domenica 17 maggio 2015

Mariongiola. Racconto di viaggio PARTE PRIMA

PROLOGO DI UN RACCONTO SU UN VIAGGIO
Mi affaccio appena dalla porta della camera da letto. Scorgo una massa informe e immobile che emette un gemito flebile."Come ti senti Strano?"
"Ma che ne so? Ho mal di testa, mi sento uno straccio credo di avere la febbre". tre colpi di tosse.

Lo Strano ha preso l'influenza. Io lo avevo previsto.
Si è beccato la coda influenzale, quella peggiore di tutte.
Lo Strano aveva resistito strenuamente mentre tutte noi Strane di casa cadevamo una dopo l'altra sotto i colpi dell'influenza e lui sghignazzava, il perfido. Sosteneva che noi donnicciuole di casa non avevamo il fisico, ci eravamo beccate proprio una bella influenza in piena regola, con moccio, febbre, dolori vari e tutto il resto.
Ora è lui a giacere nel letto incapace di intendere e di volere, ha un occhio gonfio per via della congiuntivite e chiede di essere abbattuto perché sta troppo male.

Esco dalla stanza, mi reco mestamente a preparare del riso in bianco. Non nascondo un sorrisetto che mi spunta sulle labbra. "Sta a pezzi poraccio" dico ad Amichetta che è venuta a trovarmi per cena. Amichetta versa il vino e si preoccupa per lo Strano.
prendo il pentolino e lo riempio d'acqua:" e sì che solo ieri mattina correva per il giardino in mutande. Io dovevo uscire per portare le stranette dalla pediatra, ero di corsa come sempre, urlando di qua e di là, ti vedo lo Strano sereno che si dirigeva verso il cesso".
Amichetta sorseggia il vino e invidia lo Strano per la sua regolarità intestinale.
"L'ho guardato male e gli ho intimato di far entrare il cane ma di tenerlo rigorosamente sul pianerottolo di casa mentre noi uscivamo con la macchina, altrimenti quel quadrupede indisciplinato si sarebbe precipitato in strada non appena intravisto uno spiraglio di libertà. Senonché mentre ero intenta a legare le stranette a doppia mandata con la cintura di sicurezza, ti vedo il cane che fila fuori di casa con la coda fra le gambe e accennando dei conati di vomito e mio marito in mutande, ciabatte, calzini e maglietta della salute che corre dietro al quadrupede. "L'ho dovuta far uscire, questa stava per vomitare, cacchio! Non preoccuparti, ci penso io a non farla scappare, tu sbrigati ad uscire però, guarda io in che condizioni sono". Io invece di aiutarlo o  di affrettarmi, ho inforcato il cellulare e gli ho scattato una fotografia".
Mostro orgogliosa la foto ad Amichetta. "hai fatto bene" commenta lei, mal celando l'invidia che prova nei confronti dello Strano. Pensare alla regolarità intestinale di mio marito la metterà di cattivo umore per il resto della serata. Mi confessa che adesso confida nel Reiki e nei cinque tibetani che forse salveranno il suo intestino. Brindiamo al reiki e alla nuova vita dell'intestino di Amichetta.
Mentre giro il riso mi lamento, dico che non ne posso più, stiamo tutti male da non so più quanto tempo.
 L'ultima volta che siamo stati tutti bene è stata un mese fa, quando siamo andati a Genova. Mi distraggo, la mia mente vaga e torna indietro a quel giorno di Marzo che ci ha visti protagonisti di un'impresa a dir poco ambiziosa.
Faccio scuocere il riso.

ANTEFATTO DEL RACCONTO DI VIAGGIO
Un giorno nell'auto della Strana che procede a singhiozzi infilandosi nel bosco di Strambolandia...
"Allora Charmant, dimmi come va a scuola con la Stronza?"
"Mamma, non chiamarla così"
Mia figlia è troppo ben educata, devo impegnarmi un po' meno.
"Ok, hai ragione, mi correggo. Deve mangiarne ancora di sale prima di poter accedere a quel'appellativo. Come va con la stronzetta?"
"Bene"
"Cosa intendi?"
" Uffa, mamma va bene, insomma lei a volte è ancora cattiva con me, ma io ora mi difendo un po' "
" Ti difendi? Tipo come?"
" Per esempio ora FraFri è più amica mia che sua"
"Uhm. Continua..."
"Niente, cosa devo dirti, questa cosa la fa arrabbiare perché lei è invidiosa"
Sorrido sardonica. Mi gonfio di orgoglio. Non so quanto mia figlia ne sia consapevole, ma in fondo quello che sta facendo è portare via alla stronzetta un'amichetta alla quale tiene molto. Bene, molto bene, mi dico, la bambina sta crescendo bene, troppo educata, ma bene.
"E poi l'altro giorno in classe mi sono arrabbiata tanto perché lei si stava comportando male con me ma senza farsi sentire dalla maestra, così mi sono alzata in piedi ed ho urlato BASTA! NON NE POSSO PIÙ QUESTA MI DA' IL TORMENTO!"
"Sì la maestra mi aveva accennato qualcosa al riguardo, mi ha detto che da quel giorno vi tiene divise, in poche parole te la sei tolta dalle scatole"
"Eh già. Che c'è oggi per pranzo?"

IL RACCONTO
La storia di oggi è il racconto di un viaggio, il dialogo appena riportato avveniva alcune settimane prima. Poi una sera era un venerdì, eravamo a cena noi strani, FraFri e i suoi genitori. Il venerdì alcolico, così lo avevamo definito noi adulti prima che io e la mamma di FraFri ci mettessimo a dieta e bandissimo l'alcol dalla nostra alimentazione detox. Cioè a dire il vero, la mamma di FraFri non è che sia proprio un'entusiasta del dimagrimento, ma io l'ho coinvolta e la costringo a disintossicarsi insieme a me. Via i nemici bianchi (zucchero, sale, farine bianche e latte) via i dolci, il vino e tutte le meravigliose leccornie di cui ci siamo rimpinzate durante il lungo inverno passato e che ci sono costate una decina di chili a testa. Porca Eva.

La mamma di FraFri è anche detta Bellezza del Somaro da quando la mamma invidiosa di un compagnuccio di classe della Charmant la ha appellata così, alludendo alla bellezza tipica della gioventù.
Dunque l'atmosfera era allegra, briosa, direi brilla. Si parlava delle bambine, di come fossero unite, del fatto che fosse nata tra loro un'amicizia molto bella.
E vai col brindisi.


"Bisognerebbe far fare loro un viaggio insieme" qualcuno ha detto.
L'idea è stata festeggiata con un altro brindisi,

"Da tanto tempo vorrei portarle all'acquario di Genova" ho buttato là io.
Cin Cin.
L'attività principale della serata era diventata sparlare dei vari personaggi improbabili che popolano la scuola delle stranette. In vino veritas.
"Ho sempre pensato che all'acquario di Genova avremmo potuto andarci in camper" ho detto io senza pensarci troppo.
Un momento di silenzio.
Bellezza del Somaro, ha accolto con un certo entusiasmo l'idea e per festeggiare ha sorseggiato del buon vino rosso.
Gli uomini non erano altrettanto sicuri che quella del camper fosse una buona idea. Non sapendo bene come prendere l'argomento, tacevano e bevevano vino. Ad un certo punto hanno trovato le parole, quelle sbagliate ovviamente e hanno cercato di dissuaderci con argomentazioni ben poco convincenti, infatti non sono riusciti minimamente nel loro intento.
Così hanno bevuto un altro sorso di vino per farsi coraggio; è stato così che l'idea del camper ha cominciato a diventare meno peregrina nelle loro teste vagamente offuscate dall'alcool.
Quello meno convinto di questo camper era il padre di FraFri, il quale ha un nome altisonante da patrizio romano ma per preservare la sua privacy lo chiameremo con un nome di fantasia: tipo Marino.
Abbiamo fatto altre ipotesi, giusto per fare contenti gli uomini. Si potrebbe valutare la formula treno+hotel oppure macchina+ hotel. Sì, ma troppo costosa, troppo faticosa, poco divertente.
Chiediamolo alle bambine, ci siamo detti. In fondo la gita la stiamo organizzando per loro.
Interpellate le minori non hanno avuto dubbi. La Charmant ci ha subito improvvisato la scenetta del giorno in cui le saremmo andate a prendere fuori dalla scuola con il camper e loro uscendo avrebbero salutato la stronzetta dicendo:"ciaoooo, noi andiamo a Genova con il camper, tu rimani pure al doposcuola a fare i compiti e mi raccomando, divertiti".
Marino, che ben conosceva tutte le sofferenze attraversate dalla Charmant a causa della stronzetta,  ha capito immediatamente:" Si va con il camper" Ha sentenziato senza più ripensamenti.
Un bel brindisi ha salutato la decisione presa.
"Ma siete proprio sicure di fare questa zingarata?" Ha poi chiesto Marino, facendo un ultimo disperato tentativo.
"Alla faccia di chi ci vuole male" abbiamo risposto io e Bellezza  del Somaro facendo tintinnare i nostri bicchieri.
Marino si è visto perso. "e va bene, ma almeno lasciate che ci pensi io ad occuparmi del noleggio della vettura"
Marino aveva già nella sua testa un piano perverso...
CONTINUA...

domenica 10 maggio 2015

Festa della mamma e crisi isterica della mamma

Sono reduce da due settimane infernali. Non so più quanti termometri ho infilato sotto ascelle varie, non so quante medicine ho somministrato (più o meno arbitrariamente) le parolacce il mio pane quotidiano, le imprecazioni non le contavo più, appuntamenti rimandati, lavori slittati, figuracce, tensione. Signori in casa Strana è entrata l'influenza.

La fottuta ondata influenzale tardiva ha travolto tutto e tutti quelli che si è trovata lungo il cammino, tranne lo Strano che per questo motivo si aggira per casa tronfio sostenendo di avere gli anticorpi con i contromaroni. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi. Tuttavia è risaputo che la coda dell'influenza, quella che probabilmente colpirà lo Strano a breve, è la più pestifera e virulenta.

Sabato mattina abbiamo raggiunto l'apice di queste due settimane di delirio collettivo. La Charmant si è svegliata con una leggera febbriciattola che si è trasformata nel giro di poco in un ennesimo picco da 39 gradi centigradi simile a quelli a cui ci aveva abituato negli ultimi quattro giorni. è stato allora che non ne ho potuto più e ho svalvolato.
Di solito al quarto giorno di febbre di un bambino si contatta un pediatra, si decide per la somministrazione di un antibiotico, si effettuano degli accertamenti, cose così.
A casa nostra invece al quarto giorno di febbre, alla mamma prende una crisi isterica.

Ho un ricordo vago di quello che ho fatto e detto in quei minuti di ordinaria follia, ma ricordo di aver urlato, assunto medicinali antidolorifici, terrorizzato il cane, maltrattato mia madre, sculacciato la Charmant, sparato soluzione fisiologica all'impazzata, mi sono rinchiusa in bagno, ho svuotato la lavastoviglie, ho richiamato all'ordine lo Strano che ignaro stava raccogliendo le cacche del cane dal cortile, ho lavorato, sono salita sulla Cyclette ellittica mentre la Charmant vomitava l'antipiretico, ho sostenuto un ritmo forsennato per venti minuti fino a rompere la Cyclette Ellittica, infine mentre insultavo e maledicevo tutti i costruttori di Cyclette ellittiche ho somministrato del cortisone alla Charmant.
Ho distrutto l'ellittica. Non ha retto la rabbia.
Porco boia, non ci voleva la rottura dell'ellittica. Senza di lei la dieta spietata che sto seguendo non mi garantirà il dimagrimento previsto. Ora come farò? Come farò mi chiedo?

Cyclette ellittica a parte, sarà stato il cortisone, o più probabilmente le mie urla, fatto sta che la febbre della Charmant è immediatamente scesa. Si è piazzata intorno ai 35 gradi e non è riuscita a raggiungere i 36 nemmeno a calci nelle successive 24 ore.
Qualcuno ascoltando questa storia ha commentato che ho spaventato il virus della Charmant. Ipotesi per nulla peregrina..

Lo Strano ha anche cercato di rabbonirmi portandomi ben due mazzi di calle come anticipo per la festa della mamma, ma è servito a poco.
Le dimensioni dei mazzi di fiori sono direttamente proporzionali alla disperazione dello Strano
Intanto tutti mi evitavano. Mia madre è scappata alla chetichella, le mie figlie quando mi vedevano passare fingevano di dormire, mia sorella mi ha passato sibillinamente il numero di telefono di un pediatra disposto a fare visite domiciliari, naturalmente a patto che io tacessi e fingessi di essere una persona sana di mente durante la visita.
La mattinata è andata avanti così, fra uno scatto di nervi e una lavatrice perché nemmeno quando è preda di crisi isteriche una si può fermare, porca vacca, commentavo io infilando nervosamente il bucato nella lavatrice. Proprio facendo questa considerazione, la sera a cena ho avuto una delle mie idee geniali:" Io vi ringrazio dei bellissimi fiori" ho detto ai miei familiari fingendo di aver ritrovato il senno " belle le calle, belli i bigliettini di auguri, ma se permettete vorrei chiedere io il mio regalo per la festa della mamma"
Le mie figlie mi hanno guardato insospettite. Mio marito mi dava le spalle fingendo di essere troppo preso dalla cottura degli arrosticini per potersi girare. In realtà la sua fronte si stava imperlando di sudore e lui recitava il rosario in latino chiedendo al suo santo protettore di salvarlo anche questa volta.
"Domani mi preparerete il pranzo della festa della mamma! Io non ne dovrò sapere niente. Sarà una sorpresa. Penserete ad un menù, preparerete la lista della spesa e tutto il resto. Che ne pensate?"
Le Stranette hanno dimenticato all'istante il clima di terrore che avevo seminato fino ad allora, lo Strano invece si è girato pallido, brandendo un arrosticino e ha dissimulato entusiasmo esordendo con un hip hip hurrà niente affatto convincente.
Si sono riuniti tutti e tre in sala lasciandomi sola in cucina. Ogni tanto sentivo lo Strano lamentarsi "eh no ragazze, questa cosa papà non la sa cucinare, faremo un'altra cosa..." Io ghignavo soddisfatta.

La mattina dopo di buonora sono uscita con quel fenomeno del nostro cane e ci siamo recate al bar per comprare cornetti. Il cane ha creato lo scompiglio fra i tavolini rovesciando ben tre sedie e cercando di saltare in braccio ad un'anziana che stava mangiando un saccottino al cioccolato. Le bariste mi hanno lanciato il sacchetto pregandomi di andarmene al più presto. La mia colazione dunque non è stata delle più rilassanti. Porco cane, è proprio il caso di dirlo, la prima colazione decente da un mese e il quadrupede me la manda di traverso.
Tornata a casa ho cercato di ritrovare l'allegria andandomene a correre. 45 minuti spaccachiappe terrorizzata che dall'erba troppo alta potesse spuntare un serpente. Meglio, sono andata più veloce. Cornetto smaltito di sicuro.
Alle 11.30 finalmente i tre cuochi si sono messi all'opera. Questo uno stralcio della conversazione:

POLPETTA:"Voglio pelare io le patate!"
CHARMANT:"no, le voglio pelare io"
STRANO:" ma c'è un solo pelapatate. NO, ferme! così vi taglierete. Ci penso io, voi farete qualcos'altro. polpetta vai a buttare le bucce"
POLPETTA:" ok, mi aiuti Charmant?"
CHARMANT:"No!...papà, la polpetta mi dà le sederate"
STRANO:" Non litigate, ferme non mi fate impazzire. Ferma polpetta, quella patata non va bene, è lessa. Da dove cacchio è spuntata una patata lessa?"
POLPETTA:" Papà non si dice cacchio"
STRANO:"Dove cavolo stanno le teglie piccole...ah eccole qui. Su mettete la carta forno nella teglia. Ognuna la sua, senza litigare"
POLPETTA:" Papà, non hai tagliato molto bene la carta forno, è tutta sbilenca, potresti squadrarla meglio?"
STRANO:"Eccomi arrivo, precisetti come tua madre oh..."

Dalla stanza accanto:"GUARDA CHE TI SENTO!"

CHARMANT:"Ho fatto papo e la polpetta ancora no"
STRANO:"Va bene Charmant, ognuno ha i suoi tempi"
POLPETTA:"papà io non ci riesco."
STRANO:"Non preoccuparti Polpetta, ora arrivo io."
POLPETTA:"NO! Faccio da sola.
CHARMANT:"Io mi sono inventata una leggenda sulla mamma, la volete sentire? Allora un giorno Dio voleva creare una mamma, allora prese una donna, le mise sei mani per tenere tutto senza farlo cadere, due occhi davanti e due di dietro, un naso, quattro orecchie per ascoltare, tre gambe per rincorrere i suoi figli, quattro teste per pensare a tutto lei e..."
STRANO:"...e due bocche, infatti ha sempre qualcosa da dire"
CHARMANT:"No Papà, due bocche così può dare un sacco di baci a tutti i figli.

Dalla stanza accanto:"TIE' BECCATI QUESTA".

Insomma, un'ora e mezzo di lavoro duro allietato da conversazioni di questo tenore e una volta entrata in cucina ho trovato questo:
Tavola apparecchiata dalle stranette
Il menù prevedeva PASTA ALLA CARBONARA
Lo Strano si è lodato per tutto il pranzo per aver dato vita a questo capolavoro
e contorno di ZUCCHINE E PATATE AL FORNO. Il  trionfo del carboidrato, ma chissenefrega,

Alla fine, altro strappo alla regola, anche il caffè
Niente, lo Strano appartiene al comitato "no ai piattini sotto le tazzine del caffè"...e io al comitato"dai rompiamo l'anima con qualunque scusa".

Il tutto condito da bigliettini d'amore
Charmant: Dirigibile lanciafiori
Polpetta: La casa colorata sul prato magnifico.
La Polpetta ha continuato a farmi gli auguri per tutto il giorno. Ogni volta che mi incontra mi canta la canzoncina.
Dunque archiviamo la festa della mamma e anche la crisi isterica della mamma. Fino alla prossima ondata di sciagure naturalmente,
PS. Lo Strano da segni di un forte abbassamento delle difese immunitarie e lamenta moccio sospetto. L'influenza incombe su di lui.


venerdì 1 maggio 2015

FIGHT THE INVALSI

INVALSI=Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione.


Lo Strano mi passa accanto, con la coda dell'occhio scorgo la sua tuta acetata blu. Quando si concia così, già so cosa sta andando a fare.
"Vado a smerdare cara Strana, ci vediamo fra un'oretta"
Nel nostro linguaggio in codice questo vuol dire che si sta recando nel cortile del cane per levare le cacche gentilmente depositate dal quadrupede.
"vai vai attento a non pestarle che altrimenti non ti faccio rientrare"
Lo Strano esce bofonchiando qualcosa contro di me, riguardo al fatto che mi fisso e che sono capace di passare un intero pomeriggio a scartabellare per informarmi su un argomento che mi fa infuriare.
Lo ignoro. Sono furiosa, sì.
Continuo a leggere articoli su questa ennesima bizzarria della scuola italiana che mi manda al manicomio, psicologi, insegnanti, genitori, presidi, per una volta tutti concordi: parafrasando Fantozzi e la sua critica cinematografica alla corazzata Potemkin, questi INVLASI sono una cagata pazzesca.


In pratica si tratta di prove a tempo, quiz beceri pieni di trabocchetti, quesiti da settimana enigmistica che dovrebbero servire a valutare statisticamente il livello di preparazione degli studenti. Poi studiando questi risultati, esimi scienziati, frotte di esperti di psicopedagogia, eserciti di tuttologi, dovrebbero mettere a punto degli stratagemmi per rinnovare e migliorare il sistema scolastico italiano.
E la preparazione di un bambino si dovrebbe valutare in base alle risposte date a domande come questa:

Ora io voglio il nome e il cognome di quello stupido coglione che si è inventato questo quesito. France' dai retta, levate da là che ti misuro io con il metodo della tacca sul muro.
Io lo so che è un anno che non scrivo niente su questo blog, lo so che dovrei iniziare in modo soft, con una simpatica descrizione di un primo maggio passato in un prato a raccogliere margherite e a spalmare crema solare sui volti innocenti delle due stranette, lo so che la polemica, la rabbia, le mie svalvolate, gli attacchi di ira durante i quali lancio oggetti e impreco non sono gradevoli.

MA

Numero uno. Ho raccolto vomito della polpetta fino alle tre del mattino e soffiato il naso della Charmant dalle tre e mezza fino all'alba (domanda invalsi: quanto avrà dormito quindi la Strana? a) mezz'ora b) 30 minuti c) una benemerita ceppa di niente perché un sonno notturno inferiore alle tre ore è del tutto inefficace)

Numero due. Siamo ormai arrivati a Maggio e sono stata messa a dura prova per un intero anno scolastico dalle maestre, dalle mamme, dalle compagne di scuola, dalle suore, dagli imbocchi in fogna, dalle influenze (...le influenze...) dalla definitiva rinuncia al caffè, dalle formiche che in primavera cercano di invadere casa mia, dal cane che mi ha fatto cadere non una ma ben due volte, dall'istituzione del venerdì alcolico, da una gita in camper fino a Genova, dalla recita dei genitori, dalle processionarie nel cortile dell'asilo.

Numero tre. Sono a dieta. Un'altra volta, sì.

QUINDI

Alzandomi dalla sedia e guardando dritta di fronte a me urlo a squarciagola: 

- che questi INVALSI dei miei zebedei non servono a valutare un cacchio di niente e nessuno, ma solo a fomentare invasati e fanatici del nozionismo e della sciocca distinzione fra bravi e cattivi.

Risposte geniali date da alcuni studenti di scuola superiore per protesta

- che  è una vergogna che in un paese dove nelle scuole i solai cadono in testa agli alunni, si spendano decine di milioni di euro in minchiate di queste proporzioni

-che è un'ingiustizia che grida vendetta il fatto che dei bambini di sette anni vengano sottoposti a prove di velocità, con tanto di cronometro, che non servono a niente se non a generare in loro ansia, stress, angoscia


-che i test, per come sono concepiti, non prendono minimamente in considerazione la fantasia dei bambini, la loro creatività, la loro unicità

-che le prove invalsi non valutano, ma giudicano, appiccicano un'etichetta sui bambini, sulla loro omologazione, la standardizzazione, la loro passività.



IN CONCLUSIONE

Fanculo gli invalsi e tutti quelli che ci mangiano sopra, perché di gente che "ce magna" sugli invalsi ce ne sta tanta.
E con questo ho finito l'invettiva.





Torno?

Immagine dedicata al Super, lui ne avrà una gran paura
Conversazione intercettata nella testa della Strana, avvenuta tra due delle tante voci che popolano quello strampalato contenitore più o meno sferico incorniciato da una capigliatura spettinata dotata tuttavia di modernissime vibrazioni di colore appena eseguite dal parrucchiere zen:

"Che faccio? Torno?"
"Ma che sei matta? dopo tutto questo tempo? E poi con tutto quello che hai da fare?"
"Lo so, hai ragione, è un'idea poco sana...ho già mollato una volta"
"oh, lo vedi che quando vuoi ragioni?"
"A proposito, hai notato che oggi è esattamente un anno che non scrivo niente?"
"Sì, tanti auguri...ora vogliamo pensare a fare le lavatrici?"
"Certo però che non sarebbe male scrivere un nuovo post proprio oggi...un anno esatto, lo sai quanto mi piacciano queste coincidenze..."
"Ecco che ricomincia..."
"E su, in fondo che ci costa? Ci divertiamo un sacco a scrivere"
"Dopo tutto questo tempo, non ti leggerebbe nessuno, ormai sei fuori dal giro."
"Ma io mica scrivo per gli altri, io scrivo per me stessa.."
"seh, vabbeh, dicono tutti così, e quante volte ti ho pizzicato a sbirciare le statistiche di gradimento del blog?"
"Uffa, ma che vuoi? Pensa un po' alle lavatrici tu che io mi metto a pensare. Vediamo, da dove potrei iniziare?"
"Dalla lavatrice dei colorati, poi ci facciamo quella dei bianchi e nel frattempo aiuti la Charmant a prepararsi per gli INVALSI"
"Gli INVALSI sono una cagata pazzesca e chiunque li abbia pensati o preparati meriterebbe di essere cacciato dal pianeta a calci nel culo."
"Concordo"
"Ah, ecco."
"Dunque queste lavatrici?"
"Chissà se c'è qualcuno che ancora si domanda dove sia finita la Strana?"
"No, non c'è. Ci facciamo una tisana verga d'oro e ortica? Ti depurerà"
"Niente tisana, io scrivo"
"Che palle"
"Ma ho un sacco di cose da raccontare...la gita in camper, nuovi fantastici personaggi, le ultime peripezie di Amichetta, Uga, il Super e la sua nuova avventura musicale, lo Strano e le Stranette, le chat delle mamme dei compagni di scuola"
"Le chat delle mamme sono una piaga sociale paragonabile alle droghe sintetiche"
"Concordo"
"Ah, ecco."
"Allora? Torno?"
"NO"