venerdì 30 agosto 2013

Tutto bene?



Avete notato che i miei ultimi post sono particolarmente brevi?
Niente dissertazioni piene di virgole, niente foto stupide a farcire discorsi troppo lunghi, niente frasi tra parentesi o spiegazioni non richieste o invettive?
...vi siete chiesti il perché?
...
Ebbene ve lo dico io:
Il super tecnologico,
Il megacervellone,
Il computer NUOVO,
Quello che mi è costato una settimana di vacanza e poi alla fine l'altra settimana si è rivelata un totale fallimento,
Quell'ammasso di pura scienza e fantascienza che si pone serioso sulla mia scrivania da Luglio...
Lui
Proprio lui....
Non si accende da venerdì.
Vale a dire da una settimana.
Lui è in ferie, in coma, in sciopero o chissà cos'altro.
Lui semplicemente è spento. Tu spingi il pulsantino e lui, niente.
Tenti di staccare e riattaccare la spina e lui, niente.
Lo minacci, urli, piangi, afferri minacciosa un martello mentre tuo marito ti toglie l'arma impropria dalle mani cercando di calmarti e lui, impassibile. Non glie ne frega niente a lui. Lui non si accende.
Allora ora voi mi dovete dire cosa dovrei fare io adesso.
Ho incaricato mio marito di chiamare l'assistenza ( io non lo posso fare perché ho i nervi troppo tesi e poi gli addetti alle assistenze di qualunque cosa, finiscono sempre per attaccarmi il telefono in faccia) lui lo ha fatto e ora siamo in attesa di ricevere un nuovo alimentatore.
 Lo scienziato che ha raccolto la nostra telefonata disperata dice che è quello, secondo me no. Meno male che ha telefonato mio marito perché altrimenti mi sarei scagliata come una furia contro il povero cretino. Soprattutto quando ha fatto tenere per tre minuti esatti, misurati con un cronometro, il pulsante di accensione premuto perché sosteneva che in quel modo sarebbe di certo ripartito. In quei tre minuti mentre mio marito con lo sguardo mi implorava di tacere, immobile con il dito indolenzito che teneva premuto il pulsante, io commentavo acida, camminavo nervosamente per la stanza mostrando il dito medio rivolta verso la finestra del vicino antipatico, imprecavo, ho anche cantato la canzone "tre minuti" dei Negramaro, pensando così di fare la spiritosa e prendere in giro il tecnico.
Comunque il portento della scienza e della tecnica non è ripartito.
Come temevo io.
E, statene certi, non ripartirà nemmeno con il nuovo alimentatore.
Io lo so.
Ma allora io come faccio?! Me lo dite voi?!
Clienti assatanati (soprattutto il vecchio porco) mi tampinano impazienti, in attesa che io rientri dalle ferie (secondo loro io sono ancora in ferie...) scrivere un post con l'iPad è un impresa che richiede una pazienza Zen, dovrei rielaborare e stampare delle decorazioni per la festa di compleanno della polpetta...e io non so come fare davvero.
Tutto qui, è semplice:
Lui, niente.
Io, non so cosa fare.
Dite melo voi, aiutatemi perché c'è il rischio che il prossimo post io lo scriva da una clinica psichiatrica.
Meno male che almeno ora sono riuscita a parlarne sul blog perché fino ad oggi non avevo ammesso nemmeno con me stessa la gravità della situazione. Ero nella fase della negazione. Da oggi è scattata la fase dell'accettazione con conseguente lagna alternata a pianto disperato, stimo che oggi pomeriggio parlerò della mia situazione drammatica anche con il mio parrucchiere, forse lui saprebbe cosa fare.
Io no, non lo so cosa devo fare.
Vi avverto, sento già in lontananza le sirene dell'ambulanza che mi porterà in clinica.
Forse questo sfogo unito al pomeriggio dal parrucchiere, procrastineranno il mio inevitabile ricovero di qualche giorno. Ma è questione di ore ormai.
Meno male che almeno in manicomio ci entrerò con i capelli fatti. Sono soddisfazioni.


giovedì 29 agosto 2013

Affidabili!

Ecco i miei blog 100% affidabili:

Anche se farfalla, ho sempre bisogno della lista della spesa...che puntualmente dimentico

Semplicemente giusi

Mammaeco

Il favoloso mondo di Racine

Pyros and Patch

Ed ecco il mio giuramento solenne, eseguito in piedi nella mia cucina, con la scopa in una mano e l'altra mano poggiata sul cuore, impettita e con il cane che mi guarda dalla finestra del bagno (è in castigo perché scappa di continuo e ora si trova nel suo recinto!) e si pone molte domande sulla sua strana padrona:
"Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio "Il Blog Affidabile"  disponibili a questa paginahttp://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile. Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio come gli artigiani, le aziende e i professionisti iscritti su "http://www.gliaffidabili.it/".

Ecco fatto! Ora torno a spazzare che c'ho la cucina piena di briciole!



mercoledì 28 agosto 2013

Affidabile!

Dal dizionario Hoepli on line:
Affidabile
[af-fi-dà-bi-le]
agg. (pl. -li)
Che dà fiducia, sicurezza; di cui ci si può fidare.
Tiè! 
Io sono stata dichiarata affidabile!! E non solo un po' ma al 100%. Punteggio pieno! 
Io, affidabile al 100%?! Questa se la sente mia madre si sganascia dalle risate!!
Eppure è così!
Il blog Sono Strana, ha vinto un bel premio:


Gentilissimamente donato da Enrica, Vado...in cucina

Un blog 100% affidabile rispetta queste regole qua:

1) E' aggiornato regolarmente 
Io mi impegno molto per questo, anche se a volte mi accade di venire posseduta da qualche strano essere smemorato che si dimentica di aggiornare il blog, altre volte vengo rapita per alcuni giorni dagli alieni e finisco in strane galassie dalle quali non ho una buona connessione internet, altre volte ancora mi butto per terra all'improvviso e cado in coma per 48/72 ore durante le quali mi risulta impossibile collegarmi. Ma per i restanti giorni dell'anno, ci sono e aggiorno.
2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive.
Ma io di che argomento scrivo?! Boh, vabbeh, ci metto passione comunque.
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori.
I miei lettori sono fantastici! Per questo punto io non ho alcun merito, sono loro che partecipano attivamente! Grazie!!
4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali.
Ma io che informazioni offro?! Boh. Vabbeh, dai, sono affidabile punto e basta.
5) Non é infarcito di troppa pubblicità 
Sono mesi che tento di iscrivermi ad ADSENSE ma non mi riesce...per me mettere la pubblicità sul mio blog è più difficile che introdurmi abusivamente nel cervellone della NASA! Quindi per questo punto sono a posto! Niente pubblicità, nemmeno un puzzolentissimo bannerino...

Vediamo un po' cos'altro devo fare...il regolamento dice che a questo punto dovrei scrivere le motivazioni per cui ho aperto il blog....
....
Eccola là!
Mo' mi levano il premio...
...
Leggete qua:
Questo è stato il mio primo post, nel lontano 6 Aprile di quest'anno, io dichiaravo esattamente che non ho la più pallida idea del motivo per cui ho aperto il blog...
Porco Boia! Mi sa che non sono più affidabile...

Allora, prima che qualcuno se ne accorga...faccio così: assegno il premio ad altri 5 blog e poi se mi radiano dall'albo degli affidabili, pazienza!! È stato bellissimo finché è durato!


...Mannaggia...qui si sono svegliati tutti...dovrò rimandare l'assegnazione...la polpetta già sta facendo un capriccio perchè vuole mettere lei il cacao nel latte...devo andare, devo andare...poi assegno, giuro!



Ps. Mi scuso con tutte le mie amiche che scrivono ricette e prima si dilungano in commenti o spiegazioni. Ho cambiato idea su quel punto!! Giuro, giuro...non vi odio affatto, anzi trovo molto carine le vostre introduzioni e utilissime le vostre ricette!! Madonna Santa!! Che brutta figura!! Sono una schifa...non avevo mai riletto i miei primi post!! Sono sinceramente pentita! Lo dico e lo ridico, ho cambiato idea!! Sono pessima, sì sono pessima ed affidabile...affidabile ancora per poco, già lo so!

lunedì 26 agosto 2013

Auguri Polpetta


La vita è così, alcuni giorni si piange

Altri giorni si ride...


Così una polpetta che oggi diventa quattrenne, ha chiesto come regalo di compleanno una giornata in piscina.
L'uomo di casa, che certe volte proprio ha la vocazione del Bastian Contrario (il suo motto è: di che si tratta che mi oppongo) ha provato ad azzardare qualche lamentela.
" Non ci provare proprio! La bambina ha passato una settimana di vacanza a guardare altri bambini che facevano il bagno in piscina...ha chiesto per il suo compleanno di andare in piscina e in piscina andrà! Dovessi portarcela a cavacecio personalmente! Sbrigati, vai a guardare le previsioni del tempo, trova un comune del Lazio dove non è prevista pioggia e andiamo in piscina lì!" Così ho messo al suo posto Bastian contrario...
Ed è stato così che la polpetta ha avuto la sua giornata in piscina!!


domenica 25 agosto 2013

La botta da matti - parte terza

toc toc...
Strana:" chi è?"
"Siamo le sue chiappe, signora Strana. Volevamo dirle che siamo distrutte, ci duole ogni singolo centimetro, non che siamo sciupate, per carità, questo mai...ma non ne possiamo davvero più! potrebbe cortesemente darci un po' di tregua e posarci su un comodo supporto per farci riposare?

toc toc...
Strana e le chiappe in coro:"Chi è?!"
" siamo le sette vertebre cervicali, le volevamo annunciare che se lei continua così, noi prendiamo armi e bagagli e togliamo il disturbo, così poi la sua testa stracolma di pensieri bizzarri, isterismi e brillanti idee, se la farà sostenere da qualcun altro...nel caso, provi a chiedere all'osso sacro"
Intervento dell'osso sacro:"Ahò, non guardate me, che già c'ho abbastanza da fare con tutte le lamentele delle chiappe!"

Ognuno aiuta come può

toc toc...
Strana, le chiappe, le sette vertebre cervicali e l'osso sacro, tutti in coro:"Chi è?!!"
"Scusate il disturbo, siamo le orecchie dei vicini. Giacché ci siamo, vorremmo esporre reclamo anche noi, dato che la signora Strana ci sta fracassando le trombe d'Eustachio da svariati giorni con questa benedetta idropulitrice. Qualcuno può fare qualcosa o dobbiamo istruire il cane affinché mordicchi il cavo elettrico dell'infernale attrezzo fino a renderlo inutilizzabile per sempre?!"
...
"Datosi che parlano tutti, allora chiediamo udienza anche noi e senza bussare!"
Strane, chiappe, vertebre, osso e orecchie tutti all'unisono:"Ma chi è?!"
"Siamo gli zebedei del signor Strano!Volevamo annunciarvi che ci siamo rotti. Ci siamo fracassati in migliaia di piccoli pezzettini che nemmeno il campione mondiale di puzzle 3D ci rimette più insieme! Dunque vi annunciamo solennemente che noi molliamo. Ci ritiriamo. Lo Strano dichiara ufficialmente la sua resa e avverte tutti che non prenderà più in mano un pennello, una vanga o un qualunque oggetto che pesi più di quindici kilogrammi (incluse le figlie) per i prossimi sette anni. Chiaro?!"

Ebbene sì, la situazione all'undicesimo giorno di lavori forzati è piuttosto esasperata.
Dal giorno di Ferragosto è stato tutto un crescendo di reazioni a catena perché se non fai questo, non puoi fare quello e già che stai, fai pure quell'altro...non si finisce più.
Ma andiamo per ordine.
Dopo quel Ferragosto da leoni, il giorno 16 i nostri lavori hanno subito una battuta d'arresto. Io ho portato la polpetta a togliere i punti dal dito del piede e l'uomo di casa ha dovuto sbrigare alcune faccende di lavoro.
Così sabato 17 abbiamo ripreso le nostre fatiche con un rinnovato vigore.
C'erano da spostare un centinaio di mattonelle in cemento dal retro fino al lato di casa. Il dettaglio non da poco è che tra il retro e il lato c'è un dislivello di circa un metro, non ci sono gradini e il punto di accesso più vicino (l'alternativa è fare un giro di Peppe intorno alla reale!) è passando proprio dove io ho fatto posizionare il barbecue... tra il barbecue ed il muro di casa quindi sono rimasti esattamente 61cm (li ho misurati).
Per fortuna che l'uomo di casa è magro...
dunque il percorso era il seguente: partendo dal vialetto dove erano state accatastate le mattonelle, le stesse venivano caricate sul carrellino, poi percorrendo tutto il perimetro dove c'è il mattonato, dato che sul prato non si può ancora passare, si arrivava al barbecue. Da lì le mattonelle venivano caricate e camminando a gambe larghe, portate in cima al dirupo. Naturalmente in mezzo a questo percorso si incontrava il grosso ostacolo del barbecue, quindi in quel punto ci si doveva contorcere, mettersi di taglio, strusciare il sedere contro il muro, rimbalzare contro il barbecue, sbucciarsi un paio di dita e storcersi una caviglia.
Ma prima di tutto questo c'era da bonificare tutta l'area dove sarebbero state posate le mattonelle e questo incarico me lo ero preso io. Me ne sono pentita amaramente.
L'intera mattinata di sabato l'ho trascorsa con l'idropulitrice in mano e riempiendo sacchi di terra (fatta cadere dal consorte durante un precedente lavoro!) e portandoli fin su in cima ad un terrapieno che si trova al livello più alto del giardino.
Ho odiato con tutta me stessa i giardini terrazzati!
All'ora di pranzo sul mio corpo non c'era un centimetro pulito. Avevo schizzi di fango ovunque, capelli compresi. La figlia charmant quando mi ha visto in quelle condizioni ha fatto la faccia schifata ed ha esclamato:"Mio Dio Mamma! Che ti è successo?!" Sarà stato l'orrore che ho letto negli occhi della bambina, sarà stata la mia considerazione che trattandosi della zona dove risiede il cane, probabilmente il fango era misto anche ad altro, sarà anche stato l'avvilimento che mi ha preso nel momento in cui non sono riuscita a tagliarmi una fetta di caciotta a causa del braccio tremante per via delle vibrazioni a cui era stato sottoposto per ore, fatto sta che mi è preso un attacco di depressione insopportabile. Ero triste, affranta. Continuavo a ripetere "non è possibile, questa non è vita..." e mi aggiravo per casa incapace di fare un sorriso o di vedere il lato divertente di qualunque cosa. Ero finita.
Per di più mi è anche toccato ripulire tutta casa che era diventata una specie di discarica. Questo non ha fatto altro che peggiorare il mio stato d'animo.
Questo quadretto gentilmente donato dalle cool girls, campeggia allegro sulla cappa della mia cucina!
Sabato sera sono andata a letto alle nove, mesta con le braccia in giù e la testa china, lo sguardo fisso davanti a me come uno zombie, ho guadagnato il letto e ho perso volontariamente i sensi.
Siamo così arrivati a domenica 18.  Per me è stata una giornata di stop al lavoro perché avevamo un impegno per pranzo e quindi non avrei potuto lavorare. Nel pomeriggio invece il povero Cristo ha continuato ad incollarsi mattonelle e data la stanchezza, e i movimenti trascinati che questa lo costringeva a compiere, l'uomo di casa si è infortunato ben tre dita della mano. Domenica sera le dita dello Strano erano un collage di cerotti e in preda alla depressione nera ci stava lui questa volta.
Quando nel tardo pomeriggio si è schiacciato l'ultimo dito, ha cominciato ad imprecare come non lo avevo mai sentito fare, ha avuto una vera crisi isterica durante la quale ha preso a calci le orribili mattonelle, ha pronunciato frasi in aramaico (mi pare che ad un certo punto abbia anche detto "Non è possibile, questa non è vita..." ma non ne sono certa, non conosco bene l'aramaico) e si è calato i pantaloni facendo vedere il sedere rivolto verso la finestra del vicino antipatico! Più che isterico, pareva posseduto.
I giorni seguenti sono stati tutto un susseguirsi di lavori interminabili, lavaggi ripetuti con idropulitrice (mi è preso brutto e ho lavato a fondo ogni cosa, sembravo un supereroe impegnato a ripulire il mondo da tutti i suoi mali. Sulla rampa dove entriamo con le macchine adesso "ce pòi magna' per terra!") spostamenti, aggiustamenti, ma soprattutto pittura!
Già, pittura perché quel pavimento grigiastro continuava a darmi sui nervi e perché ora che guardando per terra sembrava di stare in un resort esclusivo di Miami, guardando il muro non si poteva invece avere l'impressione di stare in una borgata squallida di una periferia di una grande città.
Perciò, quel muro diventerà bianco! Per mano del gentil consorte e quel pavimento diventerà color avorio per mano mia.
Ad un'attenta osservazione, si possono notare i seguenti dettagli: marito piegato su secchio rosso intento a mischiare vernice, pistola dell'idropulitrice adagiata a terra e un ragno al centro della sua ragnatela
Gira che mettiti bene siamo arrivati a Sabato sera, quando finalmente i lavori potevano dirsi completi.
Per festeggiare l'avvenimento e anche perché io non avevo alcuna intenzione di preparare la cena dato che mi erano toccate pure le grandi pulizie in casa, siamo andati nella piazza del paese dove mangiando pizza al taglio, abbiamo assistito ad un concerto di una tribute band dei queen. La polpetta si è addormentata in braccio a me al secondo brano, ma questo non mi ha impedito di ballare muovendo solo le mani per assecondare la figlia charmant che invece danzava sulle spalle del padre.
eravamo felici e certi che domenica avremmo potuto godere dell'enorme lavoro fatto, seduti sotto il nostro gazebo con una bibita in mano...
Invece...
Questa mattina c'è stato il diluvio universale. Non sto esagerando, ha grandinato buon Dio!
Chicchi di grandine sul prato pronto durante il diluvio 
L'ha mandata giù di santa ragione, non ho il coraggio di andare a vedere i danni arrecati da chicchi di grandine di questa portata:
Non ci si crede...
Per fortuna che avevo fatto in tempo a fare alcune foto e farne un foto album per voi affezionati lettori.
Buona visione, vi avverto che quello che vedrete nelle foto successive, probabilmente non c'è più...probabilmente il nubifragio lo ha spazzato via per sempre...















giovedì 22 agosto 2013

la botta da matti - parte seconda

Dunque eravamo rimasti al giorno 14, quando le ore nostre e delle nostre chiappe erano contate.
Abbiamo messo il turbo e mentre il Maciste di casa sollevava le mattonelle (nota bene, mattonelle in cemento 50 x 50 cm peso misurato 23 kg cadauna) io con zappa, pala e rastrello, gli andavo dietro dietro e rimuovevo calcinacci, sabbia e brecciolino, e qualunque altra cosa trovassi nel mio cammino (e quando dico qualunque, intendo proprio di tutto, ho trovato addirittura una vecchia rotella di bicicletta e un coltellino di plastica che alla datazione con radiocarbonio è risultato essere più vecchio di me!...odiosa abitudine di mischiare spazzatura ai calcinacci ... quanto mi fa schifo oh!)
il campo di battaglia
Questo balletto è andato avanti per tutto il giorno, senza sosta. Ad un certo punto, credo fosse pomeriggio, c'è stato il primo infortunio:
Il pover'uomo di casa, stava sollevando l'ennesima mattonella, quando questa bastarda si è spezzata esattamente a metà e la parte rotta gli è caduta di taglio sul ditone del piede destro!
Alla scena abbiamo assistito in molte:
Io, atterrita, sudata, sporca mi sono istintivamente portata una mano piena di terra sulla bocca, poi ho sputato schifata e sono corsa a prendere del ghiaccio da mettere sull'alluce infortunato.
Le mie figlie che stavano cantando la canzone di Peter Pan e che vedendo il padre saltellare su un piede solo verso il bagno, lo hanno seguito saltellando su un piede solo e hanno continuato a farlo per tutta l'ora successiva cantando:" voleròòò sulle ali del mondo, nel cielo infinitoooo voleròòòò".
La mia dirimpettaia che in quel momento (guarda caso) si trovava sul suo balcone dal quale gode un'ottima visuale sul luogo dell'incidente ed è venuta ad accertarsi che nessuno si fosse rotto niente!
Non abbiamo ancora oggi la certezza che il dito ghigliottinato non sia rotto, ma nessuno di noi ha il coraggio di approfondire la questione.
Nonostante il gran dolore, mentre io continuavo forsennatamente a zappare, il povero Cristo ha cercato di rimettersi in piedi e si è recato con la macchina a circa 40 km da casa, dove un operaio del vivaio alquanto scoglionato (gli toccava lavorare il 14 Agosto alle 19, c'è anche da capirlo) gli ha lanciato sgarbatamente la bellezza di 800kg di rotoli di prato pronto nel bagagliaio. Alla fine del lavoro, soddisfatto e con un sorrisetto sarcastico, mentre si strofinava le mani gli ha detto:" vai, vai...mo'  tocca a te scaricare tutto..."
Mio marito avrebbe compreso di lì a poco la crudeltà di quella affermazione. Arrivato a casa per l'ora di cena, ha deciso di mangiare prima di rimettersi all'opera. Io avevo già fatto la doccia e avevo preparato un pasto sostanzioso per dare vigore alle braccia molto provate dello sfortunato coniuge.
Dopo cena, nonostante all'idea di ridurmi di nuovo peggio di un Unno zozzo, mi veniva l'orticaria, mi sono offerta volontaria per aiutare nelle operazioni di scarico, non potevo lasciare quel povero disgraziato da solo nell'impresa! 
A quel punto mio marito, mi ha dato un'inaspettata prova d'amore:" non ti preoccupare dai, tu occupati di buttare lo stallatico sulla terra dove poseremo il prato, che a scaricare la macchina ci penso io..."
Non credevo alle mie orecchie...mi sentivo una donna fortunata! Lui si sarebbe incollato 800kg di terra e fili d'erba tutto da solo e io lì, a gettare cacca di cavallo e mucca sulla terra?! Tutto qui?! Niente fatica, niente muscoli portati al limite delle loro possibilità...solo un po' di puzza...ma lo stallatico era pure pellettato quindi non puzzava nemmeno poi tanto...che gioia infinita!
Mi sono precipitata nel box e ho riempito un intero secchio di cacca. Poi leggiadra come una falena ho cominciato a spargere stallatico sulla terra nera.
Lanciavo pellet di merda immaginando fossero fiori, mi sentivo Wanda Osiris alla fine di un'esibizione, quando lanciava petali di rosa sul pubblico adorante.
Mio marito, finito lo scarico, mi ha raggiunto massaggiandosi le braccia:"fammi vedere come stai facendo?...ampio, più ampio il movimento...lancia bene!" Sono le uniche parole che è riuscito a pronunciare prima di buttarsi sotto la doccia e poi finire svenuto nel letto.
Siamo così arrivati al giorno 15.
Il nostro Ferragosto è iniziato davvero molto male. Soprattutto per me che mi sono ritrovata una bella sorpresina di primo mattino.
Poteva lo stupido quadrupede con il quale condividiamo il nostro spazio vitale, rimanere estraneo a questa incredibile avventura? Poteva? NO. Non poteva, è più forte di lei, se ha la possibilità di combinarne una delle sue, ne approfitta sempre, senza se e senza ma!
Così alle 6.30 del 15 Agosto, aprendo l'avvolgibile della cucina, mi sono trovata davanti una scena apocalittica: approfittando della distrazione di qualcuno (e non aggiungo altro ché non posso infierire su di un indefesso lavoratore per giunta infortunato) il raro esemplare di stupidità canina è riuscito ad entrare nell'area di cantiere e vi ha passato l'intera notte. Il risultato di questa scorribanda è stato disastroso: sulla terra perfettamente spianata e concimata ho trovato un'infinità di orme. Percorsi zigzaganti e privi di alcun senso utili solo a smuovere tutta la terra da me faticosamente lavorata fino alle 21 della sera precedente.
...se non fossero state evidentemente orme di cane, avrei pensato che fossero del Super in preda ad una crisi di pianto delle sue, quando procede a zigzag con le braccia conserte, la testa bassa e piange come una fontana...
Ma tornando ai danni, la stupida mammifera si anche creata un giaciglio nella mia amata aiuola di Vinca, creando una evidente buca ancora oggi visibile nel bellissimo tappeto verde che con anni di pazienza ero riuscita a creare.

Poi, dato che non stava tanto comoda, ha pensato bene di prendere tra le fauci tre dei miei candidi cuscini bianchi e di poggiarvi sopra le sue lorde zamapacce.

Infine, cosa più grave di tutte, lo stallatico era scomparso. Niente, nemmeno più un pellet! 
"Lurida mangiacacca!" Le ho urlato contro mentre la cacciavo in malomodo dall'area di lavoro.
Ma ormai i danni erano fatti, e non potevo far altro che rimediare il più in fretta possibile.
Alle 7 del mattino, dopo una colazione ultraveloce, consumata continuando a brontolare e trovando per il cane i peggiori epiteti che potessero venirmi in mente, ho attaccato a rastrellare, zappare, smuovere terra e poi di nuovo a lanciare lo stallatico, ma questa volta invece che con gesti ampi e plateali, lo tiravo come il riso dei matrimoni lanciato dalle suocere che detestano le nuore...con cattiveria, immaginando di lanciare sassi contro il molesto animale!
alle 11, nonostante il contrattempo, tutto era pronto per la posa


e l'eroico Strano, incurante dei dolori sparsi per tutto il corpo e in particolare concentrati sull'alluce del piede destro, ha iniziato lo srotolamento del prato.
All'ora di pranzo l'aspetto del nostro ex mattonato era questo:
Niente male davvero.
E noi ci siamo goduti in allegria una buona pasta al pesto consumata insieme a mia madre e a mister M. giunti per pietà a farci compagnia in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di festa e di riposo.
Ma tanto c'era ancora da fare.
Tutte le mattonelle rimosse dovevano essere spostate nel recinto del cane che prima doveva essere pulito a fondo. Questa operazione mi sarebbe costata un intero giorno di lavoro e l'ultimo scampolo di sanità mentale che mi era rimasto...ma dovrò raccontarvi tutto il resto nella parte terza di questo racconto...

to be continued...

mercoledì 21 agosto 2013

La botta da matti - parte prima

A Ferragosto abbiamo fatto la botta da matti e ancora oggi ne paghiamo care le conseguenze.
In realtà tutto è cominciato il tredici, quando con l'aiuto di mio cugino Santo di nome e Benedetto di cognome, abbiamo spostato un enorme barbecue in cemento che avevamo trovato quando abbiamo acquistato casa. Bello grande e perfettamente funzionante, per carità, ma maledizione, come cavolo ti viene in mente di piazzarlo proprio in mezzo, così che la visuale sul giardino sia completamente impedita?!
Solo ora tra l'altro, mi viene in mente che Santo Benedetto non dovrebbe fare grossi sforzi, ché c'ha la  schiena un po' traditrice...mi scuso con lui, non me ne ero ricordata prima!
Ma andiamo per ordine, che altrimenti non si capisce nulla.
Se devo proprio essere sincera, i lavori sono iniziati il giorno 11, quando durante il viaggio di ritorno dall'orribile settimana di vacanze, ho cominciato a tartassare l'uomo di casa con la richiesta di rivoluzionare il piazzale sul retro di casa. Un mattonato in cemento, sbucciaginocchia, sempre troppo caldo per via del sole che infuocava le mattonelle, con una pendenza tipo scala di Escher, impossibile da smacchiare (nonostante numerose sedute di idropulitrice), con molte mattonelle spaccate, con le fughe tra le mattonelle spesso mancanti, sempre sporco e, diciamoci la verità, orribile.
Insomma questo:

quelle che vedete sulla destra sono le basi del barbecue. Stava troppo in mezzo, su, ammettiamolo!




Il progetto era il seguente:
1. per distruggere la chiappa destra: rimuovere gran parte delle terribili mattonelle in cemento e riutilizzarle per pavimentare il recinto del cane ( ...così si impara! Tanto poi i cani sono daltonici e quindi non si accorgerà mai di camminare su un pavimento grigio e triste). Il programma prevedeva comunque di lasciare pavimentata solo la superficie sotto il gazebo, un piccolo vialetto e lo spazio sotto il barbecue, e sulla restante parte far crescere il prato!!
Per onestà devo ammettere che questi bei piedi puliti non sono i miei perché al momento i miei talloni presentano delle macchie nere di terra che non so come far venire via...credo che tenterò con la candeggina.
Un fantastico tappeto di erba verde, soffice, fresca, dove si possa camminare anche scalzi. 
Attenzione perché, immagine idilliaca a parte, posare il prato non è una passeggiata di salute. Bisogna preparare il fondo con precisione maniacale: zappare,spianare, ripulire...insomma la chiappa destra se lo sarebbe ricordato per molto molto tempo.
2. per distruggere la chiappa sinistra: ripulire a fondo il recinto del cane (ho detto tutto) per posare le mattonelle appena rimosse. Ovviamente, protagonista indiscussa di questa fase sarebbe stata la mia fedele idropulitrice. Ma nemmeno lei fa miracoli, e io lo sapevo già che la chiappa sinistra sarebbe stata fortemente danneggiata.
3. Infine per completare l'opera, alle brutte mattonellacce grigie restanti avrei pensato io, con un apposito smalto per suolo color avorio, con il quale avrei ricoperto il pavimento e anche il muretto che sarebbe diventato una fantastica panchina.
Nella mia testa già mi vedevo il lavoro finito e io comodamente seduta sulla sedia sotto il gazebo, con indosso un largo vestito bianco, in mano un calice di vino rosso, che contemplo il prato annuendo con un estatico sorriso sulle labbra, tipo Santa Caterina...
Nella testa di mio marito invece, mentre io gli illustravo il progetto, c'era la scena reale, quella che si sarebbe verificata davvero: io e lui ricoperti di terra dalla testa ai piedi, sudati, nervosi, doloranti, rancorosi l'uno nei confronti dell'altra e più esauriti che mai.
L'opera di convincimento è durata ben due giorni. Alla fine, per sfinimento, l'uomo che ha giurato di amarmi per tutti i giorni della sua vita (giuramento del quale credo si sia pentito assai) ha acconsentito. Ad un patto però: si mette il prato pronto. Quello a rotoli. Altrimenti non se ne fa niente!
Ho accettato. Non amo il prato pronto, ma non potevo fare a meno dell'uomo di casa per portare a termine questa impresa. Mi serviva assolutamente l'aiuto di una persona con una forza maggiore del mia. Che poi non ci vuole molto, dato che i miei muscoli hanno la stessa consistenza di una mozzarella lasciata due giorni fuori dal frigorifero.
...che nervi però, sono una ragazzona alta e baldante, e ho la forza di una farfallona storpia.
Quindi, suggellato il patto con un pollice alzato e un brindisi a base di limoncello fresco, i due Strani si sono lanciati nell'impresa che pareva impossibile. La donna di casa, guidava la spedizione, camminando tronfia e armata di pala e rastrello, l'uomo di casa seguiva con la zappa in mano scuotendo il capo, con fare mesto e spalle basse, guardava per terra e con aria schifata dichiarava:" non vedo l'ora di cominciare..."
"Mamma, papà è ironico, vero?..." Mi ha chiesto la figlia charmant osservando questa scena.
"Purtroppo sì, tesoro, ma vedrai a lavoro finito come sarà felice..."
"Mamma, sei ironica anche tu, vero? "
Ha ribadito mia figlia.
Con una certa perplessità, ci siamo messi all'opera.
Momento topico della rimozione della prima mattonella. In quel momento l'uomo di casa stava dicendo:" piantala co' sto blog! vieni a lavorare che solo per togliere la prima mattonella mi sono strappato sei muscoli!"
Dunque il primo passo da compiere era quello di spostare quel cacchio di barbecue.
Il barbecue era composto da tre pezzi. Quello centrale che era appunto il barbecue e due ripiani laterali che fin dall'inizio abbiamo deciso di sacrificare alla causa.
"Non voglio sentire storie, che già per spostare il solo pezzo centrale ci giocheremo tre vertebre a testa...gli altri pezzi li distruggo poi io a martellate!" ha detto mio marito. E lo ha anche fatto, senza che io potessi attaccare la litania del riciclo creativo, del riuso felice, eccetera eccetera. Mi tarpa le ali quest'uomo.
La traslazione del barbecue è stata impresa tutt'altro che facile. Il mio aiuto è stato ben poco, nonostante, armata delle migliori intenzioni, avessi anche indossato un paio di scarpe antinfortunistica con tanto di punta rinforzata per salvare le dita dei piedi in caso di caduta di oggetto pesante.
Tuttavia, sono stata fondamentale per indicare ai miei due forzuti aiutanti il punto esatto dove posizionare il macigno.
Non un centimetro più in là, né uno più in qua. Esattamente lì. Quei due poveretti, con le fronti imperlate di sudore, si spostavano a destra e a manca diventando sempre più paonazzi, finché mio marito non ha deciso in modo sgarbato e prepotente che il punto dove si trovavano andava benissimo.
Ho accettato imbronciata l'imposizione, anche se continuo a pensare che tre cm più in qua sarebbe stato meglio. "Spòstatelo da sola, se sei tanto convinta!" Ha risposto l'uomo di casa.
"Ma tutta questa simpatia te l'hanno venduta a chili, o ci sei proprio nato?!" Ho risposto piccata e scontrosa.
Il giorno 13 è quindi passato in fretta fra rispostacce e gocce di sudore e alla fine ci siamo rifocillati tutti con una cena a casa di mia sorella dove affamati a causa dello sforzo (chi fisico, chi mentale...) ci siamo tuffati tutti sull'antipasto a base di pizza e mortazza che senza ombra di dubbio è una delle prove dell'esistenza di Dio.
pizza e mortazza

Il giorno 14 invece sembrava non finire mai.
Come al solito mi sono alzata di buon ora e sbrigate le varie faccende mattutine, ho sbrandato l'uomo di casa.
 “Al lavoro!” Ho esclamato felice, ma tutto questo entusiasmo non ha fatto altro che urtare ancora di più i nervi del pover'uomo assonnato e stanco già prima di cominciare.
Io allora, ho affondato il colpo di grazia e dato che quando mi ci metto riesco davvero a diventare una rompi palle, ho attaccato una lunga filippica sulla necessità di organizzare al meglio il nostro tempo e le nostre forze. Ne è scaturito un cronoprogramma da ricovero coatto in clinica psichiatrica che tuttavia mio marito ha dovuto accettare.
Facendo due conti il prato pronto, una volta srotolato, non può essere calpestato per i almeno 15 giorni. Dunque, considerando che per il primo di Settembre abbiamo fissato la data per la festa di compleanno della figlia polpetta, al massimo doveva essere posato per il giorno di Ferragosto! Cioè il giorno seguente alla data inizio lavori.
Per di più, il vivaio dove volevamo comprare il prato a rotoli, avrebbe chiuso per qualche giorno a cavallo di Ferragosto, dunque o si ritirava il materiale il 14 sera o direttamente il 19 pomeriggio...decisamente troppo tardi, visti i nostri impegni! Quindi i giochi erano fatti, i tempi serrati, le nostre natiche spacciate!!

to be continued...

sabato 10 agosto 2013

Quando è il cielo che lava i pavimenti



Ore 7 di mattina, in una località di mare pugliese. Guendalina ha gli occhi aperti. Scruta il soffitto bianchissimo nella penombra e riflette. La mente di Guendalina viaggia ad alta velocità, mentre si sforza di rimanere immobile con il corpo. Solo il movimento regolare del respiro e ogni tanto un battito d'occhi. le figlie strane di Guendalina dormono avvinghiate una ad una gamba e l'altra ad un braccio della strana madre, in una posizione da contorsioniste. I loro respiri sono unisoni e le espressioni serie come non sono mai durante la veglia.
A quell'ora il silenzio nel villaggio è quasi irreale. Di lì a poco si scatenerà l'orda di vacanzieri con bambini urlanti e uomini ciavattoni che migreranno rintronati verso la sala della colazione. Ma alle 7 ancora tutto è quiete ovattata.
Poi all'improvviso un tuono assordante squarcia il silenzio. BBRRUUAAAMM.
E poi un altro, ancora più forte del primo. BRUAAAAAUUUUAAAAM. Poi l'assenza di rumori torna ad avvolgere tutto e nella stanza semibuia la figlia charmant si drizza seduta sul materasso rumoroso ed esclama:" Mamma! Oggi ci pensa il cielo a lavare il pavimento..."
Guendalina, senza rispondere accompagna il corpo ancora stanco di sua figlia a sdraiarsi di nuovo sul materasso rumoroso.
La bambina ripiomba immediatamente in un sonno profondo.
Guendalina si divincola a fatica dalle morse delle due sconclusionate che dormono scomposte e, con la metafora poetica della figlia che le risuona nella testa, sgattaiola sul portico per leggere il suo libro delle vacanze.
"Dovrei smettere di lamentarmi tanto quando faccio le faccende domestiche...le mie figlie cominciano a vivere male questa mia insofferenza" Questo il pensiero di Guendalina mentre si siede sulla sedia sotto il portico e inforcando gli occhiali apre il suo libro che è un pianeta amico dive rifugiarsi per scappare dalla condizione di vacanziera esasperata.

Così è iniziato quello che con ogni probabilità sarebbe stato l'ultimo giorno di vacanza della famiglia Strana.
A partire dall'infortunio della polpetta, era stato tutto un crescendo di tensioni, capricci, litigi, sbuffi, denti stretti e occhiatacce.
Giorni strani in cui sembravano quattro satelliti impazziti, gli Strani, fuori dalle orbite abituali, attratti da chissà quali forze che li sbattevano di qua e di là.
Tutti nervosi. Tutti arrabbiati, ciascuno per un motivo suo.
L'infortunata per ovvie ragioni.
La sorella perché era rimasta senza la sua compagna di giochi e spesso anche senza uno dei genitori che si doveva occupare dell'infortunata.
I due adulti per la rabbia di vedere rovinata l'unica settimana di vacanza dopo ben 51 settimane di tribolazioni di ogni sorta.
Oggi, tutto sommato, questa pioggia era quasi catartica. Ci voleva proprio un bell'acquazzone per lavare via tante scocciature ché non c'è niente di peggio che vivere momenti di tensione quando si sta in vacanza, quando uno si immagina che saranno solo sorrisi, relax e divertimento, che poi se vai proprio a vedere, tutto quest'idillio non è mai.
Dunque in questo villaggio pieno di gente festosa, hanno vagabondato per giorni quattro individui, ciascuno con la sua personale nuvoletta nera sopra la testa, con i suoi pensieri cupi e con le proprie frustrazioni che attiravano dalla nuvoletta grossi fulmini che cadevano dritti sui loro crani. Lampi gialli e rossi che sfuriavano nei modi più disparati e per le ragioni più futili. 
A guidare questa masnada di sfortunati rabbiosi, c'era naturalmente Guendalina.
La nostra protagonista era infatti davvero intrattabile, rispondeva male a tutti, minacciava, castigava, inceneriva con lo sguardo e sbuffava come una vaporiera. L'uomo di casa, pativa questo nervosismo e a sua volta vi aggiungeva la sua personale infelicità. L'atmosfera in famiglia si era fatta così una vera polveriera e le discussioni scattavano per un nonnulla.
Certo, a difesa della nevrotica Guendalina, c'è da dire che suo marito, in alcune occasioni, aveva attentato alle uniche due terminazioni nervose della donna che ancora non erano saltate. Per esempio quando, di ritorno dalla spiaggia dove era stato solo con la figlia maggiore, aveva pensato bene di condurre la povera minore nella sala da pranzo all'interno della quale la temperatura oscillava tra i sette e i nove gradi centigradi, con i capelli ancora bagnati e un vestitino da spiaggia che le lasciava le spalle completamente nude. Alla vista di quella scena, Guendalina aveva sgranato gli occhi, toccato i capelli della piccola, spalancato la bocca dalla quale però non era riuscita a far uscire l'urlo di orrore che si era generato dentro di lei, e pronunciato le seguenti parole:" se prende una bronchite, ti squarto come il capretto sacrificale di Pasqua, e non rispondermi che non reggerei una polemica in questo momento".
Il marito in quell'occasione, aveva taciuto per evitare discussioni e si era ammutolito proseguendo il pasto sotto lo sguardo fisso e carico di risentimento di sua moglie, certo che Guendalina sarebbe stata capace di fare realmente quello che aveva promesso con il suo consueto fare aggressivo che quando ci si metteva di buzzo buono, riusciva a diventare anche odioso e maleducato.
Certo, non erano mancate le occasioni di vendetta, i due coniugi avevano finito per farsi dispetti a vicenda, come quando durante una delle tante ore passate in camera, la figlia charmant aveva comunicato a Guendalina di dover andare in bagno. "Vai pure, vedrai come sarà contento papà!" Aveva risposto Guendalina, con un sorrisetto sarcastico, immaginando la scena che puntualmente si era poi verificata di suo marito seduto sul sanitario, con una rivista di automobili in mano, intento a svolgere un'attività fisiologica che lo impegna mediamente per novanta minuti al giorno tutti i giorni, che raggiunto dalla figlia proprio sul più bello, imprecava sommessamente. Infatti quando la bambina aveva educatamente bussato alla porta del bagno, dall'interno si era udito chiaramente un "e te pareva, ma mannaggia la miseria, ma che ci prendete la mira?!sempre quando ci sto io oh!" 
Tra le risa generali, la bambina aveva rivolto un sorriso di complicità alla mamma esclamando:" ecco la felicità di papà!".
Ma l'uomo d casa è uno di quelli che sanno aspettare l'occasione buona per vendicarsi. Così il giorno dopo in piscina, si era armato della pistola ad acqua acquistata per la polpetta infortunata (che non potendo fare bagni, si divertiva a schizzare gli altri bambini dal bordo della piscina) e aveva iniziato a sparare con cattiveria getti d'acqua contro la povera moglie indifesa. Ne era scaturita una battaglia d'acqua di dimensioni epocali, che nonostante dall'esterno potesse sembrare un allegro gioco fra due coniugi burloni, in realtà nelle intenzioni dei due protagonisti era un vero e proprio scontro condito di irregolarità tipo puntare dritto agli occhi o mollare calci da sotto l'acqua così da non essere visti.
La lotta nella piscina però alla fine si era rivelata liberatoria. Dopo quell'episodio, i due Strani avevano trovato una sorta di equilibrio fatto di gesti educati e di civiltà, certamente non affettuosi, ma almeno non più rancorosi. Entrambi avevano cominciato a sperare di poter tornare un giorno ad essere una vera coppia con i suoi alti e bassi ma che non si fulmina ad ogni occasione con sguardi carichi di rabbia.
Tuttavia, Guendalina aveva contato le ore che la separavano dalla partenza. Ogni cosa la infastidiva infinitamente, a partire dalla gente che le fumava accanto.
Aveva sempre odiato il fumo, questa donna che viveva e lasciava vivere, ma dopo l'episodio del posacenere, aveva concentrato sui fumatori tutta l'antipatia di cui era capace.
"Saremo anche all'aperto" diceva senza alcun timore di essere sentita "ma se fumi al tavolino accanto al mio mentre bevo il cappuccino della colazione, io comunque sento il merdosissimo fetore della tua merdosissima sigaretta e mi urto perché questa merda la stanno respirando anche le mie figlie e allora ti odio, ti odio con tutta me stessa. Tu e le tue sigarette di merda!" Non aveva molta fantasia Guendalina nel maledire ed insultare, tuttavia gli adolescenti presenti, ascoltavano attenti ed increduli queste invettive e con sguardi di stima verso questa mamma priva di inibizioni, prendevano appunti.
Fu così che quando Guendalina cominciò a preparare le valige per scappare dalle vacanze con svariate ore di anticipo rispetto ai programmi iniziali, lo fece con il sorriso sulle labbra e canticchiando la canzoncina idiota che si era dovuta sorbire per un'intera settimana. Era tanta la felicità, che mentre lo faceva, accennava anche qualche passo di danza, muovendo i fianchi ed alzando le braccia a dipingere il cielo di blu come diceva la canzone dei villeggianti.

venerdì 9 agosto 2013

A confronto


A confronto
Cosa ci faccio qui? Me lo sono domandato con insistenza durante le ultime 24 ore.
Sono un pesce fuor d'acqua, un bracciolo fuor di piscina, una cozza fuor dall'impepata.

Per chiarire il motivo di tanto senso di estraneità, metterò a confronto la tipica famiglia di villeggianti con la famiglia Strana e aggiungerò il finale triste:

Contrariamente a Guendalina e alla sua strana famiglia, in cui tutti indossano abiti gualciti, mal assortiti e infilati controvoglia nelle valige nella notte fra sabato e domenica da una strana madre di famiglia esaurita e nevrotica, il villeggiante tipico di questo villaggio indossa abiti perfetti, stirati e inamidati (ma come fanno?! mica si porteranno il ferro da stiro da casa?!) grandi firme dalla testa ai piedi, "ommini chic e femmene pittate" è il dress code da queste parti.
Le donne sono un trionfo di paiettes e strass dalla mattina alla sera. Sono capaci di indossare costumi da bagno paiettati, copricostume argento e oro, brillanti abitini da passeggio, vestiti da sera pieni zeppi di sbrilluccichini. E gli uomini poi..ah gli uomini sono fantastici...gli uomini sono un Viva Maria di calzoncini in cotone con polo in tinta...di tutte le tinte possibili e immaginabili. Ho visto dal total red con cinta in contrasto color bianco, al total white con tanto di mutanda che faceva capolino sul sedere, al total turchese, che ha vinto il premio speciale del pendant perché si è presentato allo spettacolo serale, in combinato con la moglie, anch'ella interamente turchese, scarpe con zeppa incluse. A completamento di cotanta opera, non sicuro di essere esattamente al centro dell'attenzione, il nostro pluripremiato, ha ben pensato di cadere clamorosamente al centro dell'anfiteatro, stringendo l'iPad tra le mani. Per non distruggere l'iPad, è caduto senza alcun tipo di protezione, procurandosi probabilmente una frattura scomposta della spalla, ma ha continuato a guardare lo spettacolo di cabaret. Da quel momento io lo chiamo "il turchino cadente".
Vi avverto, questa nel villaggio è la settimana della sfiga, e io presto lo scoprirò a mie spese.

Sulle calzature poi, c'è da aprire un capitolo a parte. Noi Strani siamo tutti in ciabatte infradito, di gomma, che alla sera vengono sostituite da sandaletti senza un filo di tacco per le tre femmine di famiglia e scarpe da ginnastica per l'uomo di casa. Il tipico villeggiante indossa sandali di cuoio e Hogan anche per entrare in acqua, le donne non scendono sotto i dieci centimetri di tacco, zeppe e tacchi a stiletto la fanno da padrone, scarpe perfettamente in tinta con abitini da spiaggia succinti che fasciano fisici a volte palestratissimi, altre volte anche no...zeppe davanti e didietro così che signore di tutte le fasce di Età si ritrovano a guadagnare d'emblée almeno venti centimetri che ne fanno delle stanghe incerte sulle gambe che se cadono da lassù, rischiano lesioni irreversibili a caviglie, ginocchia, colonna vertebrale, femore ed osso sacro.

Il villeggiante tipico, si presenta puntualissimo a tutti gli appuntamenti: inizia al mattino presto con il risveglio muscolare, prosegue con acquagym e balli latino americani, poi si spara il gioco aperitivo, il karaoke sotto il sole cocente del mezzogiorno e il gioco caffè. Al pomeriggio partecipa entusiasta al torneo di burraco, di Ping Pong, alla lezione di tiro con l'arco e a quella di gag relax. Dopo cena naturalmente non si perde un minuto dello spettacolo, inclusa la baby dance e il cantautore che precedono la serata e gli scatenati balli di gruppo che seguono.
La famiglia Strana, capeggiata dalla asociale Guendalina, si tiene alla larga da tutti gli animatori, effettua accurati studi con fonometri di precisione per scovare le postazioni dove il frastuono che esce dagli altoparlanti è meno fastidioso, non è minimamente informata del programma del villaggio in quanto nessun componente della bizzarra famiglia presta la minima attenzione agli annunci urlati dal capovillaggio che sottolinea con grida di gioia e atteggiamento festante qualunque iniziativa stia per avere inizio. Noi siamo fuori dal tunnel del divertimento, non frequentiamo le lezioni né le attività ludiche. Tranne mio marito, che pare sia particolarmente attento alle lezioni di una certa Virna, ballerina e campionessa di varie discipline che tortura le povere villeggianti “in salute” con interminabili sedute di glutei. Ora, questa Virna è una stanga alta un metro e ottanta, dalla carnagione scura, due cosce così sode che ci si potrebbero frollare le fettine di carne sopra e due tette taglia quarta che al minimo saltello, sembrano dire a gran voce:”siamo vere...solo figlie di Madre Natura...che non si vede?!” Quindi io mi chiedo se sia l'aspetto di Virna a destare l'interesse di mio marito, oppure, come sostiene lui, è solo che pensa sia arrivato il momento di sostenere i suoi glutei prima che cominci il decadimento...
Tornando allo strano atteggiamento mio e dei miei familiari, l'unica attività svolta da me in questi giorni, è stata godere del percorso benessere offertomi dal direttore, per il resto continuo a domandarmi come diavolo ci sia finita una come me in un villaggio turistico.

Durante i pasti poi, le differenze si accentuano ancora di più. Per noi strani, ogni pasto è un mezzo inferno. Dato che non ci ricordiamo mai tutto insieme, i due adulti sono costretti ad alzarsi da tavola circa trentasette volte a pasto per portare alle minori quello di cui hanno bisogno. E una volta è il tovagliolo, un'altra volta è la forchetta che è caduta, poi c'è l'acqua che però non si può bere subito perché è vicina la punto di congelamento, e poi il pane però poco che altrimenti vi riempite la pancia e non mangiate, insomma un continuo brontolare, sbuffare e minacciare.
Il villeggiante tipico invece è un professionista. Già dalla colazione si pianta un quarto d'ora davanti al tableau dove sono riportati i menù del pranzo e della cena, conosce a memoria pietanze e loro posizioni nei buffet, entra nella sala ristorante con il sorriso sulle labbra, incurante delle temperature polari e dei 25 gradi centigradi di differenza tra esterno ed interno che probabilmente comprometteranno i suoi bronchi per il resto della vita, il villeggiante comincia il suo lauto pasto alle dodici e trenta e finisce circa un'ora dopo...giusto in tempo per il gioco caffè! Riempie il tavolo all'inverosimile di piatti stracolmi di ogni singola pietanza che trova sui buffet, c'è gente che appena arriva si butta al tavolo dei dolci preoccupata di non trovare tutta la scelta una volta che sarà arrivata al dessert, così trascorrono tutto il tempo a fare puzzle con i piatti per far entrare tutto quello che si accaparrano sul loro tavolino.
Bocche fameliche trangugiano ogni tipo di ben di Dio, confidando nella povera Virna che in mezz'ora di acquagym dovrà fare miracoli per far bruciare loro quel surplus di calorie che hanno ingurgitato. 
I figli del villeggiante tipico, sono dei veri mostri. 
Bambini e adolescenti che urlano, corrono ovunque, si azzuffano, parlano i dialetti più disparati ma tutti farcendo il loro discorsi con parolacce e strafalcioni di ogni sorta, ciabattano trascinando i piedi per tutto il villaggio e sembra sempre che stiamo facendo un favore a qualcuno. 
I piccoli sono lasciati allo stato brado, possono fare quello che vogliono, urlare a piacimento a qualunque ora, insozzare ogni singolo angolo in cui stazionano, piangere con le lacrime che schizzano di lato come nei cartoni animati.
Gli adolescenti passano le giornate stravaccati sui divanetti della zona lounge a raccontare storie sconce e a dire parolacce di ogni genere. Giuro, io non sono una bigotta e in quanto a parolacce, quando mi ci metto posso far impallidire uno scaricatore di porto...ma questi esagerano, buon Dio!
Le bambine della strana famiglia, sembrano vivere in un mondo tutto loro. Spesso non si accorgono di stare in mezzo a tanta gente e così saltellano, zigzagano, girano su loro stesse, cantano, parlano da sole, mulinano le braccia, danzano leggiadre seguendo il ritmo di musiche che sentono solo nelle loro testoline e usano un vocabolario ricco di parole che storpiano apposta convinte così di non essere capite dagli altri. Così dicono “Leonato” “cosacenere” “Ventoten” “sigura” e mentre pronunciano queste parole si strizzano l'occhio complici. Le bambine della Strana, amano l'acqua del mare o della piscina. La figlia charmant, ha scoperto le immersioni e così passa intere giornate indossando una maschera rosa, con la testa sotto l'acqua e il sedere che spunta fuori. La figlia polpetta ama fare i bagni attaccata ai due adulti tipo polipo. Giuro, non so da dove spuntino fuori tutte quelle fa,ne che ti arrotola intorno.
Le figlie della Strana si stanno godendo l'unica settimana di vacanza dell'anno, utilizzando la quale i due adulti di casa le hanno minacciare negli ultimi sei mesi per qualunque cosa. Esempi:" mangia, sennò niente villaggio!" Oppure "se non vai a dormire subito, ad Agosto ti lascio a casa con il cane e al villaggio ci vado da sola!". Cose così.
Ma sopra ogni altra cosa, il villeggiante tipico se ne frega di tutto e di tutti. Maltratta il personale o lo tratta con sufficienza, raramente saluta, fuma ovunque noncurante di chi ha intorno, perché in vacanza ci si svacca si fuma, si mangia e si beve senza freni. Se non sta dormendo lui, grida come un forsennato e non gli interessa se sveglia gli altri, si prende il suo bel posacenere in cristallo dal tavolino del bar e se lo porta sul lettino a bordo piscina, poi lo lascia lì per terra, perché non glie ne importa una mazza se lì la gente cammina scalza. Così può capitare che una bambina inciampi sul fottuto “cosacenere” di cristallo e che questo si rompa sotto il suo piccolo piede destro dalle dita tenere e che quindi, a causa di questo villeggiante becero, una strana famiglia si ritrovi al pronto soccorso e una bambina che parla un linguaggio segreto si ritrovi su un dito del piede, più punti di sutura di quanti sono i suoi anni di età.
Ecco come si rovina l'unica settimana di vacanze in un anno della famiglia strana.
Ora, io sono strana e vabbeh, ma tutto sommato, la mia smania di isolamento, la ricerca spasmodica di solitudine, il continuo tentativo di allontanare da me la maggioranza degli esemplari della mia specie, si basa su un fondamento inconfutabile: la maggioranza degli umani è composta da imbecilli senza speranza, da leggiadre teste vuote, da incomparabili idioti che non sanno vedere oltre il loro naso e che per questo spesso arrecano gravi danni agli altri senza nemmeno accorgersene.
Bene, dopo aver deliberato che la mia prossima vacanza si svolgerà in un convento di clausura, auguro a tutti questi stupidi idioti una cacarella a fischio che allieti il loro ferragosto. Io quel giorno sarò impegnata a trovare un medico che tolga i punti a mia figlia!