venerdì 26 aprile 2013

Al verde


Al verde

Mi dolgono 656 muscoli, cioè tutti quelli che possiedo. Ieri e oggi mi sono dedicata anima e corpo al giardinaggio. Più corpo a dire la verità. 
Adesso sono in salvo grazie a Giove, Dio della pioggia dei tuoni e dei fulmini che ha scatenato un temporale quasi a volermi dire:" Oh giovane fanciulla che pare intenta a celebrare le primaverili adonidi, placa il tuo indomito travaglio e dai requie alle doloranti membra!"
"Giovane" l'ho aggiunto io, e per il resto ho dovuto consultare wikipedia...
Così rintanata in casa, dove in via del tutto eccezionale ho fatto accomodare, rigorosamente sul pianerottolo, anche il cane, che nascerebbe come cane da caccia, ma in realtà ha una paura indecorosa dei tuoni, eccomi a riportare fedelmente la cronaca di questi due giorni di delirio botanico.
Ora, leggendo che ho fatto giardinaggio, si potrebbe essere delineata nella testa di qualcuno la poetica immagine di una bella donna con guantini e attrezzini colorati, grembiulino e fazzoletto sul capo, intenta a piantare bulbi di tulipano.
Non ero io quella.
Io ho le calosce, i guanti luridi, le guance e la fronte sporche di terra e uso la vanga!
Da mesi ormai programmavo uno spostamento in massa di numerose piante da una parte all'altra del giardino.
Attenzione, non che io abbia un parco di 5000mq, il mio umile giardino è piccolo ma in compenso mal organizzato e quindi necessitava di un intervento radicale.
Le piante andavano prelevate da un terrapieno dove ne era stata piantata una quantità smodata da un giardiniere pazzo che un paio di anni fa si era insediato in casa mia, facendoci spendere una cifra mostruosa per l'acquisto di un numero esagerato di piante. 
L'esperienza traumatica, ci aveva fatto capire che il detto "chi fa da sé fa per tre" nel caso di un giardinetto come il nostro e soprattutto in tempi di crisi, deve diventare una specie di mantra.
Così lo scorso anno, abbiamo avviato una campagna di bonifica della selva che cresceva indisturbata dietro la nostra casa e ci siamo accorti che oltre al costosissimo terrapieno, avevamo anche un bel pezzo di terra dove far giocare le nostre figlie.
Così, armati di zappa ci siamo incamminati sul lungo e tortuoso cammino di chi non sa nulla di giardinaggio ma deve imparare in fretta.
La primavera dell'anno scorso è passata tutta alle prese con la deforestazione e cura del Prato. Quest'anno, è l'anno della rivalsa delle piante. Un'esplosione di fiori deve travolgere questo lembo di terra che al momento risulta un po' brullo ma che, credetemi, ha molte potenzialità.
Quindi, già da qualche fine settimana, io e l'uomo di fatica di casa, siamo alle prese con il giardinaggio pesante, quello che ti spezza le reni.
Nella giornata di ieri credo di aver estirpato e ripiantato almeno venti piante fra Hypericus, ortensie decennali, conifere nane e ligustri, ho ripulito tutte le aiuole e ho spostato tutte e piantine di fragoline, che beata me crescono spontanee dalle mie parti, in un'unica zona che ho chiamato il Fragolario.
Solo quest'ultima operazione, mi è costata un paio d'ore chinata con il sedere per aria e questo comporta la menzione d'onore fra i muscoli doloranti alle mie natiche.
Non sono mancati i momenti drammatici che come al solito sono scaturiti da idee mie.
Nell'unica parte pavimentata del giardino, lo scorso anno avevamo montato un tappeto elastico di quelli enormi. Largo 2 metri e con una rete alta fino a 2,80 metri da terra.
Con sommo rammarico avevo deciso di spostare il tappetone per svariati motivi. Intanto la pazza fissata con l'igiene che alberga dentro di me, stava dando in escandescenze perché sotto il tappeto si accumulava sempre una indecente quantità di terra, poi la rete di protezione alta fino al cielo, mi oscurava ben due finestre di casa, infine le mie due scatenate figlie, quando ci saltavano dentro non mancavano di farsi del male e litigare furiosamente.
Per tutte queste ragioni ho deciso di convocare il sindacato delle bambine saltatrici e ho comunicato la triste ma irrevocabile decisione. 
Non sono mancate le proteste, ma alla fine, mi è stato accordato il permesso di spostare il tappeto sulla terrazza. Questo purtroppo ha comportato la mia estromissione dal club "gli amici del salterello" ma me ne farò una ragione.
A quel punto non mi mancava che comunicare la mia decisione all'uomo di fatica che, appresa la notizia, non ha mancato di scagliare contro la mia persona numerose maledizioni.
Si trattava di incollarci un oggetto di forma cilindrica di dimensioni due metri per tre e di sollevarlo da un piano terra rialzato ad un primo piano scavalcando anche la ringhiera.
Il primo tentativo è stato questo: io sulla terrazza, e il pover'uomo di sotto che tentava di caricarsi il tappeto sul collo come Altante con il mondo.
Il tentativo è fallito e io sono stata accusata di follia e che se avessi insistito mi avrebbe portato in una clinica per esauriti e mi avrebbe lasciato lì. Spaventata, ma neanche poi tanto, dalla minaccia, ho escogitato il secondo tentativo.
In due abbiamo sollevato il tappeto da sotto, poi lui è salito, lasciando me da sola a reggere il tappeto e lo ha preso dalla terrazza. A quel punto toccava a me salire. Il novello Maciste si è seduto per terra, ha puntato i piedi contro la ringhiera e ha sopportato da solo quel peso enorme sospeso nel vuoto.
Gli ho chiesto se era sicuro di farcela e lui con gli occhi sbarrati ha gridato:"corri su che non so quanto resisto così!!"ho volato per le scale, in realtà ho dovuto soffocare una risata che ancora adesso mi viene quando ripenso alla sua faccia imperlata di sudore e terrore e lo ho raggiunto sulla terrazza.
A quel punto è arrivato il difficile. Abbiamo dovuto far ruotare il tappeto intorno alla ringhiera con la sola forza delle braccia e dato che io ho notoriamente dei bicipiti che hanno la consistenza di una mozzarella, il grosso del peso se lo è dovuto caricare lui. Aggiungo anche che le mie poche forze sono venute meno perché ho cominciato a ridere come una pazza vedendoci incastrati con quel peso assurdo che non riuscivamo più a tirare su, ma che non potevamo nemmeno lasciare andare giù.
Ho sentito mio marito urlare per lo sforzo e ho raccolto la poca energia rimasta per aiutarlo almeno un po'. Era fatta. 
Io ho esultato e contemporaneamente il mio eroe si è accasciato toccandosi una coscia e pronunciando con un filo di voce" lo strappo muscolare, aia..."
Sono corsa in suo aiuto, ma lui al mio arrivo ha detto una mala parola e così lo ho lasciato lì dolorante.
Lo avverto anche pubblicamente, che quando mia madre leggerà questo post, non approverà.
Però devo dire che uno dal suo aspetto di uomo sottopeso, ti può stupire certe volte.
Il giardino è ancora un disastro ma noi non molliamo. Cioè, io non mollo, lui non so. Dopo ieri potrebbe anche chiedere la pensione di invalidità.
Il temporale si è placato. Inforco la vanga e torno al lavoro!



13 commenti:

  1. Guendalina tu sei un mito...mi hai fatto fare le lacrime dal ridere...anche perché mi sono immedesimata perfettamente nelle tue vesti e so per certo che anche il mio omarino di casa avrebbe sfornato una serie di vocaboli neanche tanto simpatici ma di quelli che rendono l'idea!cmq bravi perché molti avrebbero messo a riposo vanga e rastrello al vostro posto..e non solo dopo il primo tentativo!
    Anche li siamo in fase riordino...cioè ...LUI e' in quella fase,perché io con Grilletta devo contare i minuti liberi che ho in una giornata per far le cose di casa...figuriamoci se rimane qualche sprazzo per il mio adorato giardino....il lato buio della medaglia e' che così LUI ha piena autonomia sulla gestione area verde e questo non sempre e' un bene.....vedrò di chiudere un occhio...anzi due! ;-)
    Buon we

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  2. Grazie Mammaeco. Ti capisco, ci sono passata anche io! Quando avevo le bimbe molto piccole, io ero relegata in casa a spupazzarmi le adorate frugolette e lui passava giornate intere a sfacchinare in giardino, facendo e disfacendo a suo piacimento! Che nervi quando lo beccavo che mi estirpava qualcuna delle mie amate piantine spontanee dalle quali ricavo decotti e miracolosi unguenti! Ma ora sono tornata! Lascio le bimbe libere di sporcarsi con la terra quanto vogliono e io lì a dirigere i lavori di giardinaggio. Che soddisfazione!

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  3. Stavolta mi ci vuole il pannolone per incontinenti.... Ho le lacrime agli occhi e mio figlio grande pensa che sono impazzita ridendo io sola davanti al pc. Senti ma questa scena è da disegno di fumetti.... la descrizione è perfetta... me la sono figurata tutta!
    LO sai si? che ora sarà difficile chiedergli altro per i prossimi 1000 anni? non sia mai iniziasse a perdere un rubinetto!!!!!
    Siete fortunati ad avere un piccolo giardino, io ho solo un piccolo balconcini 1mX2m e pensa abbiamo messo la rete antiGregorillo e già le mie piante in vaso sono arrivate a quota 6. Già me lo sento, il mio uomo di casa, che prega in ginocchio al capezzale delle poverelle.
    Forse è lui che porta sfiga?????!! grrrrrrrrrrrrr

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    1. Ho giurato che non gli chiederò niente fino al 2014, ma già so che mi smentirò prestissimo...non preoccuparti, le tue piantine c'è la faranno contro ogni pronostico dei tuoi detrattori! C'è posto per tutti in 2 mq, e le piante hanno delle sorprendenti proprietà di adattamento anche alle condizioni più estreme!

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  4. Guarda, se tutti i tuoi post sono così dimmelo prima che mi preparo psicologicamente a ridere a tempo indeterminato! E se pubblichi un libro con le tue fatiche.... lo compro!!!!!!!

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    1. Se qualcuno sarà mai così pazzo da pubblicare un mio libro, giuro che te ne invio la prima copia autografa!!

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  5. Sei troppo simpatica! E scrivi anche molto bene! ^_^

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  6. Grazie! Ti aspetto per farci due risate insieme allora!

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  7. Ciao, arrivo al tuo blog grazie all'iniziativa di "spicchi del gusto". Anche io sono strana, lieta di conoscerti!

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  8. Ciao Phaedra. Benvenuta! Mi fa piacere essere in compagnia di altre strane.

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  9. Risposte
    1. Ma come pover'uomo?...lo mantengo in forma nel corpo e nello spirito e si lamenta pure?!

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