lunedì 10 marzo 2014

Cipolle e bonton


Una domenica mattina in casa Strana:
"Sta uscendo il caffè, Quanto zucchero?"
"Manco 'no chicco! O' cafè se beve amaro..."
"Bah, contento tu..."
La pioggia continua a cadere a secchiate sulle finestre, mi affaccio e vedo che fuori fervono gli ultimi preparativi per la partenza...
"Non abbiamo più molto tempo, dobbiamo partire!
"Eeeeeeh e quanta fretta! No momènt' fammi gustare sta tazzuliella di cafè in Santa pace, si peggio 'e muglierema..."
"A proposito, ma tua moglie dove sta? Non la vedo da almeno un'ora..."
"Chilla poverella sta a tribola'...tutte quelle bestie, tutte azzeccate...e quella puzza Marò e che puzza...ma che r'è?! No cane muorto?!"
" hai ragione, si sente fino a qui...il mio di cane non può essere...sta qui che scodinzola vivo e vegeto...ahò a proposito, il cane ce lo dimentichiamo eh?! Patti chiari e amicizia lunga...sull'arca o lei o io!!"
Non faccio in tempo a dire così che l'inutile quadrupede prende e mi molla una lunghissima pisciata sul pavimento della cucina. Il tempo di trasalire, urlare, saltare in piedi e cominciare a rincorrere il canide che mi giro e Noè non c'è più, è uscito e ha lasciato la porta aperta...
"ma 'ndo va sto vecchio con questo tempaccio, si buscherà una broncopolmonite... Poi si lamenta e dice che c'ha i reumatismi...e ti credo...ma guarda un po' se mi tocca uscire a cercarlo..."
Esco dalla porta di casa riparandomi con l'ultimo numero di Vogue, arrivo in giardino giusto in tempo per vedere Noè che issa la scaletta dell'arca.
"Ehi! Tu! Dove cacchio vai?! Vecchio pazzo, pure il caffè ti ho offerto! Fai salire anche noi, siamo io, lo Strano e due stranissime creature che abbiamo messo al mondo, non puoi lasciarci qui, ahò!! Mi senti?! Facci salire!!"
Noè non mi ascolta più, è indaffarato a dare le ultime disposizioni agli animali:
"Tu, mettiti 'cca, tu invece vai alloco, Addò stanno le giraffe? Forza ragazze che il tempo è denaro...su, in posizione come abbiamo visto nelle prove, iamm' belli su, gli elefanti dove sono finiti, facite ampresso che siete in terza fila su, su...e cing e sei e sette e otto..."
All'improvviso sul ponte della nave tutti gli animali sono schierati in struttura piramidale, Noè solo in prima fila, in seconda fila due giraffe in piedi sulle zampe posteriori, poi elefanti, cammelli, leoni, tutti immobili in piedi ad aspettare l'attacco:
"Can't touch this!" Attacca a cantare MC Hammer e tutti cominciano a muoversi all'unisono in una coreografia hip hop perfettamente eseguita, io assisto allibita a questa scena, soprattutto nel momento in cui tutti, guardando nella mia direzione, con il dito indice della zampa destra fanno di no e con quello della sinistra si indicano una natica.
"Ma siete pazzi?! Smettete di cantare e ballare, qui noi ci affoghiamo oh! Sta arrivando un'onda alta tre metri...e a giudicare dalla puzza, non è nemmeno acqua!! Fermi fermi aspettateeeee...."
Lo scalmanato gruppetto continua a ballare ignorandomi mentre tra le file di provetti ballerini si insinua il mio cane con le orecchie basse e la coda fra le gambe inseguito dalla moglie di Noè che con lo scopettone in mano lo rincorre urlando:"
"Vien' acca! Cane 'e niente! Figlie'ndrocchia!! T'aggiaccire!! Brutta pisciona!"
"Lo stupido canide si è fatto riconoscere pure sull'arca di Noè" penso io scuotendo il capo e dimenticando per un istante la tragedia che si sta per abbattere su di me. Un istante brevissimo perché mi giro e l'onda anomala sta per travolgermi.
Urlo:"noooooooooo...arrivano i franzosi!"E mi sveglio tutta sudata.
Sono seduta sul letto, i capelli piu scompigliati del solito, ho il fiatone e gli occhi ispiritati. Improvvisamente mi accorgo che l'urlo lo ho fatto veramente e mi ritrovo lo Strano in mutande in piedi accanto al letto con una abat-jour in mano che minaccia l'aria:" chi è, dove sta?! Che è? Il ladro?! Dov'è?!"
Poi lo Strano cade in ginocchio e realizza anche lui che è stato tutto un brutto sogno. Nessun ladro, nessun pericolo in vista, solo una moglie pazza che ha fatto un incubo e lo ha svegliato alle sei del mattino urlando frasi incomprensibili.
"Tranquillo, ho solo fatto un brutto sogno...scusa, torna a dormire"
"Tu non sei matta, no. Pensavo di sì, invece no, non sei matta. È molto peggio di così. Tu sei posseduta! Appena mi riprendo chiamo il prete e ti faccio esorcizzare, procaccio boia!"
Sgattaiolo fuori dal letto, questa volta l'ho combinata grossa...io e il mio maledetto sonnambulismo.
Cammino assonnata e urto una sedia " maledetti franzosi" insisto. "Te ne vai o no?" Mi risponde lo Strano al limite della sopportazione.
Scendo in cucina, è lì che mi rifugio tutte le mattine per stare un po' sola con i miei pensieri confusi. Mi siedo, poggio i gomiti sul tavolo e mi porto le mani fra i capelli."Dio mio ma che è questa puzza?!"
Ci penso un momento, la puzza è ovunque: nelle mie narici, in bocca, sulla mia pelle, sui capelli...ODDIO MIO!! Sono io a puzzare in questo modo. Comincio ad annusarmi ovunque, le ascelle, il pigiama, le mani, sì, sono proprio io e puzzo "a cane muorto..."
Mi preparo un caffè, oggi è l'ultimo giorno in cui posso permettermi questa squisita bevanda. Da domani inizierò una dieta delirante che eliminerà dalla mia vita il caffè per ventotto giorni. Quindi in questo week end avrei dovuto scatenarmi: succulenti pranzi e cene, pizza, cornetti, dolci squisiti.
E invece no.
Mi fa male la testa.
Le immagini della serata di ieri cominciano a farsi sempre più nitide nella mia mente obnubilata man mano che l'aroma caldo e rassicurante del caffè raggiunge le mie narici e da lì si insinua fino al cervello procurandomi una scossa di piacere. Dura poco, perché nemmeno l'odore prepotente e confortante del caffè riesce ad annientare la puzza.


Circa dodici ore prima, gli Strani si trovavano in auto diretti verso casa di amici. Mi piacciono questi due ragazzi, hanno due figli anche loro, coetanei delle Stranette e sono sempre gentili e sorridenti.
Io non comprendo la loro simpatia nei miei confronti perché io sono sempre antipatica e mal disposta. Ma non con loro, con loro ricambio la gentilezza...poi però, per non smentire la mia fama da orso Marsicano, quando sono sola con lo Strano li prendo un po' in giro. Bonariamente, si intende. L'ho detto, questi due mi vanno a genio...
Insomma che sarà mai? Li chiamo William e Kate! Ma è solo per sottolineare la loro estrema educazione, i modi garbati, il lessico forbito e totalmente privo di dialetto o parolacce (Dio mio, cosa penseranno di me?!)
Vabbeh, insomma quella sera eravamo ospiti a casa loro, su Strambolandia e zone limitrofe si stava abbattendo una di quelle eccezionali bombe d'acqua alle quali la Natura, ormai stanca dei nostri maltrattamenti, ci ha abituato. La macchina degli Strani procedeva a rilento sulle strade piene di buche (ahò, ma a qualche stronzo è venuto in mente di ripararle un po' meglio 'ste buche che io non faccio altro che vedere squadre di operai con gli impermeabili arancioni che gettano buste di asfalto freddo dentro le buche e poi ci danno giù come matti con quella specie di scopettoni?! Lo volete capire che alla prossima pioggia staremo da capo a dodici?!)
Comunque, mentre guidava tentando di individuare dove fosse la strada tanta era l'acqua che ci cadeva sul parabrezza, lo Strano mi minacciava:" vedi di comportarti bene questa sera...lo sai che a me stanno tanto simpatici questi due..."
"Chi William e Kate?"
"Ecco che cominci! Ti prego per una volta in vita tua potresti evitare di essere imbarazzante?!"
"Ma che dici la Regina Elisabetta verrà a farci visita questa sera oppure data la veneranda età preferirà prendere un tè nelle sue stanze?..."
"Non cominciare! Sii educata, ringrazia sempre, non fare storie, non polemizzare e non fare discorsi sconclusionati come sai fare tu! Siamo intesi?"
"Intesi..." 


Il caffè mi aiuta a svegliarmi, vorrei avere un cornetto per salutare degnamente il periodo della mia vita in cui ho mangiato tutto quello che volevo, nelle quantità che mi pareva a me e alle ore più impensate (periodo che mi è costato parecchi chili accumulati da buttare giù fra lacrime e sudore) ma non ce l'ho e così ripiego sul pane e marmellata "peccato non avere un po' di nutella, vabbeh dopo il pane e marmellata mi sparo un paio di cioccolatini avanzati dalla calza della befana...fottute feste, è sempre così: rimangono chili di dolci, "quello" non li tocca manco con un dito, accidenti a lui e alla sua moderatezza, alle due debosciate non ne faccio mangiare perché non le voglio intossicare di porcherie...e io mi rovino...mannaggia il demonio!" Questi i miei pensieri mentre mi reco in bagno decisa a fare una doccia dove probabilmente dovrei usare la trielina per lavare via l'olezzo.



Arrivati sotto casa dei nostri aristocratici amici, abbiamo dovuto sfidare le intemperie per riuscire ad entrare in casa. A me, mentre tribolavo con gli ombrelli, gli stivali di gomma, la bottiglia di vino, gli impermeabili, i cappelli, le sciarpe, la crostata, i capricci e il terrore che le due bambine potessero ammalarsi, mi sarebbero anche sgorgate dal cuore un paio di parolacce, ma le occhiatacce dello Strano mi hanno fatto desistere dallo scatenarmi.
Una volta arrivati in casa, i due amici ci hanno accolto con la solita cortesia ed educazione. I bambini, dopo essere stati sfamati, sono scomparsi nella cameretta a giocare e noi ci siamo potuti godere una cena in Santa pace...
O per lo meno questo era quello che credevo io...
In realtà mentre consumavano un ottimo antipasto a base di Salame di Cinta, pecorino e vino rosso, io sentivo un odorino inquietante provenire dalla cucina. 
"Questa sera abbiamo pensato ad una cena francese..." Ci ha annunciato lui mentre lei era in cucina a dare disposizioni alla servitù sulla preparazione della cena. No, dico, poi quell'altro si stupisce se li chiamo William e Kate...
"Aia" ho pensato io e poi non so perché ma mi è cominciato a venire in mente il film "il Marchese del Grillo" dove c'era quel prete matto, un personaggio meraviglioso, che ce l'aveva a morte con i francesi, che lui chiamava "li franzosi" e a me faceva ridere da morire perché mi ricordava mia nonna; anche lei detestava i francesi:
"Ma che ne so, mi stanno antipatici...sono spocchiosi...capiscono tutto loro!" Diceva sempre, tutte le volte che per una qualunque ragione si nominava il popolo francese" e poi non sono capaci a mangiare: gli dai una cosa puzzolente e ti dicono che è buona! Non capiscono niente"
Io ovviamente ero d'accordo con nonna, anche se non è che avessi conosciuto tanti francesi in vita mia, a parte Claire, la signora che alle elementari si occupava di tutte le nostre recite facendo da regista e coreografa. Lei però era simpatica. Bruttissima, ma simpatica.



Finita la doccia faccio subito la prova odore che va malissimo. La puzza viene da dentro, non posso farci niente, me la devo tenere e passare l'intera giornata con nausea e mal di testa.
Finito il pane e marmellata attacco con i cioccolatini. Solo due, giuro...vabbeh dai tre...quattro...ok, cinque!
Sono inquieta, vago per casa piegando panni, attività che solitamente allieta tutti i miei week end e intanto penso, rimugino, inveisco.
Si sveglia la Charmant, non mi accorgo di lei fino a che non me la ritrovo in sala, in piedi dritta e immobile accanto al termosifone. Sembra la bambina di un film dell'orrore. Faccio un salto e un urletto. "Amore di mamma, così mi fai prendere un infarto! La prossima volta fai una delle tue tante attività rumorose quando ti alzi: che ne so, starnutisci, inciampa, fai cadere un oggetto, insomma annùnciati che altrimenti mi fai prendere una sincope!"
"Mamma, che cos'è questa puzza?"



Insomma ho passato il resto dell'antipasto ad ingozzarmi, certa che dopo sarebbero seguite pietanze antipatiche come i franzosi. Accompagnavo il tutto con del vino ("mi servirà" mi ripetevo) ad un certo punto, la padrona di casa sparisce in cucina per ricomparire dopo pochi minuti con quattro meravigliose ciotoline. Il servizio era impeccabile e l'aspetto da ristorante. Ma l'odore...l'odore diceva tutto. Mi era appena stata messa sotto al naso una zuppa di cipolle!



Riesco a tenere la Charmant quieta solo con una abbondante colazione, alla quale io naturalmente mi unisco. Per tutto il tempo mi tocca tentare di convincerla a non svegliare il padre e la sorella" sono le sette del mattino, poverini, lasciali dormire...soprattutto papà"
"Perché, che ha fatto papà?"
"Niente, è un po' nervoso questa mattina...".



Non sapevo davvero cosa fare. Io mangio tutto, davvero, sono onnivora non mi ferma niente, non lascio mai niente nel piatto, spolvero come un'ossessa qualunque cosa mi si metta davanti, ma la cipolla e l'aglio...quelli proprio non li reggo!
È più forte di me, sono puzzolenti, pesanti, e prepotenti. Prepotenti sì, perché se uno mette l'aglio nella preparazione di un piatto, secondo me, quello prende il sopravvento e invece di esaltare i sapori di quello con cui si accompagna, li schiaccia e li trasforma tirandone fuori il peggio. L'aglio è un usurpatore e la cipolla è sua sorella. Il peperone no, per esempio. Quello ha sì un sapore forte, ma se uno prepara che so, un sughetto all'ortolana e mette insieme peperone, zucchina, melanzana, basilico e pomodorini, il peperone se ne sta lì al suo posto. Quando ti capita in bocca il peperone, senti il peperone, ma quando ti capita la zucchina, senti la zucchina...non so se mi spiego. Credo che mio marito catalogherebbe quello che ho appena fatto tra i miei discorsi sconclusionati, quindi mi sono astenuta dal farlo di fronte alla zuppa di cipolla. Ma rimaneva il problema di come fare a non mangiare la zuppa di cipolla senza offendere i miei gentilissimi ospiti.



Sono le sette e trenta e la Charmant è incontenibile, non regge più, deve andare a svegliare sorella e padre. Dal padre vuole coccole, dalla sorella, giochi. Non posso farci niente, devo lasciarla andare. E lei va.
Sento la polpetta iniziare subito a parlottare e ridere e lo Strano che fa un verso tipo lupo mannaro che guarda la luna piena "ma che avete tutte questa mattina? È una congiura?!" Mi avvicino lentamente al letto e lui vedendomi incrocia le dita a mo' di croce e mi caccia via.



Ho cominciato a scansare piano piano tutti i pezzi di cipolla dalla fetta di pane infilata per storto dentro la zuppa "mangerò solo il pane, del resto farei bene ad approfittarne perché fra qualche ora, il pane di grano duro me lo scordo...solo pane di grano germogliato..." Pensavo mentre cercavo di girare e rivoltare la ciotola per iniziare questa operazione certosina. Solo che i pezzetti di cipolla erano tagliati così piccoli che rimuoverli tutti dalla mollica era praticamente impossible. Mi sono fatta forza ed ho infilato in bocca il primo boccone. Era pane intriso di un liquido giallastro con il sapore di cipolla, ogni tanto mi capitava sotto i denti anche un pezzetto intero. Un inferno. Immediatamente l'ho buttato giù con un sorso di vino. Avrei fatti così ad ogni boccone. Ma restava il fatto che non mi piaceva, non mi piaceva proprio, ma non potevo dirlo, non potevo fare nient'altro che mandarne giù qualche boccone per non fare brutta figura. Non mi era mai capitato di essere invitata a cena da qualcuno che mi cucinasse qualcosa che non mi piaceva. Come si fa in questi casi? Cosa dice il Galateo? Certo escludevo l'idea di confessare la mia antipatia per la cipolla. Il discorso su cipolla, aglio e peperoni, quello anche era meglio evitarlo. Lo avevo promesso: niente discorsi sconclusionati.



Porto un caffellatte forte allo Strano, che sembra gradirlo. Le due stranette sono prese dal gioco corrono tra le camere e ridono come pazze. Mi fanno girare la testa con tutto il loro andare avanti e indietro. Le redarguisco.
"Bambine! Smettetela, mi fa male la testa..."
"La sera leoni...la mattina..." Commenta lo Strano senza nemmeno guardarmi in faccia.
"Non è che tu hai qualche antenato francese eh?" Gli chiedo sarcastica...
"No, perché?"
"Niente, mia nonna pensava di sì..."


Ero nei guai, gli altri tre commensali mangiavamo cucchiaiate di zuppa facendo complimenti alla cuoca, io ero ancora al secondo boccone. Mi sentivo in colpa. Immaginavo la padrona di casa intenta a tagliare le cipolle a pezzetti piccoli piccoli, perché così la cipolla fa una bella cremina. Me la immaginavo impegnarsi con passione, perché la cucina spesso è amore e cucinare per qualcuno, nella mia cultura è un gesto di affetto. In pratica, per come la vedo io è come se lei mi avesse abbracciato e io la avessi allontanata. È un gesto brutto, non si fa. Evitavo di guardare lo Strano che mangiava con la faccia sul piatto senza mai girarsi verso di me. Lui sapeva cosa stava passando dentro la mia testa e tremava all'idea di quello che avrei potuto dire o fare.



Lo strano e la polpetta stanno facendo colazione a letto, la Charmant gioca con una Barbie e io spizzico qua e la pezzi di colazione altrui (la terza per me). Sto cercando di levarmi dalla bocca quel sapore, ma non se ne vuole andare. Penso alla dieta che mi aspetta da domani e mangio un altro biscotto.



Ero in empasse. Ancora un'altra cucchiaiata di zuppa di cipolla e avrei cominciato a parlare della mia teoria sull'aglio, la cipolla che è sua sorella, i peperoni e tutto il resto, quando la padrona di casa mi ha lanciato l'ancora di salvezza:" prima l'ho preparata tutta entusiasta, poi mi sono venuti dei dubbi, mi so in chiesta se qualcuno fosse che so, allergico alla cipolla..."
Dovevo prendere al volo la fune di salvataggio che mi aveva lanciato inconsapevolmente Kate, aggrapparmici con tutte le mie forze e tirarmi fuori da quella situazione:
"In effetti io sono un po' intollerante alla cipolla, mi piace moltissimo, questa zuppa poi è strepitosa, ma la cipolla mi fa male, per cui se non ti offendi io mi fermerei qui...per non stare male questa notte, solo per quello"
"Ma certo" mi ha risposto la padrona di casa con il suo consueto garbo"mangia pure quella che vuoi e non preoccuparti"
Ero in salvo. Ho continuato a spezzettare un po' il pane in modo che sembrasse meno e alla fine le ho ridato la bellissima scodella praticamente piena. 
Per secondo è andata meglio, c'era una Fondue Bourguignonne. Per saperne di più, ecco un link interessante: http://www.cucchiaio.it/ricette/ricetta-fondue-bourguignonne-francese
Ho mangiato tutta allegra i miei pezzetti di manzo fritti nell'olio bollente e ho ripreso il colorito. Mi sono anche ustionata un labbro perché ad un certo punto avevo dimenticato di cambiare forchetta e ho infilato in bocca direttamente la forchetta proveniente dall'Olio bollente...però a quel punto ero all'incirca al secondo bicchiere di vino, quindi credo di poter essere scusata...per di più, nonostante il dolore lancinante e la vescica che mi sono procurata sul labbro superiore, non ho imprecato, ne manifestato in alcun modo la mia pazzia. Mi sono limitata a dire "aia" mentre dentro la mia bocca si scatenava un putiferio manco avessi ingoiato lava fusa, ma io ferma lì, impassibile. Naturalmente ho spento l'incendio con un sorso di vino.



"Certo questi biscottini insulsi per colazione l'ultimo giorno prima della dieta...potevo fare di meglio, per di più non ne sento praticamente il sapore, tanto sono ustionata, e poi ho un mal di testa...a me comunque, li franzosi mi stanno antipatici come a mia nonna" faccio questo discorso sconclusionato mentre mio marito e la polpetta si alzano dal letto e mi lasciavano a parlare da sola.
"Quando avrai finito questa interessante conversazione con te stessa" mi fa mio marito già sulle scale" ti aspetto in cucina, io mi faccio un altro caffè"
"Eppure secondo me, qualche antenato francese questo ce lo deve avere..." Rispondo io parlottando a bassa voce.
"Che hai detto?" Chiede mio marito dalla cucina, intento a preparare la macchinetta del caffè e in realtà ben poco interessato a quello che dico io.
" Niente, niente, je arrive!"