domenica 22 settembre 2013

Il mio nuovo lavoro


Martedì 10 Settembre 2013, in un salotto di Strambolandia la madre ha riunito l'intera famiglia per gli stati generali.
I tre familiari allibiti da tanta determinazione, sono in piedi l'uno accanto all'altro, le gambe leggermente divaricate, le mani allacciate dietro il sedere, guardano un punto fisso davanti a loro e ascoltano increduli la madre di famiglia che impartisce loro le ultime disposizioni:
" Famiglia! Domani inizia la scuola, richiedo a tutti voi la massima allerta!! L'organizzazione richiesta sarà di tipo militare! L'operazione sarà denominata ALBA STRAMBA"
La donna mentre parla si batte una cucchiarella di legno sulle mani e cammina nervosamente avanti e indietro di fronte al bizzarro plotone.
"Papà, mamma è strana..." Sussurra la polpetta all'uomo di casa.
"Lo so amore, lo è sempre stata, è ora che anche tu te ne faccia una ragione" la risposta sarcastica.
"Silenzio nei ranghi!" Riprende la donna" chiudete le bocche e aprite bene le orecchie, perché quello che sto per dirvi lo ripeterò una sola volta. Da domani il cronoprogramma delle nostre giornate sarà il seguente:
Ore 6.00 sveglia della sottoscritta. Nell'ora successiva, si svolgeranno una serie di operazioni volte ad agevolare la rapida evacuazione della casa. In quell'intervallo orario è fatto assoluto divieto a chiunque di voi di chiamarmi o alzarsi dal letto. Qualora doveste casualmente svegliarvi, dovrete rimanere immobili nella stessa posizione fino a nuovo ordine. Uniche eccezioni ammesse: numero uno: se una delle minori dovesse avere un bisognino impellente da fare, nel qual caso il padre accorrerà in suo aiuto e la condurrà alla latrina. Numero due: se una delle minori dovesse cadere dal letto, in questo caso il padre la raccoglierà, si accerterà che non siano stati riportati danni gravi e la ricondurrà al posto di combattimento.
Naturalmente in entrambi i casi, la minore subirà tre giorni di rigore per aver attentato alla buona riuscita dell'operazione!"
"Ma..."
"Silenzio!
Ore 7.00 sveglia del resto della truppa. Prestate attenzione perché questa fase sarà estremamente delicata. Al minimo errore, l'operazione risulterà irrimediabilmente compromessa. Alle 7.00 dicevo, il tenete Strana farà irruzione nelle camere da letto. Il padre di famiglia verrà sbrandato senza pietà, le due minori verranno trasportate di peso nel lettone e lì verrà somministrata loro una tazza di latte e cioccolato. Poi le minori verranno trasportate a forza nel bagno dove, dopo aver rispettato le minime norme igieniche, verranno vestite e pettinate inclusa l'apposizione di mollettine e nastrini.
Ore 7.18 il colpo di genio..."
La Strana afferra due ciotole di plastica, una gialla e una arancione dai bordi arrotondati e le mostra orgogliosa alla truppa con gli occhi raggianti
“E queste che sarebbero?!" Chiedono in coro i tre familiari esterrefatti.
" ciotole! La colazione verrà servita alle minori in macchina, all'interno di queste ciotole!! Non è geniale?!...questa, signori miei, si chiama organizzazione!! Secondo i miei calcoli, questa alzata di ingegno ci consentirà di risparmiare tra i 14 e i 18 minuti...vi pare poco?!"
Il marito della Strana questa volta non riesce a credere alle sue orecchie:”ma davvero vuoi far mangiare le tue figlie mentre viaggiate in macchina verso la scuola e per di più nelle ciotole del cane?...”
La Strana alza gli occhi al cielo, si aspettava qualche protesta, ed era certa che Bastian Contrario sarebbe stato il primo dei detrattori:" non sono le ciotole del cane!" E poi rivolta alle bambine:" pensate che bello, mamma riempirà queste ciotole e di ogni ben di Dio...pane e marmellata, cereali, biscottini...e una volta finito di mangiare, potrete giocare a fare le streghette che preparano la pozione magica nel pentolone...e poi questo ci consentirà di parcheggiare lontano dalla scuola e voi potrete arrivare a scuola camminando insieme alle due vostre amichette tanto simpatiche. Che ne dite?!"
"Siiiiiiii!!" La risposta unanime delle due piccole entusiaste.
Strana contro Bastiano, uno a zero, tiè!
Dunque così è iniziata l'avventura scolastica della famiglia Strana. Il cambiamento è epocale, fino a 
Giugno di quest'anno le nostre giornate erano decisamente più ovattate, con entrambe le bambine che andavano ad una scuola materna dove l'entrata era consentita fino alle 9.30, i bambini erano pochi e il parcheggio abbondante. Noi naturalmente arrivavamo alle 9.31.
Da oggi invece si fa sul serio.
La charmant inizia la prima elementare con tanto di lacrima di commozione da parte mia mentre attaccavo le etichette sui quaderni (dopo la sesta pecetta appiccicata però, la commozione si è trasformata prima in contrarietà e poi in invettiva contro la scuola moderna) la polpetta si spara il secondo anno di materna, ma cambiando scuola perché andrà alla stessa scuola della sorella. 
La scuola è impegnativissima, ci sono milioni di etichette da attaccare ( per la polpetta ho dovuto etichettare anche matite colorate e pennarelli...uno ad uno...) un sacco di nomi da ricordare, riunioni a rotta di collo, alzatacce, merende da preparare. Per non parlare dei compiti: La charmant, la prima volta che ha capito che doveva fare i compiti, ha avuto un moto di ribellione e ha urlato:" noooo! Io sono troppo piccola, non posso fare i compiti!!"
Insomma, la famiglia Strana è alle prese con una prova dura e faticosa. Ma io ho capito, sì io lo ho capito che il segreto sta tutto nell'organizzazione.
In altre parole io sono spacciata.
Però c'è da dire che ce la sto mettendo tutta. Prima dell'inizio delle lezioni mi sono preparata una tabellina con i pasti da preparare per le successive quattro settimane. Pranzi e cene scanditi dai quadretti di scuola di mia figlia che mi preparo in anticipo e surgelo. Anche la spesa scaturisce dalle tabelle. Per ora riesco a preparare un primo e un contorno per pranzo e un secondo ed un contorno per cena, con buona pace di mio marito che ha fame e si aggira per casa alla ricerca spasmodica di cibo. "Non azzardarti a toccare niente nella dispensa!" Lo aggredisco spesso " quelle cose servono per il pranzo di giovedì!"
Il poveretto ė già emaciato alla seconda settimana...tra le alzatacce e i pasti "leggeri" va a finire che mi perde pure qualche chilo, sto vigliacco! Io nemmeno a dirlo, non perderò nemmeno un etto.
Ma sto lavorando anche su questo fronte. Ve ne parlerò nel prossimo post.
Per ora vi basti sapere che le mie giornate seguono ritmi da esaurimento nervoso. Per evitare il traffico dei SUV che pretendono di parcheggiare di fronte al cancello della scuola, dai quali scendono mamme imbellettate che poi si vanno a prendere il caffè con le amiche, io parcheggio a circa 500m di distanza e costringo le due scolare a farsi una passeggiatina rilassante (così la chiamo io per invogliare un po' le due povere sventurate) fino alla scuola.
" noi, parcheggiamo qua e ci facciamo una bella passeggiatina rilassante fino al cancello. Godiamoci le belle giornate finché ci sono..."
A nulla valgono le proteste delle mie figlie che mi fanno notare che in quei 500m il marciapiede è spesso stretto e che sulla strada sfrecciano decine di corriere.
Poi lascio la charmant nella sala accoglienza e parte il momento delle coccole con la polpetta. Abbiamo già una panchina tutta nostra dove la polpetta si gode sua madre tutta per lei per circa 20 minuti.
Infine c'è l'abbandono della polpetta tra le braccia della maestra dell'asilo. Non va sempre così male, a volte riesco a lasciarla senza che si disperi, altre volte invece, come oggi, ci produciamo in scene strappalacrime in cui lei tende le braccia verso di me urlando:"mammaaaaa un altro abbraccio, ti pregoooo" e io assecondo il capriccio come una scema mentre la maestra mi dice:" signora, la prego, non ci si metta anche lei..." Poi, trascinata da mia figlia, tutta la classe comincia a frignare, fino a che io non vengo accompagnata delicatamente alla porta dall'assistente della maestra che a mio parere mi accompagnerebbe più volentieri con un calcio nel sedere, ma che si trattiene e mi sussurra:" è normale, è normale...è il distacco, è normale, vada."
A quel punto io mi nascondo nel bagno dei grandi, dal quale si riesce ad origliare benissimo quello che accade nell'aula dell'asilo e trascorro lì una ventina di minuti. I primi giorni si univa a me anche una mamma di una bambina di tre anni, ora non la vedo più e questo mi preoccupa...chissà cosa le è successo...peccato, era nata una bella amicizia tra il water e il lavandino.
Tipicamente ad un certo punto qualcuno bussa alla porta. Io apro e mi trovo davanti un bambino con la divisa delle elementari che si trattiene a stento perché se la sta facendo sotto.
Gli cedo il bagno (tanto mia figlia smette di piangere circa 7 secondi dopo che io sono uscita) e ne approfitto per andare a sbirciare cosa accade nella classe della prima elementare.
Utilizzo sempre lo stesso trucchetto: mi nascondo dietro un pupazzo gigante di Winnie The Pooh e da sotto l'ascella dell'orsetto osservo la charmant che tutta concentrata tenta di fare della lettere "a" meglio che può.
Dopo qualche minuto di spionaggio, invio un sms alla mamma della compagna di banco della charmant che è più ansiosa di me e sta a casa ad aspettare notizie dall'infiltrata speciale. Una volta mi ha anche scritto un sms di risposta con il seguente testo:" beata te che grazie all'inserimento della piccola puoi spiare anche la grande, a saperlo facevo due figli anche io!". Gli strani si attraggono, non c'è dubbio.
A quel punto però inevitabilmente arriva la suora strabica. Non so come si chiami, io la chiamo "la suora strabica" si mette in fondo al corridoio con le braccia a brocchetta e mi richiama all'ordine. "Mamma! Lei ancora qui sta?! Forza forza, vada a lavorare che le bambine se la cavano benissimo"
"La prego suora, ancora cinque minuti!" Cerco di impietosirla. Intanto lei mi ha già preso per un braccio e mi sta trascinando verso la porta borbottando:" benedetta figliola, lo vuole capire o no che qui non si può stare?! Non faccia così altrimenti le sequestro Winnie The Pooh!"
In un attimo mi ritrovo in strada, percorro a ritroso i 500m fino alla macchina con un'angoscia che mi morde la bocca dello stomaco...a volte mi consolo un po' nel forno che trovo lungo la via (accidenti! Ma non ci poteva stare una tintoria?! Che tra l'altro mi sarebbe anche comoda...il forno è una tentazione troppo forte, con quei profumini...) e poi tentò di riprendere in mano la mia vita lavorativa, con scarsi risultati a dire la verità. 
Eh, ma non si possono fare due lavori. Portare le figlie a scuola, soprattutto i primi giorni, è un vero lavoro a tempo pieno! Se qualcuno mi dovesse chiedere che lavoro faccio da oggi in poi, risponderò fiera:" porto le bambine a scuola!"

venerdì 6 settembre 2013

Gita organizzata



Signori, sono aperte le iscrizioni.
Sto organizzando una gita al Divino Amore per una bella benedizione di gruppo!
Questo il programmino:
Ore 7.30 ritrovo nella piazza di Strambolandia e benedizione del parroco del paese.
Ore 8.00 partenza..chi c'è, c'è! Il parroco ce lo portiamo, non si sa mai.
Ore 8.10 sosta presso il Bar Collo dove potrete gustare un ottimo caffè...tutti tranne me, mia sorella, il Super, e Uga che a quanto pare siamo stati colpiti in massa dallo stesso morbo scaghereccio. Dunque a noi verrà somministrato un Imodium (pure a te, Super, che ti opponi tanto all'infallibile compressa!) 
Ore 8.20 arrivo e discesa dal pulmino in ginocchio. Pure mi' madre, anche se le ginocchia le dolgono! Ma' ti devi sacrificare, altrimenti la gita non sortisce l'effetto!
Ore 8.30 avvio del percorso dal parcheggio al santuario sempre in ginocchio mentre il parroco di Strambolandia continua a bendirci incessantemente.
Ore 9.00 arrivo al santuario...aho in ginocchio è un'impresa non da poco!
Ore 10.00 partenza e fine della gita.
Qualcuno starà pensando che io sia un po' più strana del solito oggi.
Questo qualcuno non è ancora stato informato delle mie peripezie degli ultimi giorni. Non che i giorni precedenti siano stati tanto meglio, ma le ultime ore sono state un vero delirio che vale la pena di essere raccontato.
Martedì era il tanto atteso giorno del ritiro del computer comatoso che deve essere portato in un centro di recupero per computer costosi e cocciuti. Ho passato l'intera giornata in casa guardando dalla finestra con occhi e orecchie ben spalancati nel timore di non sentire l'arrivo del corriere. 
Inciso: il mio citofono non funziona da sempre, io mi ostino a non farlo riparare un po' per pigrizia, un po' perché sono convinta così di scamparmi un sacco di rotture di scatole.
Alle 16.30 non si era ancora visto nessuno, così ho costretto mia madre a stabilirsi qui per un paio d'ore perché io avevo la riunione alla nuova scuola della figlia charmant che quest'anno fra lacrime di commozione e ansie varie inizierà le elementari.
Alle 18.30 ancora nulla di fatto, ma a casa mia c'è stato un cambio della guardia. Fuori la madre, dentro il marito di ritorno dal lavoro.
Alle 19.45 è finalmente terminata la riunione fiume (cominciamo male, molto male...) durante la quale entrambe le mie figlie mi hanno assillato perché avevano sete, fame, sonno e dovevano andare in bagno. Quindi io non ho capito un accidenti di quanto ci è stato spiegato dal direttore e dalle maestre, meno male che ci hanno dato dei provvidenziali foglietti riassuntivi anche se al momento non so dove siano finiti.
Comunque, una volta rientrata in macchina, ho telefonato allo Strano trovandolo in uno stato di agitazione tale da farmi seriamente pensare che di li a poco avrei sentito le sirene dell'ambulanza che arrivava per portarlo via.
Diceva cose confuse, intervallava ogni tre parole ad una parolaccia e mentre parlava sentivo che sbatteva i piatti sul tavolo come una massaia indemoniata (evidentemente stava apparecchiando per la cena)
"Non mi importa quanto tempo ci vorrà, ma io vado alla filiale del corriere e lo trovo! Stai sicura che lo trovo questo asino maleducato" urlava rabbioso.
"Ma chi?! Di che parli?! Cosa è successo? E soprattutto, che diavolo di fine ha fatto il mio computer?! Sta bene? è ancora un all-in-one o è diventato un all-in-two-or-three?!!"
La scena, che sono riuscita a ricostruire solo a tarda notte in seguito a ripetuti racconti, si è svolta più o meno così:
Il corriere si è presentato con il suo furgoncino colorato di arancione (e chi vuole capire capisca...che poi mica mi strilla nessuno se lo dico che era un corriere della TNT...ops, l'ho detto) per ritirare il mega computer della strana. Ora, pare sia una regola inderogabile che i computer in regime di garanzia debbano viaggiare all'interno della loro scatola originale, pena la decadenza della garanzia. Dunque la hp consegna la scatola al corriere, il corriere si reca a casa del malcapitato, infila il computer nella sua scatola con il polistirolo e tutto il resto e lo riporta alla hp.
Sì, questo accade in un paese civile e soprattutto a chi non è strano. In un paese civile dove i corrieri non sono una massa di mafiosi ignoranti, prepotenti e totalmente privi di professionalità, magari questo accade anche in 24/48 ore dalla chiamata al centro assistenza.
Ma se sei strano allora no. Se sei strano accade che il corriere impieghi quattro giorni per portarti l'alimentatore nuovo che non funzionerà e poi altri tre giorni per venire a ritirare il tuo computer.
Poi se sei strano e stai anche passando uno di quei periodi dell'esistenza in cui pare che accadano proprio tutte a te, succede anche che il corriere arrivi a casa tua alle 19.30 dopo un'intera giornata di attesa e che la hp gli abbia dato una scatola sbagliata, buona per un tablet, non per il tuo all-in-one con lo schermo grande quanto un tavolino.
Trovandosi davanti a questa scena tragicomica in cui l'autista ha cercato di infilare la scatola sul computer e la scatola sembrava un grazioso cappellino messo sulle ventitré, lo strano ha tentato una prima mediazione:"senti, io ho delle scatole nel garage...magari proviamo a metterlo in una di quelle e lo spediamo lo stesso..."
L'autista, esausto da una giornata di lavoro e messo a terra da quest'ultimo inconveniente, ha immediatamente telefonato in filiale al suo responsabile il quale è andato su tutte le furie: "stai zitto che qui comando io!" Ha risposto a mio marito e ha intimato all'autista di venire via immediatamente e senza il computer.
Lo strano, che è notoriamente una persona dalla grande pazienza e dal forte autocontrollo, ha davvero perso le staffe:" ma come si permette?! Chi è lei?! Mi dica nome e cognome..." Naturalmente il cafone pusillanime aveva già attaccato il telefono.
A quel punto mio marito ha cominciato a sbraitare contro l'autista (immagino la mia dirimpettaia tanto brava ma un po' impicciona come si sarà goduta questa scenetta...secondo me era sul balcone con i pop corn in mano...) "senta lei, lo sa cosa succede se torna mia moglie e trova qui il computer?! Lo sa? No che non lo sa! Quella fa il finimondo, qualche testa salterà questa sera e con ogni probabilità quella testa sarà la mia!! Si prenda questo computer per l'amor del cielo! O avrà sulla coscienza un uomo morto!" E così dicendo ha infilato il computer così com'era con la scatola sulle ventitré in testa dentro al furgone.
L'autista imbarazzato e impaurito ha preso il computer e lo ha lasciato per terra accanto al cancello, poi sgommando è ripartito mentre mio marito inveiva contro di lui e lanciava sassi contro il furgone"maledetti!! Assassini!! Sono morto, lo capite o no?! Mi stacca la testa a morsi! Quella donna è capace di tutto!!" 
Lo ho trovato ai fornelli, intento a girare un triste sughetto scuotendo la testa, era svuotato, depresso, un uomo distrutto.
Mi sono attaccata all'iPad e ho cominciato a scrivere email di protesta a destra a manca. Per pudore non riporto i testi di queste email, dirò solo che in seguito alle mie rimostranze e minacce, sono stata contattata dai servizi clienti di mezzo mondo che mi chiedevano umilmente scusa per l'accaduto e mi assicuravano che da quel momento in poi avrei avuto tutta la loro assistenza. 
Il giorno dopo il fattaccio, tutti eravamo scossi e nervosi. Così ho pensato di prendere le due minori e portarle in un centro commerciale dove mia sorella ha regalato una macchinetta fotografica alla polpetta che la desiderava da mesi e io ho acquistato l'occorrente per la scuola elementare alla charmant.
Tornando a casa, guidavo e contemporaneamente mi domandavo cosa dovessero farci dei bambini di prima elementare il primo giorno di scuola con la valigetta dei regoli aritmetici quando in prossimità di una rotonda, la macchina di fronte a me ha frenato bruscamente. Io, che rispetto sempre i limiti di velocità e soprattutto le distanze di sicurezza, sono riuscita a frenare nemmeno troppo bruscamente, due secondi dopo ho sentito un gran botto e la mia macchina si è spostata di almeno un metro. Mi sono girata a guardare le mie figlie ed entrambe erano in silenzio, con gli occhi sgranati le braccia avanti e le dita tutte allargate. In un attimo hanno cominciato ad urlare:"mamma!! Cosa è successo?!" 
"State bene?!" 
Ho chiesto terrorizzata alle due piccole incidentate.
Assicuratami che la mia discendenza fosse sana e salva sono scesa dalla macchina e in poche semplici parole urlate a squarciagola contro il tamponature credo di avergli fatto passare per sempre la voglia di guidare.
L'ho massacrato con tutta l'aggressività di una madre che ha temuto per l'incolumità dei suoi figli. Ero una belva. 
Non ricordo esattamente le parole che ho pronunciato ma ricordo la faccia del vecchio che si trovava al margine della strada con il suo banchetto ambulante di funghi porcini; mi guardava sconvolto e rivolgendosi al disgraziato ha esclamato:" non scendere dalla macchina che questa te strappa la giugulare con un mozzico!" 
Dopo due ore di tribolazioni fra ambulanze, cid, radiatore del furgone tamponante che perdeva acqua a cascata e macchina della strana che non ripartiva perché avevo dimenticato le quattro frecce accese, alla fine siamo tornati a casa.
In un modo o nell'altro siamo anche riusciti a mangiare una pizza, ma io mi sentivo davvero sottosopra. La testa ha cominciato a girarmi e dopo un po' sono cominciate le nausee. Un dolore lancinante mi ha preso tutta la testa e ho cominciato ad essere confusa...cioè più del solito intendo.
Solo una cosa mi è stata chiarissima ad un certo punto: quando ho sentito mia figlia charmant pronunciare la seguente frase:" mamma, mi fa male il collo..." Non ho avuto dubbi. Bisognava andare subito al pronto soccorso.
Il pronto soccorso di un paese dei castelli romani in una sera d'estate è un luogo ameno dove si incontra una tale quantità di personaggi fantastici che ci si potrebbe scrivere un libro della saga di Harry Potter.
L'attesa è durata circa tre ore durante le quali la charmant ogni tanto mi segnalava un nuovo doloretto:" il ginocchio, la zona lombare, la spalla" e ad ogni segnalazione, la morsa che stringeva la mia testa, premeva di più sul mio martoriato cervello e io, colta dalla disperazione mi accasciavo sulla panchina della sala di attesa tra una vecchia con la pressione alta e un povero Cristo che era caduto quella mattina alle 11.50 (continuava a ripeterlo) e stava ancora in attesa che gli facessero una radiografia (ma tanto la vecchia ipertesa gli aveva già fatto una diagnosi che alla fine si è rivelata precisa come una cartella clinica, con tanto di terapia e giorni di prognosi: "te sei crinato una costola, te becchi 10 giorni di riposo").
La mia pressione misurata da un infermiere scoglionato era 60 su 90. Ho cercato di spiegare all'operatore che per me sono valori assolutamente standard, ma lui mi guardava perplesso, chiedendosi se non sarebbe stato meglio mettermi su una barella.
Durante l'attesa non sono mancati i momenti ilari. Ad un certo punto è arrivata la guardia giurata, si è seduto su una sedia a rotelle vuota, ha fatto una piroetta da equilibrista e ha chiesto un applauso a tutti i presenti (quello con la costola rotta è stato esonerato perché non riusciva a battere le mani) poi si è rivolto ad una signora seduta in sala d'aspetto e ha esclamato:" ah signo' ma tu n'altra volta qui stai?! Ma che c'hai preso la residenza?"
Nel frattempo una donna di colore evidentemente ubriaca urlava da una saletta :" aiutooooo!! Ragazzi come on...padela, padela che non ce la faccio più!"
Più che un pronto soccorso sembrava un manicomio.
Finalmente alle 23.30 era il turno di madre e figlia Strana. Io decisamente non stavo bene, dato che barcollavo più della donna ubriaca, così il medico ha visitato me per prima. Vedendo lo stato in cui ero mi ha comunicato che avrei dovuto fare una TAC. In quello stesso istante, l'infermiera che mi stava misurando la pressione ha esclamato:" buon Dio, ti è schizzata la pressione a 95 su 140!"
La vecchia ipertesa che si trovava casualmente a passare davanti alla sala visita ha esclamato "complimenti signo'...io te frego però, de massima c'ho quasi 200!"
"Sempre così dottore" ho spiegato rivolgendomi al medico "gli ospedali mi mettono agitazione, ho sbagliato a venire qui, ora me ne vado subito, scusate il disturbo, care cose..." Mentre mi alzavo però, qualcuno deve aver acceso una ventola che invece di girare lei ha cominciato a far girare tutta la stanza intorno me. Ero pallida come un fantasma e non riuscivo a tenere le mani ferme.
L'infermiera mi ha fatto sdraiare su una barella mentre il medico visitava la figlia charmant che anche in quell'occasione si è rivelata più equilibrata ed elegante della strana madre.
"La figlia sta bene, è la madre che mi preoccupa..." Ha confidato il medico all'infermiera "dice cose strane, a volte è irritante, appare staccata dalla realtà, sembra un'extraterrestre caduta sulla terra per caso"
" dottore, scusi...guardi che io sono sempre così, lo chieda a mia figlia se non mi crede" mi sono affrettata a precisare.
"È vero" ha confermato la charmant mentre seduta composta si aggiustava la gonna “ mia madre è un po' strana"
Hanno posizionato la mia barella nel corridoio dove ogni tanto passava una nuova infermiera che smadonnava e senza troppa grazia mi spostava in un altro punto.
La charmant si è sdraiata accanto a me e si è addormentata.
Nell'attesa una donna sdraiata su una barella accanto alla mia ha cominciato a parlarmi raccontandomi di essere caduta da una scaletta mentre trapanava il muro del bagno per attaccare il bastone della tenda. Mi ha parlato di suo figlio di quattro anni e conversando con lei ho avuto l'impressione di non trovarmi poi in un posto così assurdo.
Mentre lei mi parlava con una calma invidiabile, io pensavo che mentre mi portavano a fare la TAC, avrei potuto chiedere a lei di dare uno sguardo a mia figlia. In caso si fosse svegliata le avrebbe potuto spiegare che la mamma tornava subito e l'avrebbe tranquillizzata.
Poi però, la sorpresa: è arrivata la dottoressa a farle l'anamnesi perché avrebbe dovuto ricoverarsi e quando le ha chiesto che tipo di medicine prendesse, questa ha cominciato a srotolare una serie di psicofarmaci che avrebbero steso un cavallo. "Sa, soffro di crisi ossessive...ma adesso sto meglio".
Ho afferrato il braccio di un'infermiera che stava passando accanto alla mia barella in quel momento e le ho sussurrato:" se mi aiuta ad evadere da qui, le do 100€! Devo portare a casa mia figlia, TAC o non TAC" 
L'infermiera mi ha minacciato di darmi un sedativo se non la smettevo di straparlare.
Ero disperata, volevo uscire da quella gabbia di matti e soprattutto portare via mia figlia. Mentre escogitavo un piano di evasione spettacolare, è venuto a prendermi un segaligno portantino per condurmi a fare al TAC.
Gli ho impedito di portarmi sulla barella, perché in quel modo avrei dovuto svegliare la charmant e ho incaricato una dottoressa che mi pareva sana di mente di guardare mia figlia:" guardi se quando esco non la trovo qui vicino, la vengo a cercare..." L'ho minacciata e mi sono avviata incerta sulle gambe verso la sala radiografie.
Per fortuna ci siamo sbrigati. 
Il medico si è affrettato a dimettermi e dato che ormai non mi sopportava più nessuno, mi ha fatto una domanda di rito suggerendomi la risposta: "le non vuole essere ricoverata per due giorni di osservazione, vero?!" E intanto faceva di no con la testa e mi guardava brutto.
"È impazzito?! Mi vuole vedere morta?!" Ho risposto mentre lui scriveva sul verbale "rifiuta il ricovero".
Ora sono nella mia cucina, sto stirando il che non è normale. Sono un paio di giorni che sono particolarmente confusa e stralunata...non so. Mio marito è già pronto per riportarmi al pronto soccorso. "Ti compro un bel paio di ciabattine, la vestaglia di flanella e sei a posto..." Mi tenta con un fare sospetto.
Vi aggiornerò sulle mie condizioni di salute.
Spero di scrivere il prossimo post dalle Maldive, dove volerò immediatamente dopo aver fatto sei al Superenalotto (dico, dopo tutte queste sfighe, una botta di fortuna statisticamente dovrebbe capitarmi...) comunque intanto datemi la vostra adesione per la gita al Divin Amore, le Maldive possono aspettare.



martedì 3 settembre 2013

Merda e caviale


Lo so, lo so, domenica c'è stata la festa di compleanno della polpetta.
Lo so, un'altra mamma blogger in questo momento starebbe lì a pubblicare foto di buffet meravigliosi, bambini festanti e atmosfere shabby chic.
Lo so.
Ma io sono strana, quindi non lo farò. Niente reportage fotografico poetico.
Intanto non potrò farlo perché il mio super mega computer ancora è catatonico, oggi è arrivato il nuovo alimentatore. Lo ho provato. Non si è acceso lo stesso. Ho pianto sommessamente, non ho urlato, non mi sono lasciata andare a sproloqui di vario genere. Ho chiamato di nuovo l'assistenza e dopo aver minacciato che saremmo finiti tutti al telegiornale delle 20 se non mi avessero risolto il problema entro pochi giorni, ho ripreso le mie normali attività quotidiane, lasciandomi andare solo ad un gesto dell'ombrello mentre passavo davanti alla finestra del vicino antipatico.
Quindi dicevo, questa festa c'è stata, ed è stata un successone nonostante tutto. Ma io non posso esimermi dal raccontare il tutto, nonostante il quale è venuta fuori questa strepitosa festa.
Partiamo da venerdì.
Dopo circa cinque mesi di assenza, alle 14.25 ho fatto il mio ingresso trionfale nel salone del parrucchiere più trendy di tutti i castelli romani. Dunque io, con le due figlie per mano, le infradito e senza un filo di trucco, stonavo terribilmente con quell'ambiente lounge dove si viene accolti con tisane e cioccolatini, dove il bianco brillante e l'argento si riflettono nei numerosi specchi e le poltrone dove ti lavano i capelli ti fanno un massaggio Shiatsu. 
Nonostante la mia evidente inadeguatezza, un parrucchiere con il nome di un giorno della settimana mi ha accolto festoso riservandomi molte attenzioni...oddio, mi ha strappato circa duemila capelli mentre tentava l'impossibile impresa di spicciarli, e se devo essere proprio sincera non era nemmeno troppo festoso, ma in compenso mi ha messo sulla chioma un trattamento al caviale...no, dico, non so se mi spiego! Uno ai Castelli Romani si aspetta un trattamento alla porchetta, al limite che ne so alla pizza e fichi...ma il caviale in testa è proprio da faraoni. Mi sentivo Cleopatra...
Dunque quella sera, tutta fiera, con una piega impeccabile e dei capelli morbidissimi, ho posato leggiadra il capo acconciato sul cuscino e chiudendo gli occhi ho pensato:" è così che ci si dovrebbe sentire...in ordine, con i capelli fatti e profumata. Una donna insomma...non un uomo delle caverne che spruzza acqua a pressione sul guano del cane e si ritira alle otto e mezza di sera maleodorante depressa e nevrotica!"
Sabato mattina, come al solito di buon ora, la mia giornata è cominciata con una brutta sorpresa: il trattamento al caviale si è rivelato troppo pesante per i miei capelli che per questo non hanno retto la piega, ragion per cui sono andata a dormire con un casco di banane in testa e mi sono risvegliata con un piatto di spinaci all'agro. Ero tremenda, sembrava che in testa avessi un mocio...molto morbido e odoroso ma pur sempre un mocio.
Non che a mio marito siano andate meglio le cose. il poveretto si è fatto l'ennesimo mazzo per trasformare un salto nel vuoto in una scala.

Mentre lui impastava cemento ed eseguiva alla lettera le indicazioni del mitico Irek (il vero realizzatore della scala) io lasciavo che un profumatissimo ragù bollisse il tempo necessario e intanto preparavo spiedini con i marshmallows. Tutto sommato, capelli a parte, il programmino che mi ero fatta proseguiva spedito e così verso le undici del mattino sono uscita per comprare le ultime cose che mi servivano e presa da un momento di femminilità incontenibile, sono passata davanti alla vetrina di un negozio di scarpe e mi sono lasciata incantare da questi fantastici trampoli:

E dai, non si può negare, sono fantastiche...poi se pensate che per la festa avevo deciso di indossare una maglietta a righe bianche e rosse...non ho potuto trattenermi! Sono entrata a spron battuto nel negozio, stringendo tra le mani le mie sette sporte piene di cibo e mi sono rivolta alla commessa con gli occhi sgranati esclamando:" siete pazzi?! Quelle scarpe in vetrina sono fantastiche!"
"Ti credo, il modello è identico sputato a quello di Dolce e Gabbana...solo che queste in saldo le paghi 29,90€...a quelle di Dolce e gabbana, per questo prezzo gli puoi dare solo un'occhiatina, e pure veloce!" Mi ha risposto orgogliosa la ragazza.
Le ho comprate senza esitare nemmeno un secondo pensando soddisfatta che avevo anche uno smalto perfetto per l'occasione. Cioè, a dire il vero lo smalto è della mia figlia charmant, ma sapevo che lei me lo avrebbe prestato volentieri.
Nel pomeriggio ho acceso il forno e mi sono messa all'opera. Avrei dovuto sfornare sei torte rustiche e due teglie formato gigante di lasagne. Sui capelli, per proteggere la mia capigliatura profumata dagli effluvi della lasagna avevo messo una Bandana, tanto ormai la piega era andata in vacca.
Erano le sedici ed io ero intenta ad assemblare l'ultima lasagna e canticchiando un allegro motivetto frantumavo una mozzarella. Avevo letteralmente le mani in pasta quando il mio cellulare ha cominciato a suonare.
Era mia sorella:" È UN DISASTRO! AIUTO! IL WATER HA STRARIPATO...È ARRIVATO FINO AL SALONE...LA CAMERETTA...IL PARQUET...LE PORTE SONO ESPLOSE...NON SO CHE FARE!! COME FACCIO?! COME FACCIO?!"
La mia risposta di primo acchitto è stata:" ma io ora come faccio a correre in tuo aiuto?! Sto cucinando come un'addannata!"
"VABBEH, VABBEH, IN QUALCHE MODO FARÒ TI DEVO LASCIARE, QUI CONTINUA A USCIRE DI TUTTO DAL WATER, DAL BIDET, DALLA DOCCIA! AFFOGHERÒ NELLA MERDA DI TUTTI I MIEI CONDOMINI!! NON HO NEMMENO UN PAIO DI GUANTI..."
"Festa o non festa, lasagna o non lasagna, non posso lasciare la mia unica sorella in queste condizioni!” Ho pensato. Così ho finito di assemblare la lasagna, mi sono armata di calosce, guanti, e attrezzo tira acqua e sono corsa in aiuto della mia consanguinea.
La scena che mi sono trovata davanti una volta arrivata sul luogo del disastro è stata apocalittica.
I liquami avevano ormai invaso tutta la casa e mia nipote era sulla soglia insieme a due enormi valigioni color rosa shocking (le due sfortunate alluvionate, erano di ritorno dalle vacanze). Nel salone intenta a spostare ettolitri di merda armata di straccio c'era mia sorella.
Non aveva nemmeno la forza di parlare, niente lacrime perché le aveva finite tutte, solo qualche conato ogni tanto, un paio di guanti monouso le coprivano sì e no le mani fino al polso, sempre infinitamente trendy con un abbigliamento sportivo all'ultima moda e un perfetto Shatush sui capelli. Al mio arrivo mi ha guardato di traverso senza fermarsi ed ha esclamato con un filo di voce:" è la fine, voglio morire...moriremo tutti spalando cacca..."
Era evidente che la poveretta fosse sotto shock.
Ho preso in mano la situazione...e anche molto altro che non sto qui a specificare, ho indossato i guanti e ne ho passato un paio a mia sorella, ho messo le calosce e guardando i piedi di mia sorella infilati in delle scarpe da ginnastica tecniche e modaiole inevitabilmente intinte nei liquami con tutta la suola ho gridato:" mio Dio Sorè! cambiati queste scarpe che le butti altrimenti...hai un paio di calosce?!"
La risposta mi ha gettato nello sconforto e mi ha fatto pensare che sì, aveva ragione lei, saremmo morte tutte spalando cacca:
"Sei diventata matta?! Certo che ho le calosce! Andavano tremendamente di moda lo scorso anno portate con i jeans! Ma con quello che le ho pagate non le posso certo infilare in questa melma..." E ha continuato orgogliosamente a tirare su quel misto di ogni miseria umana con uno straccio che poi strizzava nel secchio. Ad ogni strizzata, un conato.
Ora, mi preme fare una digressione. Mi rivolgo a colei che ci ha generate:
Mamma, ti prego ammettilo. Sono anni ormai che ti chiedo di confessarlo. Siamo cresciute, possiamo sopportare questa verità che in realtà sospettiamo entrambe da anni: chi delle due è adottata?! Dai diccelo una buona volta...non possiamo essere sorelle nel senso genetico di questo termine, ti rendi conto?! In questo esatto istante ad esempio, proprio mentre ti scrivo,  lei si trova sdraiata sul divano di casa mia, con una copertina addosso e un cuscino sulla testa, in preda ad un tremendo attacco di cervicalgia, ma nonostante ciò, ha già telefonato a tre diverse amiche (durata media di ogni telefonata 26 minuti cronometrati) e contemporaneamente ha risposto a vari messaggi su Facebook e ha pure organizzato via sms un aperitivo con amici cool domani sera. Non può scorrere lo stesso sangue nelle nostre vene, non è proprio possibile! Io a malapena rispondo al telefono quando sono in forma smagliante e pure lì mi urto! Dai continueremo a volerci bene ugualmente...racconta a tutti la verità e non ne parliamo più!
Finita la digressione.
Torniamo all'apocalisse.
Ho capito che a mia sorella stavano sfuggendo le cose di mano, mi sono affacciata nel cesso e la scena che mi si è parata davanti era abominevole...

Vi prego di notare lo scroscio di acqua sul pavimento

Ho intimato a mia sorella di avvertire i condomini di tapparsi tutti i buchi e non farsi uscire nemmeno una goccia di pipì fino a che non avessimo risolto l'increscioso inconveniente, poiché qualunque cosa fosse fuoriuscita dai loro corpi, noi ce la saremmo ritrovata tra i piedi nel tempo che la forza di gravità facesse il suo dovere. 
Così finalmente dal bagno ha smesso di scrosciare acqua con la stessa portata della cascata delle Marmore.
A quel punto, un condomino di ritorno da una piacevole passeggiatina con delle immacolate scarpe da ginnastica bianche, si è affacciato dalla porta e ci ha trovate intente a svuotare il cesso con un contenitore di plastica. "Maria Vergine!" Ha esclamato portandosi entrambe le mani alla bocca e si è offerto di coordinare le operazioni mettendosi sulla portafinestra della cameretta mentre ognuna di noi prendeva la propria postazione:
Io, in ginocchio nel recinto del cane, con il tubo dell'acqua in mano, infilata con tutto il busto nel pozzetto della fogna.
Mia sorella, nel cesso con uno scopino in una mano, il contenitore svuotatazza nell'altra e il secchio vicino ai piedi pronto ad essere riempito.
Mia nipote, accanto al rubinetto, pronta ad aprire l'acqua a richiesta.
Per almeno mezz'ora ho spinto il tubo dell'acqua facendolo risalire su per lo scarico fognario, tentando così di eliminare il tappo che si era formato grazie a svariate salviette umidificate che qualche condomino con la testa vuota aveva reiteratamente gettato nel water incurante delle conseguenze catastrofiche che questo infame gesto avrebbe generato.
Ad un tratto il condomino che dirigeva i lavori mi ha timidamente chiamato:
" scusi signora, stia attenta, ha i capelli intinti in questa orrida poltiglia..."
I miei nervi sono saltati...nella mia testa si mescolavamo immagini di ogni sorta: il parrucchiere che mi spalmava caviale sui capelli, la mia lasagna profumata pronta ad essere infornata, la festa di mia figlia che sarebbe cominciata in meno di 24 ore, la vecchia che abita al piano di sopra che si sforzava sul water e lo riempiva di cacca...
Sono esplosa:
"Adesso tu vai sopra, e getti i tuoi condomini dalla finestra ad uno ad uno finché non esce il colpevole di questo sfacelo!!"
Ho urlato a mia sorella...
Alla fine il tappo è uscito, il water, il bidet e la doccia si sono finalmente magicamente svuotati e noi tutti abbiamo esultato come se avesse segnato la nazionale ai mondiali.
Poi qualcuno ha chiamato l'amministratore di condominio, una donna curata e profumata che è accorsa sul luogo della disgrazia con dei fantastici sandaletti bianchi...evidentemente la calzatura bianca è il must have dell'estate dalle mie parti e lei non si rendeva conto di cosa avrebbe trovato. Ci ha trovate scosse e puzzolenti intente a svuotare la casa dai liquami e ha cominciato a conversare amabilmente con mia sorella dal portone del palazzo, mentre io con il tira acqua tentavo di salvare il mondo dal disastro.
"Scusate, volete un caffè voi due?! Volete fare qualcosa?! Trovatemi quel deficiente responsabile di tutto questo e portatemelo qua!!" Ho urlato minacciosa.
"Ma dai, stai calma, io non posso fare una piazzata ora...per quieto vivere..." Mi ha risposto mia sorella sempre troppo educata rispetto a me.
"Ma quale quieto vivere dei miei stivali!! Stai nella merda fin al collo e mi parli di quieto vivere?!"
L'ho lasciata lì, per quieto vivere, senza ammazzarla. Ho tratto in salvo mia nipote portandola a casa mia e mi sono fatta tre docce, la prima delle quali utilizzando il lisoformio come sapone...incluso sui capelli...
Quella sera abbiamo cucinato e ritagliato cartoccetti fino quasi a mezzanotte, poi domenica mattina ho iniziato alle 6.30 a sfacchinare per finire di organizzare tutto, mentre mia madre (anche lei tornata sabato sera dalle vacanze) infornava crostate a tutta birra nel tentativo di aiutarmi.
Quindi dicevo, nonostante tutto la festa c'è stata. C'è stato il nutrito buffet, le atmosfere shabby chic, il barbecue con le salsicce, la lasagna, lo spettacolo pirotecnico, gli spiedini di marshmallows con i palloncini da regalare ai bambini, l'incursione del cane che è riuscito ad entrare in casa attraverso la finestra del bagno e si è imbucato alla festa in mezzo ai bambini urlanti e tutto il resto.
C'è stato anche l'intrattenimento a cura delle sorelle merda (ormai tutti ci chiamano così) con il racconto dettagliato della disavventura.
Spiedini di Marshmallows con palloncini. Regalino ideato dalla polpetta per tutti i bambini

Il buffet

Pizze e pizzette tutte rigorosamente home made by me

Paninetti fatti in casa...la Nutella è comprata però...

I miei mitici biscottini al cioccolato, le crostatine di mia madre e la crema del cugino Santo e Benedetto
L'impresa del quadrupede fotogramma per fotogramma...
EPILOGO:
Questa mattina ore 9.00
Strana chiama la mamma:" ciao Ma'! Come va oggi?"
Madre della strana:" io sto bene è tua sorella che sta malissimo, pare sia afflitta da una tremenda diarrea, sta sul gabinetto dalle quattro di questa mattina, non ne può più. Sto andando da lei per portarle un Imodium."
Strana:" Oddio mamma, anche io questa mattina ho avuto due scariche, ho un gran mal di pancia...ci saremo beccate qualcosa a forza di inalare Escherichia Coli...porta una confezione di Imodium anche a me, va..."
RINGRAZIAMENTI:
Ringrazio la mia famiglia per essere per me una continua fonte di ispirazione.