A confronto
Cosa ci faccio qui? Me lo sono domandato con insistenza durante le ultime 24 ore.
Sono un pesce fuor d'acqua, un bracciolo fuor di piscina, una cozza fuor dall'impepata.
Per chiarire il motivo di tanto senso di estraneità, metterò a confronto la tipica famiglia di villeggianti con la famiglia Strana e aggiungerò il finale triste:
Contrariamente a Guendalina e alla sua strana famiglia, in cui tutti indossano abiti gualciti, mal assortiti e infilati controvoglia nelle valige nella notte fra sabato e domenica da una strana madre di famiglia esaurita e nevrotica, il villeggiante tipico di questo villaggio indossa abiti perfetti, stirati e inamidati (ma come fanno?! mica si porteranno il ferro da stiro da casa?!) grandi firme dalla testa ai piedi, "ommini chic e femmene pittate" è il dress code da queste parti.
Le donne sono un trionfo di paiettes e strass dalla mattina alla sera. Sono capaci di indossare costumi da bagno paiettati, copricostume argento e oro, brillanti abitini da passeggio, vestiti da sera pieni zeppi di sbrilluccichini. E gli uomini poi..ah gli uomini sono fantastici...gli uomini sono un Viva Maria di calzoncini in cotone con polo in tinta...di tutte le tinte possibili e immaginabili. Ho visto dal total red con cinta in contrasto color bianco, al total white con tanto di mutanda che faceva capolino sul sedere, al total turchese, che ha vinto il premio speciale del pendant perché si è presentato allo spettacolo serale, in combinato con la moglie, anch'ella interamente turchese, scarpe con zeppa incluse. A completamento di cotanta opera, non sicuro di essere esattamente al centro dell'attenzione, il nostro pluripremiato, ha ben pensato di cadere clamorosamente al centro dell'anfiteatro, stringendo l'iPad tra le mani. Per non distruggere l'iPad, è caduto senza alcun tipo di protezione, procurandosi probabilmente una frattura scomposta della spalla, ma ha continuato a guardare lo spettacolo di cabaret. Da quel momento io lo chiamo "il turchino cadente".
Vi avverto, questa nel villaggio è la settimana della sfiga, e io presto lo scoprirò a mie spese.
Sulle calzature poi, c'è da aprire un capitolo a parte. Noi Strani siamo tutti in ciabatte infradito, di gomma, che alla sera vengono sostituite da sandaletti senza un filo di tacco per le tre femmine di famiglia e scarpe da ginnastica per l'uomo di casa. Il tipico villeggiante indossa sandali di cuoio e Hogan anche per entrare in acqua, le donne non scendono sotto i dieci centimetri di tacco, zeppe e tacchi a stiletto la fanno da padrone, scarpe perfettamente in tinta con abitini da spiaggia succinti che fasciano fisici a volte palestratissimi, altre volte anche no...zeppe davanti e didietro così che signore di tutte le fasce di Età si ritrovano a guadagnare d'emblée almeno venti centimetri che ne fanno delle stanghe incerte sulle gambe che se cadono da lassù, rischiano lesioni irreversibili a caviglie, ginocchia, colonna vertebrale, femore ed osso sacro.
Il villeggiante tipico, si presenta puntualissimo a tutti gli appuntamenti: inizia al mattino presto con il risveglio muscolare, prosegue con acquagym e balli latino americani, poi si spara il gioco aperitivo, il karaoke sotto il sole cocente del mezzogiorno e il gioco caffè. Al pomeriggio partecipa entusiasta al torneo di burraco, di Ping Pong, alla lezione di tiro con l'arco e a quella di gag relax. Dopo cena naturalmente non si perde un minuto dello spettacolo, inclusa la baby dance e il cantautore che precedono la serata e gli scatenati balli di gruppo che seguono.
La famiglia Strana, capeggiata dalla asociale Guendalina, si tiene alla larga da tutti gli animatori, effettua accurati studi con fonometri di precisione per scovare le postazioni dove il frastuono che esce dagli altoparlanti è meno fastidioso, non è minimamente informata del programma del villaggio in quanto nessun componente della bizzarra famiglia presta la minima attenzione agli annunci urlati dal capovillaggio che sottolinea con grida di gioia e atteggiamento festante qualunque iniziativa stia per avere inizio. Noi siamo fuori dal tunnel del divertimento, non frequentiamo le lezioni né le attività ludiche. Tranne mio marito, che pare sia particolarmente attento alle lezioni di una certa Virna, ballerina e campionessa di varie discipline che tortura le povere villeggianti “in salute” con interminabili sedute di glutei. Ora, questa Virna è una stanga alta un metro e ottanta, dalla carnagione scura, due cosce così sode che ci si potrebbero frollare le fettine di carne sopra e due tette taglia quarta che al minimo saltello, sembrano dire a gran voce:”siamo vere...solo figlie di Madre Natura...che non si vede?!” Quindi io mi chiedo se sia l'aspetto di Virna a destare l'interesse di mio marito, oppure, come sostiene lui, è solo che pensa sia arrivato il momento di sostenere i suoi glutei prima che cominci il decadimento...
Tornando allo strano atteggiamento mio e dei miei familiari, l'unica attività svolta da me in questi giorni, è stata godere del percorso benessere offertomi dal direttore, per il resto continuo a domandarmi come diavolo ci sia finita una come me in un villaggio turistico.
Durante i pasti poi, le differenze si accentuano ancora di più. Per noi strani, ogni pasto è un mezzo inferno. Dato che non ci ricordiamo mai tutto insieme, i due adulti sono costretti ad alzarsi da tavola circa trentasette volte a pasto per portare alle minori quello di cui hanno bisogno. E una volta è il tovagliolo, un'altra volta è la forchetta che è caduta, poi c'è l'acqua che però non si può bere subito perché è vicina la punto di congelamento, e poi il pane però poco che altrimenti vi riempite la pancia e non mangiate, insomma un continuo brontolare, sbuffare e minacciare.
Il villeggiante tipico invece è un professionista. Già dalla colazione si pianta un quarto d'ora davanti al tableau dove sono riportati i menù del pranzo e della cena, conosce a memoria pietanze e loro posizioni nei buffet, entra nella sala ristorante con il sorriso sulle labbra, incurante delle temperature polari e dei 25 gradi centigradi di differenza tra esterno ed interno che probabilmente comprometteranno i suoi bronchi per il resto della vita, il villeggiante comincia il suo lauto pasto alle dodici e trenta e finisce circa un'ora dopo...giusto in tempo per il gioco caffè! Riempie il tavolo all'inverosimile di piatti stracolmi di ogni singola pietanza che trova sui buffet, c'è gente che appena arriva si butta al tavolo dei dolci preoccupata di non trovare tutta la scelta una volta che sarà arrivata al dessert, così trascorrono tutto il tempo a fare puzzle con i piatti per far entrare tutto quello che si accaparrano sul loro tavolino.
Bocche fameliche trangugiano ogni tipo di ben di Dio, confidando nella povera Virna che in mezz'ora di acquagym dovrà fare miracoli per far bruciare loro quel surplus di calorie che hanno ingurgitato.
I figli del villeggiante tipico, sono dei veri mostri.
Bambini e adolescenti che urlano, corrono ovunque, si azzuffano, parlano i dialetti più disparati ma tutti farcendo il loro discorsi con parolacce e strafalcioni di ogni sorta, ciabattano trascinando i piedi per tutto il villaggio e sembra sempre che stiamo facendo un favore a qualcuno.
I piccoli sono lasciati allo stato brado, possono fare quello che vogliono, urlare a piacimento a qualunque ora, insozzare ogni singolo angolo in cui stazionano, piangere con le lacrime che schizzano di lato come nei cartoni animati.
Gli adolescenti passano le giornate stravaccati sui divanetti della zona lounge a raccontare storie sconce e a dire parolacce di ogni genere. Giuro, io non sono una bigotta e in quanto a parolacce, quando mi ci metto posso far impallidire uno scaricatore di porto...ma questi esagerano, buon Dio!
Le bambine della strana famiglia, sembrano vivere in un mondo tutto loro. Spesso non si accorgono di stare in mezzo a tanta gente e così saltellano, zigzagano, girano su loro stesse, cantano, parlano da sole, mulinano le braccia, danzano leggiadre seguendo il ritmo di musiche che sentono solo nelle loro testoline e usano un vocabolario ricco di parole che storpiano apposta convinte così di non essere capite dagli altri. Così dicono “Leonato” “cosacenere” “Ventoten” “sigura” e mentre pronunciano queste parole si strizzano l'occhio complici. Le bambine della Strana, amano l'acqua del mare o della piscina. La figlia charmant, ha scoperto le immersioni e così passa intere giornate indossando una maschera rosa, con la testa sotto l'acqua e il sedere che spunta fuori. La figlia polpetta ama fare i bagni attaccata ai due adulti tipo polipo. Giuro, non so da dove spuntino fuori tutte quelle fa,ne che ti arrotola intorno.
Le figlie della Strana si stanno godendo l'unica settimana di vacanza dell'anno, utilizzando la quale i due adulti di casa le hanno minacciare negli ultimi sei mesi per qualunque cosa. Esempi:" mangia, sennò niente villaggio!" Oppure "se non vai a dormire subito, ad Agosto ti lascio a casa con il cane e al villaggio ci vado da sola!". Cose così.
Ma sopra ogni altra cosa, il villeggiante tipico se ne frega di tutto e di tutti. Maltratta il personale o lo tratta con sufficienza, raramente saluta, fuma ovunque noncurante di chi ha intorno, perché in vacanza ci si svacca si fuma, si mangia e si beve senza freni. Se non sta dormendo lui, grida come un forsennato e non gli interessa se sveglia gli altri, si prende il suo bel posacenere in cristallo dal tavolino del bar e se lo porta sul lettino a bordo piscina, poi lo lascia lì per terra, perché non glie ne importa una mazza se lì la gente cammina scalza. Così può capitare che una bambina inciampi sul fottuto “cosacenere” di cristallo e che questo si rompa sotto il suo piccolo piede destro dalle dita tenere e che quindi, a causa di questo villeggiante becero, una strana famiglia si ritrovi al pronto soccorso e una bambina che parla un linguaggio segreto si ritrovi su un dito del piede, più punti di sutura di quanti sono i suoi anni di età.
Ecco come si rovina l'unica settimana di vacanze in un anno della famiglia strana.
Ora, io sono strana e vabbeh, ma tutto sommato, la mia smania di isolamento, la ricerca spasmodica di solitudine, il continuo tentativo di allontanare da me la maggioranza degli esemplari della mia specie, si basa su un fondamento inconfutabile: la maggioranza degli umani è composta da imbecilli senza speranza, da leggiadre teste vuote, da incomparabili idioti che non sanno vedere oltre il loro naso e che per questo spesso arrecano gravi danni agli altri senza nemmeno accorgersene.
Bene, dopo aver deliberato che la mia prossima vacanza si svolgerà in un convento di clausura, auguro a tutti questi stupidi idioti una cacarella a fischio che allieti il loro ferragosto. Io quel giorno sarò impegnata a trovare un medico che tolga i punti a mia figlia!