Io invece mi posiziono sulle panche della vasca dei piccoli. Non rivolgo la parola a nessuno e nessuno la rivolge a me. Tiro fuori il mio enorme libro e mi nascondo dietro di lui. Leggo qualche riga e poi tiro su il naso per guardare quella peste che fa la pigra, mi indigno e giù di nuovo a leggere fino al momento dei tuffi. Mia figlia è la campionessa di tuffi della piscina. Fa certi tuffi a bomba che sembra che abbiano lanciato in acqua una toro di seicento chili per quanti schizzi fa. 
Dopo il maremoto provocato da mia figlia, si riparte. Ciabattine, accappatoio, cinque minuti a fare il tifo per la sorella maggiore a bordo vasca grande e poi via negli spogliatoi.
Nelle docce, una donna molto paziente che calza delle calosce e indossa guanti fino ai gomiti, preleva mia figlia e la lava, me la rende dopo alcuni minuti lavata e strizzata.
Io la recupero e la asciugo. Il tutto naturalmente sempre a grande velocità ed allietata dalle lamentele della piccola che pretende le sue due caramelle gelèes.
Finito con lei, prendo baracche e burattini e trasferisco tutto nell'altro spogliatoio, invio un sms a mio marito con il numero di armadietto dove ho riposto le cose e parto baldanzosa verso il supermercato. Eh sì perché il sabato noi dive e donne facciamo anche la spesa. 
Dunque quando sabato prossimo mi consegneranno questo brevetto di madre peggiore di tutta la storia della piscina, lo mostrerò con orgoglio alla folla, farò le foto di rito e poi vorrei finire in bellezza, magari eseguendo un tuffo a bomba tenendo il naso tappato, vestita di tutto punto con un abito di seta e strass, scarpe con il tacco e la cuffia di silicone in testa, o una cosa così.






16 commenti:

  1. "Uddeaaaa corri corriii corriiii che siamo le prime"
    " Eh si echhessarà mai... !!! Non mi trascinà va piano... spetta il tacco è incastrato"
    " Ma corri corri che postiamo per prime che poi devo fare pipì che per il ridere non reggo più"
    " Ma su... il vestito.. l'acconciatura... spetta non tirare... senti vai tu... io arrivo"

    Nota bene da leggere senza punteggiatura perchè di fretta:



    "Eccomi.. prima sono la primaaaa lalalalalaala... rido ancora sono appena tornata dalla corsa per il calcetto del mio primo figlio tra circa 40 minuti devo scendere di nuovo lui la doccia la fa a casa che c..... e la fa da solo... che c.... due!
    Diciamo che avendo quasi 10 anni sono circa 3 anni che è autonomo però c'è l'altro ma quello tra circa 6 mesi mi torna a casa con la fidanzata e mi chiede la macchina per il sabato sera per come sta accellerato anche lui.
    "oiiiii ma arriviiiii , eddai che altrimenti arriva qualcuno e siamo seconde...."
    " Uddea ...allora devo correre per forza...ufff"


    L'immagine della premiazione è fantastica ed io che sono grezza e mamma di due maschi ( la differenza c'è eccome... ma non nei figli ma nelle stesse madri..io non mi applico... vuoi nuotare ok ti butto nell'acqua del mare e via
    delicata zero.

    " oiiii allora ma vieni o noooooo???"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grande! Sei arrivata prima, non c'è che dire e L'Altra è arrivata seconda...tutta colpa della sua vanità. Non ci sono Santi, per noi mamme è una corsa continua, fisica o mentale che sia. Sono certa che quando ci chiederanno le chiavi della macchina per uscire di sera(le mie sono femmine, sarà peggio di sicuro!!) rimpiangeremo il calcetto, i braccioli, i mocci e i brevetti vari.

      Elimina
  2. " Eccomi... forza vediamo che dobbiamo scrivere?"
    ".............O_= "
    " Ma hai fatto già???"
    " Sono a far pipììììì, già fatto!!
    " A saperlo me ne stavo a fare la manicure uff"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara L'Altra, torna pure a fare la tua manicure e scusaci, a me e alla mia amica Farfalla, si ti abbiamo scomodato...non accadrà più.
      Cara Farfalla falla tutta mi raccomando, lo sappiamo bene noi donne che la ritenzione idrica è la nemica numero uno del nostro fascino.

      Elimina
  3. La descrizione della tua vita da mamma è molto simile alla mia...e quasi certamente anche a quella della Dea Kali...un bacione!!! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La dea Kali è un'amica mia, è lei che mi ha insegnato ad usare al meglio le quattro braccia che una scopre di avere solo dopo aver avuto figli. A proposito, ti saluta.

      Elimina
  4. Ciao cara Guendalina...oggi il computer mi va a cherosene e una lumaca a confronto è schumacher ...
    Il mio commento al tuo racconto di vita è questo: mi hai trasmesso un senso di tenerezza e hai tutta la mia solidarietà. Perchè ridendo e scherzando questa è la nostra vita reale che combattiamo sole ogni giorno nella speranza di dare tutto ai nostri figli e TI RINGRAZIO perchè tu riesci a descrivere con leggerezza le tue avventure quotidiane regalandoci dei momenti di vera ilarità!!
    PS la descrizione di quando ti vesti è troppo forte!Pure io quando devo prepararmi per uscire prendo la prima cosa che mi capita perchè i miei figli in quei 5 minuti riescono a fare un tale casino che io metto il turbo per uscire e poi mi accorgo che magari ho la maglietta al contrario!!Ma non esiste un centro addestramento figli dove ti insegnano i comandi tipo "fermo!" "vestiti!" "lavati" "dormi" no forse questo è addestramento per cani....mah....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se esiste un centro di addestramento così per i figli, io le iscrivo subito tutte e due. Costi quel che costi! Le mie devono essere andate ad un centro un po' farlocco perchè quando dico "ferma!" Capiscono "continua pure comodamente a fare ciò che vuoi, amore" se dico "vestiti" loro intendono"muovendoti a rallentatore, indossa le mutande pulite sopra quelle sporche" se dico "dormi" loro eseguono ma con un'ora o due di differita...non c'è da stupirsi se poi, di tempo per noi ne rimane pochino...grazie infinite per i bellissimi complimenti.

      Elimina
  5. Cara, vieni a dare una sbirciatina da me, C'è un Premio che ti aspetta.
    http://hosemprebisognodellalistadellaspesa.blogspot.it/2013/05/arriva-un-premio-carico-carico-di.html

    RispondiElimina
  6. Ci vorrebbe una settimana di vacanza dopo ogni weekend!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quanto è vero! Atro che riposo, i miei sono sempre tranquilli week end di paura...

      Elimina
  7. Eh eh, mi piacerebbe proprio concoscerti di persona!!
    Però io credevo che con il passare degli anni avrai fatto sempre meno fatica con i figli e invece capisco che c'è sempre da correre, correre e correre...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non se ne esce! Appena mi sembra di aver raggiunto un traguardo, ricomincio da capo! Che stress...alla fine al brevetto non sono stata premiata, ma mi sono devastata di lacrime per la commozione. Ero distrutta, piangevo anche per i figli degli altri!!

      Elimina
  8. E' un articolo toccante... complimenti. Solo una mamma può capire...

    RispondiElimina
  9. Grazie per la comprensione. Sì è vero, solo chi si è fatto le sudate della piscina può capire!

    RispondiElimina

Regalami la tua opinione: