venerdì 14 giugno 2013

Chi ben comincia




Uno strano post questo. E per fortuna che dovevo cominciare bene.
Lo avevo cominciato martedì, poi non so bene come, mi sono ritrovata catapultata in questa storia del Linky Party e mi ci sono persa dentro con tanto di cocktail in mano e musica lounge...ah no, quello era sempre il tequila party, un'altra storia...
Comunque, con la mia consueta leggiadria ora compirò un balzo indietro nel tempo: vi prego di immaginare me che sto per spiccare un salto da ferma, piego le ginocchia, mando entrambe le braccia indietro per darmi la spinta, i pugni chiusi, la faccia contorta in un'espressione di massimo sforzo. Ecco che parto: i muscoli delle gambe si irrigidiscono, mi levo da terra, braccia e busto si protraggono in avanti, le gambe molinano all'impazzata, ho paura, fluttuo nel vuoto spazio-temporale...ma atterro fortunosamente in piedi, inciampo, faccio qualche passo scomposto per riprendere l'equilibrio, mi inclino un po' a sinistra correndo ancora per inerzia...et voilà sono tornata a martedì pomeriggio:

Oggi è stata una delle mie giornate strane e dense di impegni faticosi mentalmente e fisicamente.
Ho iniziato con un po' di sano esercizio fisico. Cioè, sano mica tanto, presa dall'entusiasmo per la prima giornata tiepidina di questa strana primavera, ho deciso di affrontare il cambio di stagione. O meglio, i cambi. Intendendo con ciò che ho fatto il cambio di stagione mio e di entrambe le mie figlie.
In pratica è come se avessi messo sotto sopra la casa posando il tetto sul giardino e poi la avessi rigirata, proprio come si fa con quelle palle di vetro che se le rivolti cade la neve. Ecco, io l'ho girata, rivoltata e sono caduti abiti di ogni taglia, colore e forma. 
Il mio cambio di stagione è stato anche deprimente perché ho dovuto constatare che alcuni dei capi che lo scorso anno indossavo, quest'anno non li metterò. In pratica ho definitivamente e irreparabilmente eliminato qualunque gonna arrivasse più di un dito sopra il ginocchio. Minigonne addio. Non sono eleganti dopo una certa età.
Vi comunico che mentre scrivevo quest'ultima frase, una lacrima ha solcato lenta la mia guancia destra.
Il cambio di stagione delle mie figlie invece è stato impegnativo quanto una partita di scacchi giocata contro un genio russo.
Dovevo togliere gli abiti della piccola e sistemarli in apposite scatole per portarli ad amici con figli piccoli, ma non tutti perché le cose un po' più comode magari le uso anche il prossimo autunno. Gli abiti della grande invece andavano messi in appositi scatoloni per passarli alla piccola il prossimo anno. Poi c'era da recuperare gli abiti della grande dello scorso anno e sistemarli nei cassetti della piccola e infine gli abiti di mia nipote, gentilmente donati da mia sorella, dovevano passare alla mia figlia maggiore.
Tutto questo senza contare le scarpe, i cappellini, i costumi da bagno, lavare tutti i cassetti, scrivere con i pennarelli il contenuto delle scatole. Insomma, avevo i capelli dritti. Sudavo come una pazza e intanto mi maledicevo per l'idea che mi ero fatta venire in mente.
Non contenta del mazzo che mi stavo facendo, ad un certo punto ho interrotto le operazioni perché ho deciso che no, la dispensa non poteva più stare in quelle condizioni, dovevo sistemare tutto e ripulire a fondo ripiani ed elettrodomestici. Così ho impiegato circa due ore a togliere cose dagli scaffali, strofinare, sciacquare, riporre in un ordine maniacale e poi strofinare ancora, sciacquare ancora. Finito con la dispensa sono tornata al cambio di stagione. Sembravo una palla pazza, quella che strumpallazza, correvo da una parte all'altra di casa, armata ora di stracci, ora di scatole. Ero una furia.
Questo delirio mi ha tenuto impegnata dalle nove del mattino fino alle 15. In pratica quasi un turno in fabbrica. 
Come sempre, ho mangiato disordinatamente il primo avanzo che mi sono trovata davanti e poi via di nuovo di corsa a sfaccendare. Nemmeno il caffè ho trovato il tempo di farmi.
Alle tre del pomeriggio, stavo passando il folletto forsennatamente, i capelli raccolti male al centro della testa in un improvvisato chignon, il volto arrossato e il naso tappato a causa del violento attacco di allergia che mi aveva provocato il contatto ravvicinato con gli scatoloni impolverati. Mi si presenta mio marito con una tazzina di caffè e mi dice:" ti ricordi vero che oggi abbiamo l'incontro con la nuova maestra della piccola?...alle 16.30 dobbiamo essere là, ma prima dobbiamo passare a prendere le bimbe all'asilo. Credi di fare in tempo?"
Lo diceva con quel tono che usano i poliziotti americani nei film quando parlano con i pazzi sbroccati che hanno preso in ostaggio una donna e le puntano un coltello alla gola.
“Certo che me lo ricordo!” Ho risposto io lasciando cadere a terra il folletto ancora acceso e lanciandomi verso l'armadio. Nella corsa ho inciampato sul filo del folletto, meno male, così ho staccato la spina e l'infernale attrezzo si è spento, altrimenti sarebbe rimasto acceso fino a sera..."niente, sto bene, non mi son fatta niente, l'ho fatto apposta, io lo spengo sempre così!!" Ho urlato a mio marito mentre mi precipitavo per le scale. Lui è rimasto lì a fissarmi con la tazzina vuota in mano e la testa che gli girava.
Mi sono spogliata mentre ero ancora per le scale, naturalmente le finestre erano spalancate e io non ho tende...eeeeh beati i miei vicini...con un balzo da gazzella sono entrata sotto la doccia. Il tempo di elaborare il pensiero:" no, oggi credo che non sia il caso di applicare la maschera capillare dopo lo shampoo perché ha un tempo di posa di 5 minuti..." E la doccia era già finita.
Ho deciso di asciugarmi i capelli nella versione veloce che consiste nel buttarmi a testa in giù e agitare l'asciugacapelli come se stessi shakerando un “Bloody Mary”. Ho calcolato che in questo modo impiego circa sette minuti in meno ad asciugare questa massa informe che mi ritrovo in testa.
Il risultato è stato come sempre disastroso. Quando ho recuperato la posizione eretta, oltre a girare vorticosamente, la mia testa sembrava quella del leoncino del cartone animato “il re leone” nella scena in cui diventa grande e si specchia nello stagno, salvo poi, dopo appena 5 minuti ritrovarmi con tutta la chioma ammosciata e trasformarmi irrimediabilmente nello spaventapasseri del film “il mago di Oz”.
Ho indossato i capi che del tutto causalmente avevo recuperato dall'armadio e dunque mi sono ritrovata vestita con una maxi maglia a strisce bianche e rosse orizzontali e con dei fuseax neri. Le scarpe le ho pescate talmente a caso che nemmeno mi ricordo quali indossassi. Mentre ero in macchina e mi truccavo tentando di guardarmi nello specchietto retrovisore pensavo che il mio look fosse come sempre del tutto inadeguato all'occasione, ma ormai non potevo farci niente.
Tutta questa corsa però ha portato i suoi frutti. Per una volta nella mia vita sono arrivata in orario. Ma che dico in orario?!...siamo stati i primi ad arrivare! Che soddisfazione! Gonfiavo il petto e mi guardavo intorno stupita mentre mi accompagnavano in quella aula vuota nella quale ci hanno messi tutti seduti sui banchetti di scuola e mentre mio marito osservava che cambiano le ere geologiche ma i banchi delle scuole restano sempre gli stessi e le mie figlie guardavano con sommo interesse lo scheletro di un uomo, io riprendevo fiato.
Abbiano ascoltato il lungo discorso del preside che è passato dall'argomento pidocchi all'invito ad amare il prossimo nostro come noi stessi, con una facilità che mi ha lasciato esterrefatta. La mia figlia piccola si è addormentata dopo dieci minuti in braccio al padre, la mia figlia grande ha scarabocchiato tutti i bigliettini da visita che avevo nel portafogli (molti dei quali anche importantissimi) e mio marito ha sudato le sette camice.
Alla fine del lunghissimo discorso, siamo stati suddivisi per classi e vicino a noi si è piazzata una famiglia a dir poco bislacca composta da: padre/bambino con camicetta a quadri a maniche corte arrotolate sul tricipite rigonfio, madre con anfibi e maglietta nera da punk, figlia settenne con vestito fuxia da cerimonia (giuro, adatto per un matrimonio) e figlio bambino di tre anni classico.
Del discorso della maestra io non ho ascoltato una virgola, un po' perché ero impegnata ad evitare che le mie figlie abbattessero la scuola, un po' perché la stanchezza della giornata cominciava a farsi sentire e un po' perché ero distratta dalla mamma punk che carezzava dolcemente i capelli alla figliola da cerimonia.
Ho provato un paio di volte a chiedere dei riassunti a mio marito, ma quando lo ho visto con lo sguardo fisso e assente, ho capito che il discorso del preside insieme alla sudata che si era fatto per tenere in braccio la piccola dormiente, lo avevano messo ko.
Mi sono rassegnata a leggere gli opuscoletti informativi che la maestra ci ha consegnato alla fine insieme con un questionario pieno zeppo di domande difficilissime, tipo:" a che età la bambina ha iniziato a stare seduta/ parlare/ fare pipì nel vasino/ gattonare?"
Cara maestra, ma io che ne so?! Chi diavolo se le ricorda queste cose?...le ho perse tutte nei meandri della mia pessima memoria dove ho mescolato le due figlie, i racconti di quando ero piccola io fatti da mia madre e i libri di puericultura che ho letto durante la prima gravidanza.
Dunque, ho fatto la vaga. Ho infilato in borsa il questionario e ho fatto finta di non capire che avrei dovuto riconsegnarlo subito compilato. In questo modo ho tutta l'estate per pensarci e fare i miei compitini.
A settembre glie lo consegnerò. Per ora mi godo le vacanze estive e non ci penso.





11 commenti:

  1. wow, che giornata :o
    evviva, sono contenta perchè nemmeno io saprei rispondere a quel questionario...mal comune mezzo gaudio ^_^

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    1. Ho pensato di fare così: ora mi riguardo tutte le foto sul computer, così con date ed immagini, forse riesco a ricostruire qualcosa...ci passerò l'intera estate!

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  2. Mi hai ricordato un esperienza che ho vissuto e che credevo (speravo) di aver rimosso....il corso pre-matrimoniale!!! Lo sguardo assente di mio marito....il mio soffermarmi sulle altre coppie...tra le quali 2 in particolare sono rimaste impresse nella mia mente...lei capelli nerissimi, ricciolosissimi, rossetto rosso fuoco, unghie rosso fuoco che uscivano da 2 scarpe con tacco leopardate, il ragazzo neanche me lo ricordo e ogni volta che ci penso l'immagine di lei lo sovrasta e lo offusca alla mia memoria...e un'altra coppia: lui militare con cane a seguito di quelli a fine carriera degli eserciti e lei che lo chiamava davanti a tutti "il mio dono di Dio". Ecco di 12 incontri (noi abbiamo preso il master dei corsi pre-matrimoniali!!!) queste sono le uniche 2 cose che mi sono rimaste in mente!!! :) Credo che più o meno l'abbiamo vissuta uguale!

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    1. 12 incontri?! Ma siete stati eroici!! La varia umanità che si incontra a volte è stupefacente...

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  3. Ehi la mamma con anfibi e maglietta nera da punk ero io!! Mi sono proprio chiesta "chi è questa qui strana con un maglione a righe e fuseaux??"
    Eh eh scherzetto, non è vero!
    Giornata luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunghissima!

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    1. La mamma punk era quella che mi rimaneva più simpatica...il padre invece antipaticissimo, ci ha tenuti tutti ad ascoltare la storia dell'inserimento del piccolo al nido" non ha fatto nemmeno un piantarello...era tranquillissimo e noi siamo potuti andare via già dal primo giorno..." Annunciava fiero. Capirai, le mie hanno pianto entrambe per tutto il primo anno di materna, compresi l'ultimo giorno di scuola e i giorni delle gite...un inferno!

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  4. Ciao Strana!!La tua descrizione del salto nel tempo è troppo forte!!Altro che ritorno al futuro!!Con il tuo post mi hai fatto ricordare quella trasmissione (forse di la7 o di realtime ...boh!)dove la conduttrice Carla ti spiattellava il guardaroba perfetto.Allora se sta Carla si mette davanti al mio armadio minimo le cascano quei capelli ossigenati superordinati (neanche un pelo fuoriposto!) le viene un infarto e dopo che si è ripresa si rifiuta di crearmi nuovi "outfit" e mi butta tutto quello che ho nel cesso ahahahahahah!Per quanto riguarda le maestre i presidi e quant'altro sono solo "chiacchiere e distintivo" e tua figlia che si è addormentata ha fatto l'unica cosa sensata in quella situazione!Grazie di questi tuoi post!Li leggo al mattino mentre faccio colazione e, insieme al multicentrum, mi fanno iniziare bene la giornata!!A prestissimo!! PS ci vediamo al linky party di Silvia (non potevo non partecipare!!!!!!)

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    1. La conosco, la conosco questa Carla!! A volte la guardo anche io e penso che sia lì per ricordare a noi comuni mortali che non ce la faremo mai...il capello ossigenatissimo, perfettissimo, gli abiti galatticamente alla moda, mai un gesto o una frase fuori posto. Mi consolo pensando che presto i suoi capelli si ribelleranno a causa di tutte quelle tinte e diventeranno ribelli, e che un giorno non potrà più reggere tanta compostezza e svalvolerà. La ritroveranno su una spiaggia delle Hawaii, con i capelli sconvolti e una canna fra le dita a ballare nuda sulla sabbia! Grazie infinite. Guendalina.

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  5. Lo so, lo so devo recuperare giorni di post, leggere tutto commentare ogni cosa non mi dire niente che sbrocco.
    I miei cari ospiti sono andati via giusto da un giorno, e mi chiedo ancora come mio marito non li abbia incontrati, forse non è lui che ha vissuto con me quei giorni orribili ma un sosia robot mandato dalla Nasa ( tipo Data di Star Trek hai presente? con il cip dei sentimenti impiantato!), ancora ho il sopracciglio sollevato quando mi passa vicino, nella versione " questo non mi convince!"
    Tutto d'un fiato la tua giornata mi è passata davanti ma una domanda di fondo mi sorge spontanea, perchè a me all'asilo di Lillo non mi hanno posto il questionario??? eppure era a pagamento, di quelli che nascono perchè un parrocco coscenzioso ha capito che molte famiglie avevamo bisogno, ma che poi si è trasformato in un asilo IN, con tutte (tranne me) le mamme super firmate, tatuate, moglie di dottore o avvocato, con il macchinone ( poi non trovano parcheggio e pretendono di entrarlo nelle aule addirittura!!!)
    ok sto avendo una crisi di nervi solo al pensiero e comincio a sciorinare aggettivi illeggibili in faccia a quelle soggette alla Carla maniera. Ma come diceva mia nonna buon'anima, loro si siedono nel bagno come noi!!

    " BRAVA!!!! Quando ci vo ci vo!!!"
    "Grazie grazie.....non ne potevo più!"

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    1. Oh povera te!! Hai tutta la mia umana comprensione cara Farfalla e bentornata...in effetti cominciavo a domandarmi dove fosse finita la mia cara amica e te lo dico, temevo che L'Altra ti avesse fatto del male seriamente... Comunque le soggette di cui parli le conosco molto molto ma proprio molto bene...potrei scriverci un libro...capita anche a te che non rispondano al tuo buongiorno?...forse sarà perché non ho una borsa che sia una firmata e perché guido una macchina che sarebbe più adatta per fare sgombro-cantine e piccoli traslochi. Mah, comunque il detto di tua nonna è fenomenale. Guarda, mi viene voglia di farlo scolpire sul marmo e metterlo sulla colonna del cancello di casa!!

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  6. Ben trovata e grazie per lapreoccupazione, fortuna è uscito il tempo e l'Altra si affaccia ogni tanto giusto per vedere se esisto ancora, altrimenti è presa dalle creme e cremine dopo sole. Beata lei.

    Tu però pretendi troppo se vuoi pure la risposta al buongiorno. Non sai che ci sono più importanti? Quelle hanno il cervello diviso tra
    estetista ( io so riconoscere il soggetto...!),
    manicure di unghie finte (ma io dico, non te le magnà visto che vuoi fare la IN, invece di appiccicarti della plastica su quei moncherini che hai!)
    aperitivo con l'amica ( che poi è solo amica perchè ha la quota al circolo del nuoto IN.
    dare ordini alla babysitter-colfe-sguattera- autista dei loro tre barra quattro figli (si perchè qui si porta la famiglia numerosa che però si sciorinano gli altri perchè LEI non ce la fa???)
    Come dite li da voi??? MA CHE DEVI DA FAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA???????????????????
    Lasciamo stare va....che mi innervosisco di cuore!

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