venerdì 31 maggio 2013

La strana storia delle navi di Nemi


La strana storia delle navi romane nel lago di Nemi
Parte Prima
Sottotitolo : una storia incredibile che mi ha colpito tantissimo ma che ho impiegato una settimana a scrivere tanto è lunga. Quindi la dividerò in due parti, altrimenti non lo pubblico più 'sto post...
Caligola. Imperatore Romano

Caligola era il terzo figlio di Agrippina Maggiore. suo padre, Germanico era un generale molto amato dal popolo romano. Caligola Nacque ad Anzio il 31 Agosto dell'anno 12 d.c. Non c'entra niente, ma 1981 anni dopo, io fui investita da un auto mentre uscivo da un cimitero.
Torniamo a Caligola. In realtà il suo vero nome era un altro, ma dato che da ragazzetto accompagnava i genitori nelle spedizioni militari in Germania e indossava nei campi la calzatura dei legionari (la Caliga), i soldati cominciarono a chiamarlo un po' per affetto, un po' per burla, "Caligola". In pratica sarebbe come se ai giorni nostri lo avessero soprannominato "er ciavattella".
Riproduzione della Caliga Romana. Oh, pare non sia mai passata di moda... i turisti tedeschi che si vedono in  questi giorni in visita ai monumenti romani, ce le hanno uguali identiche!

Il 18 marzo dell'anno 37 Caligola salì al potere con l'appoggio di tutti: Senato, esercito e popolo. Fu così che alla giovane età di 25 anni, Caligola fu incoronato imperatore di Roma.
Il suo impero durò appena 1400 giorni, e il suo personaggio viene dipinto dagli scrittori dell'epoca come crudele e spietato. Questa descrizione però, contrasta con l'amore e l'approvazione incondizionati che egli ricevette dal popolo, quindi io mi domando se questi scrittori non fossero un po' di parte nel riportare le gesta del controverso sovrano.
Il motivo di tanta avversione da parte degli scrittori, infatti, è presto detto.
Quella che può essere definita la "stampa" dell'epoca, era composta da ricchi aristocratici, esattamente la stessa classe sociale alla quale appartenevano i senatori, categoria odiata e maltrattata da Caligola.
Il nostro imperatore non perdeva occasione per fare tremendi scherzi ed infliggere pesanti umiliazioni agli odiosi tromboni dei quali gli toccava di circondarsi.
Attenzione, parliamo di ricconi figli di papà, gente importante, quelli nati fortunati perché non avevano mai dovuto affrontare un solo giorno di lavoro duro in tutta la loro vita.
Beh, questo ragazzo di 25 anni che ti fa? Una volta eletto imperatore comincia ad andarci davvero pesante con gli odiosi privilegiati. 
"Senatori! che sarebbe 'sta storia? Ma chi ve li ha dati i posti migliori agli spettacoli di corse delle bighe? Basta! Non ce li avete più. Ve li tolgo. Aho, so l'imperatore io!"
Così ai tempi di Caligola, si potevano vedere aristocratici ricchi e spocchiosi, sgomitare tra la folla per potersi assicurare un posto fra i più umili.
Sarebbe un po' come se oggi allo stadio, un onorevole super divo dei nostri, seduto nella tribuna elegante dove gli spetta un posto d'onore, circondato da altri vip e guardie del corpo, venisse preso e sbattuto in curva in mezzo ad Ultras sudati e strilloni che gli suonano quelle odiose trombette nelle orecchie e lo costringono a cantare cori volgari...dai, ammettiamolo, ci proveremmo tutti un gran gusto.
Fu così che Caligola conquistò i favori della grande massa.
Ma fece anche altro: abbassò le tasse, elargì denaro ai poveri, quintuplicò le feste e le occasioni mondane, organizzò quotidianamente spettacoli dei quali a volte era lui stesso protagonista. Svuotò le casse dello stato, ma ai suoi tempi daje con festini e baldorie!
Insomma, un po' la buttò in caciara, un po' fece il populista, un po' fece il matto, Caligola di certo passò alla storia come un imperatore pazzo. secondo me, tanto matto non era o forse un po' ci era e un po' ci faceva.
Alle volte ad esempio si faceva prendere la mano e faceva ammazzare un paio di senatori solo perché quella mattina si era destato nervosetto. Ad un certo punto poi, sbroccò di brutto e gli prese la fissa di farsi proclamare Dio, così fece mettere una sua statua in tutti i luoghi di culto del regno. Mi sembra quasi di vederli, gli scultori dell'epoca intenti a produrre statue di Caligola in tutte le pose possibili e immaginabili:
"Questa è l'ultima Spartacooo?"
"Ma de che?! Mo' sto matto ha deciso di mette statue pure in Gallia...speriamo che nun ce riesce a conquista' la Britannia, sinnò ce se famo vecchi a scolpì sempre sta stessa faccia de c...."
      
A Roma, dove ti giravi, vedevi una statua sua. Bisogna ammettere che un po' la faccia da matto ce l'aveva
Per inciso, la Britannia non ci riuscì a conquistarla. Si fermò con il suo esercito su una spiaggia della Normandia dove gli prese la fissa delle conchiglie e così mise tutti i suoi prodi guerrieri a passare intere giornate con il sedere per aria e le mani nella sabbia a raccoglierle. Fino a che ad un certo punto, un generale si spazientì:" ah Cali' e mo' basta mannaggia la paletta sporca de sabbia...tornamosene a casa che qui fa pure freddo e stamo tutti a batte le brocchette!"
Dal punto di vista sentimentale poi, non ne parliamo proprio. Il "Novella 50" dell'epoca, riporta che il sovrano aveva una love story con sua sorella...ma che volete, queste erano stranezze che si perdonavano ad un imperatore simpatico che per di più, abbassava le tasse.
Negli anni del suo impero tuttavia, non mancarono le trovate esilaranti. Un giorno (ma questa pare che sia solo una leggenda) per fare un dispetto ai senatori, nominò console il suo amato cavallo "Incitatus" sostenendo che sarebbe stato di certo più utile e saggio di tanti aristocratici. Come è ovvio, i suoi avversari non le prendevano benissimo queste sue alzate d'ingegno e non le trovavano affatto spiritose. Il popolo invece, se la rideva di gusto e appoggiava il bizzarro sovrano.
Fu così che a un certo punto, questo strambo imperatore fu vittima di una congiura e il 24 gennaio del 41 a soli 29 anni, finì i suoi giorni morto ammazzato.
Ma non era tutta colpa sua. Studi recenti fanno risalire queste strane manifestazioni di Caligola e di altri imperatori, a una intossicazione da piombo, detta saturnismo. Il saturnismo di Caligola sarebbe stato causato dall'usanza antico-romana di bere il vino leggermente addolcito tenendolo in otri di piombo. Piombo a parte, se uno si sfonda di vino rosso con lo zucchero, dai e dai la testa un  po' gli parte...
Ma prima di questa ingloriosa fine, fece in tempo a lasciare molti segni del suo passaggio. Numerosi monumenti, templi, statue, ancora oggi visibili nella capitale, furono commissionate dal giovane imperatore. L'obelisco che svetta in mezzo a Piazza San Pietro per esempio, era roba sua.
L'obelisco di Caligola, svetta tra l'albero di Natale e le colonne di San Pietro...il sacro e il profano.

Le Navi
Tra le tante opere d'arte commissionate, ve ne furono due che vissero vicende alterne e bizzarre.
Si trattava di due navi da cerimonia che Caligola si era messo in testa di far costruire sul lago di Nemi, in modo che quando i devoti alla dea Diana (dea della caccia e dei boschi) passavano sulla diramazione stradale che dalla via Appia, portava al tempio di Diana sulle sponde del lago di Nemi, essi potessero ammirare la potenza e la magnificenza del loro imperatore.
Un tratto ancora visibile della via che conduceva al tempio di Diana Nemorense
Una tipica scena dell'epoca poteva essere questa: due viandanti, marito e moglie, passando accanto alle sponde del lago, carichi di doni da portare alla dea Diana, commentavano:
"Ma tu guarda sto matto che s'è inventato! Due navi che occupano mezzo lago! Tiè, guarda che sfarzo! C'ha messo pure le terme sopra...guarda Agrippi' , stanno a fa 'na festa...quante belle ragazze che ballano!"
"Ah Tiberio! Ma che te stai a guardà le cosce de le regazzette?...daje cammina, annamo a portà i doni alla Dea Diana, che se quella se offende quest'anno manco 'na gallina me riporti dalla caccia...già non c'azzecchi così..."
Tratto delle sponde del lago di Nemi dove passa l'antica via

Dopo la morte "accidentale" di Caligola, i senatori non si sentivano ancora abbastanza sazi di vendetta e decisero di condannare il defunto imperatore alla damnatio memoriae, cioè alla consuetudine nel mondo  antico, di distruggere tutto ciò che una persona malvagia (hostes) aveva compiuto in vita. Questa condanna votata dal Senato era la più temuta, e se essa colpiva un individuo ancora vivo diventava una sorte di morte  civile.
Le due navi di Nemi volute da Caligola furono perciò affondate con i loro misteriosi arredi, simboli e ricchezze.
Ma si sa che quando vieti qualcosa, la rendi inevitabilmente più interessante. Così fra la gente del popolo, ancora molto affezionata all'imperatore, si continuò a parlare di lui, delle sue gesta e delle sue navi sfarzose che dormivano sul fondo di un lago.
I nonni, raccontavano questa storia ai loro nipoti, narrando di inestimabili ricchezze che erano state affondate insieme al ricordo di quell'uomo un po' matto che era stato l'imperatore del popolo romano.
Nacque quindi questa leggenda che insieme ai ritrovamenti dei pescatori locali non fece mai dimenticare del tutto la storia delle navi di Caligola.
Ogni tanto infatti, qualcuno credendo di aver preso un grosso pesce, tirava su la lenza e si trovava attaccato all'amo un vaso di terracotta. Mi piace pensare che fosse lo spirito di Caligola stesso che si aggirava ancora per quei luoghi e con quei ritrovamenti sembrava voler dire:" nun ve dimenticate del ciavattela, che ve possino caricavve!".
To be continued...

mercoledì 29 maggio 2013

Premiata e incasinata


Allora, la Farfalla dice alla Strana"dai, passa da me che ritiri il tuo premio"
Io, dopo il momento di giubilo penso per prima cosa che sono davvero lusingata, poi però penso:"oh mamma, ci risiamo, finora avevo elegantemente (ma nemmeno troppo, non faccio quasi mai le cose elegantemente) evitato di riscuotere questi premi, perché poi mi incasino, non so bene cosa scrivere, non so a chi dare il premio a mia volta, non so come avvertire chi ha vinto il premio, non so come e dove mettere l'immagine del premio. Insomma questa storia dei premi è troppo grande per me!
Comunque, scusandomi in anticipo per il post illeggibile che ne uscirà, ci provo, e come viene, viene.

Dunque, come è che si faceva? Ah sì, SALVA IMMAGINE SU ROTOLO CAMERA (è così che il mio IPad chiama la cartella dove salva le foto...bah)
Per ora l'immagine la lascio là, poi vedremo.
Poi cos'altro?! Ah, sì, le domande, copiamo le domande dal sito della Farfalla (mamma mia, se L'Altra si accorge di quanto sono impedita, mi fa nera...ti prego Farfalla, non le far leggere questi farfugliamenti senza senso):
Domande a cui devo rispondere:
Ti chiedi se sei davvero felice? NO, MEGLIO DI NO.
Dove vorresti abitare, in alternativa a dove già lo fai? VORREI TANTO TORNARE SUL MIO PIANETA DI ORGINE DAL QUALE DEVO ESSERE CADUTA MENTRE ANDAVO A BUTTARE LA SPAZZATURA IN UN BUCO NERO DI UN'ALTRA GALASSIA. È COSÌ CHE SONO ARRIVATA SUL PIANETA TERRA.
Sfidi i tuoi limiti (in cucina, con dei lavoretti nuovi da fare in casa)? SI, MA SPESSO LE CONSEGUENZE DI QUESTA MIA AUDACIA, RICADONO SU MIO MARITO
Un desiderio che vorresti realizzare entro l'anno? PASSARE UNA SETTIMANA DELLA MIA VITA IN UN TRULLO.
Ti piace la tua età? COS'È? UNO SCHERZO?!
Romanzo o classico della letteratura? ROMANZO, ANCHE SE ORA MI SONO LANCIATA NELLA LETTURA DI UN CLASSICO CHE MI STA APPASSIONANDO E STRAPAZZANDO ALLO STESSO TEMPO.
Qual'è il momento migliore per andare in vacanza (estate, inverno, sotto Natale, ..)? ADESSO, PERCHÈ SONO AD UN QUARTO D'ORA DA UN ESAURIMENTO NERVOSO.
Cosa non ti piace della tua città? INTANTO HO GIÀ DEI PROBLEMI AD INDIVIDUARE QUALE SI POSSA DEFINIRE LA MIA CITTÀ, COMUNQUE CREDO IL FATTO CHE LA GENTE SUONI IL CLACSON PER FUTILI MOTIVI.
Una cosa che a scuola non vorresti ci fosse? LA RETTA DA PAGARE E LE GITE.
Adotteresti un bimbo? ODDIO MIO! SONO IN CRISI,NON SO COSA RISPONDERE, HO LE LACRIME AGLI OCCHI NON CE LA FACCIO IO CON QUESTI PREMI, NON CE LA POSSO FARE...(e sono corsa in bagno piangendo)
Quante scarpe hai? OK, MI SONO APPENA RIPRESA DALLA CRISI DI NERVI DI PRIMA E ORA ECCO UN'ALTRA DOMANDA ALLA QUALE NON SO RISPONDERE. MANTERRÒ LA CALMA E RISPONDERÒ COSÌ: NON LO SO E NON POSSO CONTARLE PERCHÉ SONO SPARSE OVUNQUE PER CASA.
bene, e questa è fatta...Madonna Santa, ma nell'elenco della Farfalla ho saltato due passaggi!Prima avrei dovuto fare questo:
Elenco dei blog ai quali ho consegnato il premio:
http://ilfavolosomondodiracine.blogspot.it/
http://mammaeco.blogspot.it/
http://icuoridegliangeli.blogspot.it/
http://caosincasa.blogspot.it/
http://lacasadelconigliobianco.blogspot.it/
Altri non li trovo! Ve l'avevo detto, vi avevo avvisato, accidenti. Non sono capace, con questi premi mi incasino!
Ok, cosa devo fare ancora!...ah sì, scrivere 11 cose su di me:
1) sono strana
2) sono inconsueta
3) sono bizzarra
4) sono strampalata
5) sono bislacca
6) sono astrusa
7) sono balorda
e dato che i sinonimi della parola strana sul dizionario dei sinonimi e dei contrari sono esauriti
8) sono seduta su una poltrona bianca
9) sono asociale
10) sono omozigote per l'MTHFR
11) sono a corto di cose da dire su di me.
Ho finito?! No, non ancora, devo prendere l'immagine dal "camera rotolo" e infilarla da qualche parte sul mio blog e pure sul post.
Come sono andata?...un disastro, lo so. Questo è il mio peggior post di sempre. Me ne vergogno e mi scuso con la blogger premiante (cioè la mia amica Farfalla) e con l'ideatrice di questo premio, per aver rovinato così disastrosamente questa bella idea.
PS. Per la cronaca, ho impiegato esattamente altri 26 minuti solo per la storia dell'immagine. Non fa per me, l'ho detto, non fa proprio per me...
Ho pubblicato questo post alle 17.10. Dopodiché è successo questo (se non ci credete lo potete leggere fra i commenti al post):

Io vi avevo avvertito...non dite di no!

martedì 28 maggio 2013

Brevetto di Strana

Sabato le mie figlie prenderanno i brevetti di nuoto, una per la "vasca piccola" e l'altra, orgogliosamente per la "vasca grande".
A me, ne sono certa, consegneranno il brevetto di mamma peggiore della piscina.
A casa nostra, in piscina si va il sabato mattina. Prima lezione in vasca piccola dalle 11.15 alle 11.50, altra lezione in vasca grande dalle 11.30 alle 12.30. Dico solo che per scrivere gli orari ho dovuto consultare i tesserini perché non li ricordo mai con esattezza e vado avanti così da Settembre 2012.
Ovviamente il mio sabato inizia molto prima, perché si sa, il sabato c'è il bucato da fare, le lenzuola da cambiare, il pranzo da preparare e tante altre cose entusiasmanti di noi dive e mamme...
Per questa ragione, intorno alle 10...facciamo 10.30 va', inesorabilmente io realizzo che stiamo facendo tardi.
Così mi precipito a prendere le borse (che fortunatamente lascio già pronte dalla domenica precedente) urlo, strepito, bisticcio con mio marito, lancio oggetti (leggeri, tipo costumi da bagno) e dopo aver indossato la prima cosa che trovo(che può andare dal vestito indossato ad una cerimonia alla tuta che uso solo per casa perché è bucata sul ginocchio) esco di casa regolarmente pronunciando questo discorso:"io non ne posso più, non è possibile che sia tutto sulle mie spalle! Non si può fare questa vita! È sabato anche per me, sapete?! E invece sono qui, con la tuta rotta e i mocassini, struccata e spettinata, e ho lasciato anche il bucato nell'asciugatrice così quando torneremo a casa troverò i panni così stropicciati che sembreranno appena usciti dal didietro di un cane...ah ma io non stiro niente eh?! Scordatevelo!"
L'intero tragitto in macchina si svolge in un'atmosfera di tensione insopportabile. Io sono scontrosa, mio marito di cattivo umore, almeno una delle figlie a turno protesta perché avrebbe preferito rimanere a casa a giocare a "maestre dell'asilo" e sopra la macchina si piazza un'antipatica nuvola nera dalla quale escono saette come nei cartoni animati.
Anche una volta arrivati nel parcheggio, la scena si ripete settimanalmente pressoché identica:
L'automobile inchioda di fronte all'ingresso, scendo io urlando alle mie figlie di sbrigarsi a sganciare le cinture. Nel frattempo prelevo le borse dal portabagagli, lo faccio con stizza e di fretta, così regolarmente faccio cadere una delle mille buste che incredibilmente si trovano lì da circa due settimane, tipo la busta della carta da riciclare che mi riprometto sempre di buttare nel contenitore della raccolta differenziata ma che, dato che non puzza, regolarmente dimentico.
A quel punto, tiro giù qualche imprecazione pesante, così mio marito scende dalla macchina scocciato, non fa commenti sull'accaduto perché il suo istinto di sopravvivenza gli suggerisce di evitarlo e mi dice di andare che intanto lui raccatta tutto e parcheggia.
Io a quel punto afferro i borsoni ed entrambe le figlie per mano (la Dea Kali era una mamma in ritardo) e trascino tutto verso la porta di ingresso.
Entro aprendo la porta con un calcio e urlando: "PERFAVOREMIPUÒAPRIREILTORNELLOCHEHODIMENTICATOITESSERINIGRAZIEEEEE"
La donna alla reception già lo sa, il gomito appoggiato sul bancone, il viso appoggiato sulla mano, non mi rivolge nemmeno uno sguardo e con aria annoiata preme il pulsante per sbloccare il tornello.
Intimo alle mie figlie di passare sotto i braccetti del tornello, altrimenti la povera receptionist dovrebbe sbloccarlo tre volte, e io passo facendo girare i braccetti. Regolarmente però, la cinta della borsa si incastra in uno dei bracci e io vengo trascinata indietro. Impreco dentro di me perché mi vergogno di farlo ad alta voce, dato che tutti i presenti mi stanno fissando chi con disprezzo, chi con compassione. Mi sgancio dall'incastro micidiale e ricomincia la corsa, prima per le scale dove io pretendo di portare le mie figlie per mano entrambe, occupando l'intera scalinata ed impedendo a chiunque di salire o scendere, poi lungo il corridoio, che percorro urlando:"l'ultima porta a destra!" Perché le mie figlie regolarmente imboccano la porta dello spogliatoio sbagliato.
Entriamo nello "spogliatoio bambina" e li si verifica uno strano fenomeno fisico per cui fra noi e le altre persone c'è una netta differenza di velocità. Non ho ancora capito se gli altri vanno a rallentatore o se siamo noi ad essere accelerate.
Alla velocità ridotta si svolge questa scena: nello spogliatoio si ode una rilassante musica che attraverso gli altoparlanti della filodiffusione, infonde calma e buonumore, le compagne di vasca della mia figlia maggiore sono tutte pronte e stanno prendendo la porta per andare a fare il riscaldamento, le compagne di vasca della figlia minore non ci sono perché sono già in acqua. Altre bambine si stanno asciugando i capelli aiutate da mamme calme e anche un po' annoiate con acconciature fatte da poco dal parrucchiere. 
Alla velocità del suono, si svolge invece quest'altra scena: io e le mie figlie entriamo scontrose e in ansia. Io saluto, quasi mai qualcuno mi risponde, io mi irrito e bofonchio frasi polemiche del tipo:"il buon giorno è un optional" poi spalanco tutti gli armadietti alla ricerca di posti liberi, ne trovo due, Poggio le borse e comincio a tirare fuori il necessario, nel frattempo ho già detto almeno tre volte alle mie figlie di sbrigarsi. Le bambine cominciano a spogliarsi lasciando gli abiti sparsi a caso sulle panche. Io tento in contemporanea di recuperare i vestiti sparsi, di rimetterli al dritto e appenderli negli armadietti e di passare a quelle due povere disgraziate, accappatoi, ciabatte e cuffie.
Poi indosso le mie ciabatte e ricomincia la corsa. A volte mi ricordo di far fare la pipì alla piccola prima di entrare in acqua, altre volte lo dimentico. Le conseguenze sono disastrose in questo secondo caso.
Ci affrettiamo lungo il corridoio che porta alle vasche. Sulle scale si ripete la stessa scena di prima ma questa volta salendo. Arrivata in cima, lancio le mie figlie oltre la vaschetta per lavare i piedi perché l'acqua è gelata e perché mi fa schifo e corriamo verso la vasca piccola.
Lì troviamo le due maestre già intente a destreggiarsi fra gli schizzi e i gridolini dei piccoli apprendisti nuotatori e regolarmente mi trovo a fronteggiare le proteste della mia figlia minore che oppone resistenza ad entrare in acqua.
Cerco di convincerla con le buone, ma finisce sempre che mi tocca prenderla di peso e mollarla in braccio alla maestra dove quella furba resta per la maggior parte della lezione ( e io pago...)
Mio marito si rifiuta di assistere alla scena dello sgancio della piccola in acqua perché non lo sopporta, ma io, forte di un colloquio di un'ora con lo psicologo dell'asilo, mi illudo sia la cosa giusta da fare. Se non facessi così, mi assicura lo psicologo, la bambina ne approfitterebbe e non imparerebbe mai a nuotare.
Naturalmente il tutto si svolge sotto gli sguardi atterriti delle altre mamme, le quali mi rivolgono sorrisi di circostanza ma io lo so che in cuor loro pensano che io sia disastrosa e molesta. E chissenefrega, aggiungo io.
A quel punto arriva l'insegnante della vasca grande che preleva mia figlia perché non si può entrare in acqua senza aver fatto un minimo di riscaldamento. Lo ribadisce sempre fissando me e accusandomi senza dirlo apertamente, di essere la solita ritardataria.
Infilo la cuffia di silicone sulla testa di mia figlia, puntualmente le strappo un centinaio di capelli e lei urla, ma la cuffia di silicone è impermeabile e così nella mia testa malata, mi assicuro che mia figlia non passi un'ora con i capelli bagnati a prendere freddo.
Mio marito prende posto sulle sedie della vasca dei grandi e resta lì, obbligato da me perché non voglio che la bambina si volti e non veda nessuno a guardarla. Io invece mi posiziono sulle panche della vasca dei piccoli. Non rivolgo la parola a nessuno e nessuno la rivolge a me. Tiro fuori il mio enorme libro e mi nascondo dietro di lui. Leggo qualche riga e poi tiro su il naso per guardare quella peste che fa la pigra, mi indigno e giù di nuovo a leggere fino al momento dei tuffi. Mia figlia è la campionessa di tuffi della piscina. Fa certi tuffi a bomba che sembra che abbiano lanciato in acqua una toro di seicento chili per quanti schizzi fa. 
Dopo il maremoto provocato da mia figlia, si riparte. Ciabattine, accappatoio, cinque minuti a fare il tifo per la sorella maggiore a bordo vasca grande e poi via negli spogliatoi.
Nelle docce, una donna molto paziente che calza delle calosce e indossa guanti fino ai gomiti, preleva mia figlia e la lava, me la rende dopo alcuni minuti lavata e strizzata.
Io la recupero e la asciugo. Il tutto naturalmente sempre a grande velocità ed allietata dalle lamentele della piccola che pretende le sue due caramelle gelèes.
Finito con lei, prendo baracche e burattini e trasferisco tutto nell'altro spogliatoio, invio un sms a mio marito con il numero di armadietto dove ho riposto le cose e parto baldanzosa verso il supermercato. Eh sì perché il sabato noi dive e donne facciamo anche la spesa. 
Dunque quando sabato prossimo mi consegneranno questo brevetto di madre peggiore di tutta la storia della piscina, lo mostrerò con orgoglio alla folla, farò le foto di rito e poi vorrei finire in bellezza, magari eseguendo un tuffo a bomba tenendo il naso tappato, vestita di tutto punto con un abito di seta e strass, scarpe con il tacco e la cuffia di silicone in testa, o una cosa così.






domenica 26 maggio 2013

Cronotermostati impazziti


Ore 18.24 il dito indice della mia mano destra premeva incredulo quel pulsante. Intanto scuotevo il capo ed affermavo:" ma che cavolo di giorno è oggi?"
"26 Maggio, domenica" ha risposto preciso come uno svizzero il mio amato sussurrando.
Ebbene, quel dito incredulo premeva il tasto di accensione dei termosifoni.
Avevo una morsa allo stomaco e i brividi di freddo, il termometro interno segnava 16.5 gradi centigradi.
Intanto le mie figlie correvano allegre per casa vestite da carnevale. Erano la principessa Aurora e Trilly e rincorrevano un fantasma che, in quanto tale, non poteva essere visto se non da loro.
Mi sono affacciata dalla porta del bagno e mio marito, immobile, nascosto dietro un lungo asciugamano bianco che teneva con entrambe le mani teso sopra la sua testa, faceva le poste al cane per capire da quale passaggio segreto la creatura di razza canina che ci è toccato in sorte di accudire e sfamare, riuscisse ad evadere dalla sua gabbia dorata e molto troppo grande, per invadere prepotentemente il nostro giardino dal quale questa mattina è scappata finendo in strada.
Per inciso la fuga dello stupido quadrupede, ha rovinato la nostra piccola gita al museo delle navi romane, dove siamo stati raggiunti dalla telefonata allarmata della vicina di casa (la madre dell'architetto) che ci avvertiva che Gea aveva saltato il recinto, era entrata nel suo giardino, aveva fatto esplicite avance sessuali al suo cane maschio, aveva lasciato una cacca di dimensioni taurine esattamente al centro del piazzale e ora si aggirava raminga per la stradina.
Le mie dita erano rigide e blu per il freddo mentre alle 18.55, brontolando, infilavo il bucato nell'asciugatrice e con gesto stizzito premevo il testo play della famelica macchina assetata di corrente elettrica.
È evidente che la mia famiglia, cane compreso, sia affetta da meteropatia.
Non è solo la fantasia di una tipa strana, la scienza ha ormai riconosciuto che un cambiamento improvviso delle condizioni climatiche generali innalza la soglia dello stress. quindi una persona perfettamente sana, magari un po' stressata, stralunata o stramba come me o uno qualunque dei miei familiari stretti, somatizza i cambiamenti climatici improvvisi come forme di disadattamento e comincia ad avvertire nervosismo, irritabilità, ansia e angoscia.
Io in questo momento c'è li ho tutti e quattro questi stati d'animo.
la meteropatia è dunque una malattia riconosciuta, ha varie forme e sfaccettature e molteplici sono le cure che vengono prescritte per curarla. 
Naturalmente nessuno di noi assumerà farmaci o inizierà terapie di alcun tipo, ci limiteremo a confidare nella clemenza degli dei che inviino il tanto agognato bel tempo su noi poveri mortali. Oddio, forse un po' di bromuro al cane glie lo potrei anche smollare con la scusa della meteropatia, magari si da una calmata.
Dunque è questa malattia che causa il nostro malumore.
Oppure è solo il fatto che questo tempo ha inevitabilmente, inesorabilmente, indiscutibilmente rotto le palle!






sabato 25 maggio 2013

Esaurita e dolorante



Sono uno straccio
Sono distrutta
Sono spappolata
Sono scoppiata, per citare il grande Iannacci: "...hai presente un canotto mordicchiato da un dobermann?"
Vengo da diversi giorni di lavoro pressoché ininterrotto grazie al quale mi illudo di aver salvato un martoriato fiume dall'ennesimo sversamento di materiale inquinante. Ma chissà se poi è vero che ci sono riuscita...
Comunque la cosa più grossa che ci ho guadagnato è stata un mal di testa che stenderebbe un cavallo e che mi ha costretto a prendere una medicina bomba che ora mi farà venire un gran mal di stomaco.
La cosa peggiore è che per molti giorni ho anche dovuto trascurare il mio amato blog e tutte le amate persone che lo leggono.
Ma rieccomi qua, pronta a riportare fedelmente episodi della mia stramba vita.
Tipo ieri, quando per un insopportabile senso di colpa che vivevo nei confronti delle mie figlie. Ho deciso di portarle ad un cinema multisala. Di quelli all'americana, pieni di luci, suoni, occhi di persone, mani di persone, piedi di persone, teste di persone, negozi kitsch, odori sintetici, cartelloni a grandezza d'uomo e enormi parcheggi.
Ma cominciamo dal motivo per cui mi sentivo in colpa.
Il fatto è che io con queste gite scolastiche proprio non riesco a sintonizzarmi.
Dopo la gita dei soli bimbi, ora mi volevano coinvolgere nella gita con i genitori. Questa volta però la presenza degli adulti sarebbe stata del tutto superflua. La gita si svolgeva in un maneggio. Saremmo dovuti rimanere tutta la mattina a guardare i nostri figli fare una fila interminabile per poter salire cinque minuti su un povero cavallo, avremmo dovuto partecipare tutti insieme ad un pranzo a base di cotoletta e patatine fritte e infine ci saremmo dovuti sorbire tre ore di "gioco libero" (così hanno definito il tempo dopo pranzo in cui nessuno ci avrebbe filato e ci saremmo dovuti arrangiare in un prato probabilmente infestato di cacca equina).
Il tutto alla modica cifra di 30 euro per ciascun bambino. Per fortuna che la scuola aveva magnanimamente deciso di non andare in pullman perchè altrimenti ci sarebbe costata 50 euro, sta pagliacciata!
All'inizio avevo dato la nostra adesione, ma poi l'immagine di me e delle mie figlie che mangiavamo patatine fritte con un cavallo che ci osservava dalla finestra scuotendo la testa in segno di disapprovazione, aveva preso il sopravvento e così ho ritirato le povere marmocchie inconsapevoli da quella farsa.
A quel punto è subentrato il senso di colpa. Le compagnucce di scuola, lunedì racconteranno della gita alle mie figlie e per questo io potrei essere crocifissa. Per il momento confido nella memoria corta dei bambini della loro età e spero che il weekend lavi via dalle testoline di tutti i bambini i ricordi della gita e che io possa sopravvivere alla presa di posizione. Certo però non confido troppo in questa possibilità.
Per placare il mio senso di colpa, ho promesso alle bimbe che le avrei portate a fare qualcosa di bello e divertente e che non le avrei mandate all'asilo.
Il fato non mi ha aiutato, dato che il meteo ha deciso di rammentare a tutti noi quanto faccia freddo nel mese di Novembre anche se siamo a fine Maggio.
Quindi venivano automaticamente escluse tutte le attività che si possono fare all'aperto.
Rimaneva il cinema e io per rendere l'avventura ancora più entusiasmante ho optato per un multisala holliwoodiano, sperando in quel modo di impressionare le bambine con quella sfarzosità un po' kitsch e infantile di cui gli americani detengono il primato mondiale.
Non avevo fatto nemmeno i conti con le antipatiche ed inflessibili 24 ore che compongono una giornata.
Questo lavoro grosso e faticosissimo, mi ha impegnato completamente le giornate di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì e ho dovuto lavorare al ritmo di dieci ore al giorno per potermi concedere un mezzo pomeriggio libero e portare le bimbe al cinema (...che vita de' merda che faccio!)
In mio aiuto sono accorse anche le sagge nonne. La nonna paterna mi ha aiutato martedì e mercoledì facendo le mie veci in casa, badando alle bambine e soprattutto lasciandomi una casa talmente brillante che ancora risplende, nonostante noi, a giorni di distanza dalla partenza della nostra inimitabile "maghetta del pulito"!!
Mia madre invece si è spupazzata le piccole pesti per tutto il giorno di venerdì. È passata a casa mia a prelevarle sin dalla mattina, io le ho letteralmente tirate in macchina sentendomi un mostro perché avrei voluto ripagarle della gita mancata passando insieme a loro una giornata speciale e non smollandole alla nonna in attesa del mio arrivo.
Ma tant'è. Non potevo fare altrimenti, quel fiume aveva bisogno del mio eroico intervento! 
Ho lavorato con due computer contemporaneamente per fare prima ( non lavoro alla NASA, ho due computer talmente vecchi che mentre uno processa un file faccio in tempo a prepararmi un caffè, quindi nel frattempo uso l'altro...)
Ho mangiato quattro polpette avanzate dalla sera prima, con il piatto poggiato sulla tastiera (e poi ho il coraggio di lamentarmi dei miei computer...)
Avevo deciso che alle quattro del pomeriggio, cascasse il mondo, avrei spento tutto e sarei andata dalle mie figlie. In realtà sono riuscita sganciarmi alle quattro e tre quarti e mi sono precipitata a riprendere le povere piccole abbandonate.
A quel punto è iniziata la nostra fantastica avventura al supermegaipercine.
Ho coinvolto in questa meraviglia anche mia madre, mia sorella e mia nipote, che credo a turno abbiamo desiderato che la poltrona del cinema sprofondasse e mi inghiottisse per sempre, tanto sono stata antipatica per tutta la serata.
Siamo arrivate nel parcheggio alle sei meno cinque e io tanto per cominciare, ho sbagliato parcheggio costringendo tutti a fare un lungo percorso, sferzati da un vento polare, per arrivare allo stabilimento.
Lo spettacolo sarebbe dovuto cominciare alle sei e dieci, ma per un ritardo del fottuto cinema, abbiamo dovuto aspettare fino alle sei e cinquanta (l'idea è americana, ma la gestione è italiana e gli orari si sa, da noi sono spesso un'idea astratta).
Per intrattenere le bimbe siamo entrati nella sala giochi dirimpetto alle sale cinematografiche.
Un incubo.
Un tripudio di luci, suoni che si sovrapponevano, gente impazzita (poca a dire la verità) oggetti di tutte le forme e dimensioni. Sono andata in confusione nel giro di 43 secondi.
Avrei voluto scappare così lontano da vedere quel posto come un piccolo puntino all orizzonte, ma ho resistito e sono rimasta.
La mia reazione, complice il mio stile di vita completamente avulso dalla società e soprattutto dopo quattro giorni di reclusione e isolamento forzati è stata più o meno la stessa che avrebbe avuto un aborigeno se fosse stato infilato improvvisamente in quella piccola Babele.
Mi guardavo intorno smarrita, con sospetto, temevo di perdere le mie figlie, ero confusa, non riuscivo a sentire una parola di quello che mi dicevano e tutto questo ha provocato in me una reazione di nervosismo che mi ha reso ancora più antipatica del solito.
Avrei voluto trascinare tutti fuori da quell'inferno, ma mia madre e mia sorella mi hanno convinto a far fare almeno un gioco a quelle due piccole asociali che ho messo al mondo. Almeno per far provare loro l'ebbrezza di essere delle bambine ordinarie.
Va bene, ho acconsentito e le ho infilate nelle macchinette a scontro.
Il gioco è andato bene per metà. Una figlia si è divertita da matti, riusciva a pilotare l'automobilina come una novella Schumacher e si destreggiava come una che la sa lunga.
L'altra figlia invece è andata nel pallone. Non riusciva a controllare il veicolo e infine il volante si è incastrato e lei ha cominciato a girare intorno in modo incontrollato puntando le braccia verso di me terrorizzata, in una vana richiesta di aiuto, fino a che non ha provvidenzialmente arrestato la sua folle corsa contro una barriera in gomma e io sono andata a salvarla.
Approfittando del piccolo incidente, sono riuscita a tirare tutti fuori da quel girone infernale.
Fuori faceva freddo, ma almeno avevo eliminato luci intermittenti, suoni antipatici quanto quello della sveglia alle cinque di mattina, occhi spiritati di adolescenti che sfogano le loro frustrazioni accanendosi sui pulsanti di un videogame.
Abbiamo atteso ancora a lungo prima dell'inizio del film. Per fortuna abbiamo trovato rifugio in una libreria e alla fine il tempo è passato.
Il film prescelto era Epic. Se mi è concessa una piccola recensione, a titolo assolutamente personale devo dire che a me è piaciuto molto e anche alle mie figlie e a mia nipote. Peccato che prima di vederlo ci siamo dovute sorbire una buona mezz'ora di odiosa pubblicità assordante.
Ma che vuoi pretendere di andare al cinema e vedere solo il film? Non esageriamo.
Il problema è stato che tra il ritardo e la pubblicità, siamo usciti alle nove di sera.
Le bambine dovevano mangiare, poi dovevamo tornare a casa prepararci per per andare a dormire e addormentarci. Per di più io ero sola perché l'uomo di casa era in missione.
Mi è presa la smania di andare via. Ho trascinato tutti in macchina e ho rifiutato la gentile offerta di mia madre di andare a cenare da lei perché si sarebbe fatto troppo tardi.
Ho dovuto accettare di comprare un toast al McDonald, cosa che mi trova assolutamente contraria perché, diciamocelo, il McDonald fa schifo! Il pane sembra gommapiuma e il formaggio ti lascia in bocca un sapore strano come dopo aver mangiato una busta confezione famiglia di Fonzies.
Ma dato l'orario, la stanchezza, mia figlia che stava per addormentarsi in piedi, ho dovuto mettere da parte le mie convinzioni salutiste e mollare alla mia prole questi toast, facendoglieli mangiare in macchina mentre risalivano la nostra amata montagnuccia.
Mi sono rifiutata anche di prendere l'Happy Meal, che guarda caso aveva per tema anche i personaggi del film che avevamo appena visto. La verità è che non sapevo nemmeno cosa fosse sto Happy Meal e così per scoprirlo, sono andata a guardarlo questa mattina su internet. Ho letto questo:
HAPPY MEAL, IL NOME GIUSTO!

Porta a pieno titolo il suo nome, il nostro Happy Meal! Ha tutto per rendervi felici. È un menù vario, con prodotti che i bambini adorano ed è soprattutto ben concepito: un piatto principale, un contorno, un dessert e una bevanda. Un vero pasto!

AVETE DETTO VARIETÀ?

McDonald’s dedica un'attenzione particolare alla qualità nutrizionale dei prodotti proposti ai bambini.
Studiato per rispondere ai loro bisogni, l'Happy Meal è:

› un menù strutturato e completo: con un piatto principale, un contorno, un dessert e una bevanda,
› prevede porzioni adatte ai bambini (il formato delle patatine e delle bevande è più piccolo di quello proposto nei menù per adulti),
› include dessert concepiti appositamente per i bambini: uno yogurt da bere BIO, uno snack al Parmigiano Reggiano e infine la frutta.

Oggi, scegliendo tra i 4 panini, i 2 contorni, le 10 bevande e i 4 dessert, vostro figlio può comporre 288 diversi menù!

GRAZIE A QUESTA VARIETÀ POTRÀ:

› soddisfare i principali bisogni del suo organismo in piena fase di crescita con un solo pasto,
› scoprire nuovi gusti,
› scegliere come fanno i grandi e imparare quindi a essere più autonomo!

Tra le 288 combinazioni di menù possibili, il 60% non supera il fabbisogno calorico di un bambino per pasto*.

*pari a 528 kcal - GDA (apporto nutrizionale consigliato) per la popolazione italiana, calcolati per un bambino di 6 anni, media maschi-femmine, per un livello di attività fisica medio.

....
Questi sono pazzi.
La fine di questa storia è che tutti i miei familiari mi odiano. Le mie figlie ancora no, ma da lunedì probabilmente sì è il mio mal di testa è inesorabilmente peggiorato.
Questo cinema non ci voleva.






sabato 18 maggio 2013

Vuoi essere trendy? Fai il Batmanning


Ma che stiamo scherzando? Ma che non avete mai fatto il Planking?...noooo, non posso crederci! Correte subito ai ripari.
Innanzitutto vorrei sottolineare che sono venuta a sapere di questa moda da un mio cugino più giovane ma più saggio di me. Lo ringrazio per avermi introdotto alle gioie delle mode internettiane (l’ho inventata io questa parola e vorrei brevettarla) perché senza di esse, sarei stata una persona meno felice. Oppure no?
Se non avete la più pallida idea di cosa stia dicendo, non preoccupatevi. Vuol dire che siete sani di mente. Ma tranquilli, ci penso io a spiegarvi tutto.
È la moda del momento e non poteva che partire dal Regno di oltremanica. Studenti goliardici dei più prestigiosi college britannici si sono inventati questa novità.
Si fanno riprendere o fotografare in pose plastiche, si pubblicano su internet e giù a ridere come pazzi.
 Allora, ho improntato un breve prontuario con le istruzioni per essere davvero cool.  Dice “ma perché?” Come perché?! E se poi vi capita di andare a Londra e di imbattervi in qualcuno che sta facendo Owling in Hyde Park? Non mi potete mica rimanere interdetti. Non si può rimanere all’oscuro.
Avvertenza: Tutte le posizioni che vi descriverò, andranno assunte mentre un vostro complice vi riprende e poi mette il video su You Tube. Anche una semplice foto può bastare per cominciare.
Cominciamo con qualcosa di facile.
 L’OWLING:
Allora, accovacciatevi su tubi, rami di alberi, parapetti, sedie, tavoli o qualunque posto dove si potrebbe posare un uccello (owl in inglese significa Gufo) e assumete appunto la posizione di un gufo guardando in camera con aria saggia ma un po’ allocca.
PLANKING
questa è solo per chi è fisicamente in forma, quindi consiglio di affrontarla solo se si possiede un certificato medico di sana e robusta costituzione. Sdraiatevi fra due punti di appoggio, uno per la testa e l’altro per i piedi, e rimanete rigidi come manichini più a lungo che potete. Se siete palestrati, potete anche eseguire la posizione poggiando su un solo punto di appoggio sotto la pancia. I più debolucci invece possono semplicemente sdraiarsi  per terra in un parco, su uno scaffale vuoto al supermercato o sulle scale della metropolitana. L’importante è mantenere un’innaturale posizione rigida. Tipo manichino della Upim.
 

KOALING:
Scegliete un palo della luce,  un paletto un albero una statua o una persona compiacente e particolarmente robusta. Attaccatevi al prescelto tipo Koala, avvinghiandovi con braccia e piedi. Se volete, per entrare meglio nella parte, potete farlo  mangiando del bambù.


BATMANNING:
Appendetevi per i piedi a testa in giù ad una sbarra per fare ginnastica, alla porta della cameretta dei bambini o alle tubature sul soffitto del parcheggio del centro commerciale. Se riuscite a trascinare in questa impresa anche altre quattro o cinque persone, è meglio.  Se per caso vi trovate un costuma da Batman, indossatelo. Mi raccomando, attenti a non dare una poderosa craniata per terra, che se vi sfugge la presa di un piede finite al reparto craniolesi.

 CONING:
Entrate in una pasticceria e ordinate un cono gelato, mi raccomando di pagarlo prima. Quando il gelataio vi porgerà il cono, voi prendetelo dalla parte sbagliata, cioè dalla parte del gelato, sporcandovi irrimediabilmente le mani. Smanettate bene, perché più vi lordate e meglio viene l’esercizio. Raccomandatevi con il vostro complice di riprendere in primo piano la reazione dell’ignaro gelataio.
Ma se volete davvero essere all’ultimissima moda, allora dovete fare questo:
Il MILKING:
Prendete una bottiglia di latte, recatevi in un posto pubblico, mettetevi in piedi con un braccio lungo un fianco,  fate partire la telecamera e usate l’altro braccio per versarvi con un gesto deciso l’intero contenuto della bottiglia sopra la testa. Mantenete un’espressione seria mentre lo fate.


Ma sopra ogni altra cosa, non chiedetevi mai, ma proprio mai, perché diavolo state facendo queste cose.