lunedì 29 aprile 2013

Vicini e lontani

Vicini molesti

La mia personalissima statistica, rivela che ciascuno di noi ha almeno un vicino molesto. Quello odioso, ma proprio antipatico all'ennesima potenza, quello che incontri la mattina sotto casa e già a guardare quella faccia da sozzo ti si rivolta la giornata.
Io c'è l'ho. Il mio è il numero uno. Il fuoriclasse dei rompi balle, il sovrano incontrastato dei molesti, maligni, infidi, gretti, abietti, meschini vicini di casa.
Credo di aver fatto un quadro abbastanza chiaro, sebbene non esaustivo di questo personaggio, che per motivi di privacy chiamerò Gianni, e anche perché è proprio così che si chiama (informo i miei lettori che ho giurato su quanto ho di più caro al mondo, che non appena me ne capiterà l'occasione per il resto della mia vita, farò un dispetto al subdolo torturatore dei nervi altrui, e già quella di aver rivelato il suo vero nome, è una piccola soddisfazione).
Pare che per professione, questo ignobile figuro, faccia proprio "l'odiato vicino di casa". Narra la leggenda, che prima di trasferirsi nella sua attuale abitazione, vivesse in un condominio in un paese vicino, dal quale dovette andarsene perché riceveva con cadenza almeno bisettimanale, minacce di morte scritte con lettere ritagliate dai giornali e infilate nella sua cassetta della posta.
Una volta arrivato da queste parti, il laido si è affrettato a rivelarsi per quello che è. Ha commesso una serie interminabile di abusi edilizi che ha poi tutti regolarmente sanato sfruttando i vari condoni ma nel frattempo ha sempre istigato gli altri vicini di casa a commetterne anche loro in modo che potessero essere tutti ricattabili. 
Il miserrimo desipiente ha anche una famiglia composta da una moglie esaurita che lo odia e che non gli rivolge mai, ma proprio mai la parola e un figlio scemo che passa le sue giornate a fissare fuori dalla finestra in direzione di casa mia procurandomi un fastidio che a volte mi scatena attacchi di orticaria.
Tornando alla brillante carriera del trita-nervi, una volta stabilitosi nella sua nuova casa il fetente scherzo della natura ha cominciato ad inimicarsi tutto il paese. Una volta piantava la siepe di recinzione fuori dal muro lungo la strada per non occupare il suo giardino, un'altra volta si lamentava con i netturbini perché ramazzando le strade gli insudiciavano il vialetto poi, mai domo presentava ufficiale reclamo presso il comando dei vigili urbani perché facevano un uso a suo avviso smodato del fischietto di ordinanza.
Con i vicini più diretti però ha sempre avuto un rapporto davvero "speciale". Si narra che la precedente padrona della mia casa, una volta lo rincorse con una pala in mano, decisa a suonargliela in testa. Nessuno la fermò.
Un'altra volta il compianto marito della mia dirimpettaia, venne avvicinato dal meschino per l'ennesima scocciatura e lui, esasperato, gettò a terra una cassetta di pomodori che pare avesse in mano e lo prese a sonori sganassoni. La vedova, una volta nel raccontarmi l'episodio, si espresse più o meno così:" se non glie lo leveveno dalle mano, lo 'mmazzea e lì pe' terra lo lascea a sgorgà sangue!" (Ndr. Se non glie lo avessero tolto dalle mani, lo avrebbe ammazzato e poi lasciato a terra sanguinante) e aggiunse:" stai attenta a quello, è stupido e invadente!" 
Parole sante, dico io oggi con il senno del poi.
Quando noi ci trasferimmo nella nostra attuale casa, lui non si rivelò subito per lo schifo d'uomo che è, ma tentò di fare Il buon vicino. Io tuttavia, lo ho odiato fin dal primo giorno perché a mio avviso si prendeva troppe confidenze. Alla prima occasione utile non mancava di infilarsi nel mio giardino, o addirittura in casa, per dispensarci i suoi preziosi consigli sui vari abusi che avremmo potuto fare. Cercava di comprometterci, il bacherozzo. Ma non gli è riuscito il giochetto con noi altri bravi ragazzi.
Comunque a pochi giorni dal trasloco un'altra vicina, la madre dell'architetto, mi diede un avvertimento inquietante quando parlando della carogna mi ammonì:" se gli chiedi qualcosa, lui si fa in quattro...ma caro ti costa!".
A quel punto, il panorama era abbastanza ben delineato e io minacciai mio marito (il solito socievole che attacca bottone sempre e con tutti) che se gli avesse dato confidenza, poi se la sarebbe dovuta vedere con me.
Erano già passati alcuni mesi da quando eravamo diventati gli sfortunati vicini di cotanta miseria d'uomo, e la sua bassezza si era già manifestata in più occasioni con una richiesta pressante di abbattere una quercia quarantennale che si trova nel mio giardino disgraziatamente al confine con il suo. Noi lo ignoravamo adducendo varie scuse più o meno plausibili, ma lui non mollava.
Una mattina molto presto, nella via in genere silenziosissima si udirono chiaramente delle grida furibonde.
Mi affacciai discretamente alla finestra e vidi l'architetto che inveiva contro la canaglia intimandogli di uscire per affrontarlo faccia a faccia. La moglie dell'architetto, lo tirava per un braccio, implorando il consorte di risparmiare la vita al viscido verme, e il pusillanime non osò mettere il naso fuori di casa.
Alcuni giorni dopo, la suocera dell'architetto mi confidò non senza un certo imbarazzo che la scenata si era scatenata in seguito ad un esposto presentato dallo strisciante cerebrolabile a causa di un cartello regolare ma poco leggibile, apposto sul cancello dell'architetto che stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione in casa sua. 
Ma l'apice di questa epica battaglia tra il bene e il maligno abietto si verificò proprio per mano di un mio familiare stretto. Quello che si proclama in pace con il mondo, quello che è amico di tutti e nelle situazioni tese, mette una buona parola.
Proprio lui, mio marito.
Era l'agosto del 2009. Un'estate caldissima che io passai a sventolarmi con un ventaglio perché ero incinta della mia seconda figlia, al nono mese di gravidanza e dunque avevo l'impressione di vivere all'interno di un forno.
Eravamo ormai giunti alla quarta lettera che il legale del babbeo ci aveva inviato per intimarci di potare la nostra amata quercia, citando questo e quell'altro articolo del codice civile e intimorendoci con minacce di vario genere.
La situazione ci infastidiva notevolmente, ma debbo ammettere che non ci levò di certo il sonno.
Per quanto mi riguarda invece a levarmi il sonno ci pensava un odioso reflusso gastroesofageo che si manifestava tutte le volte che cercavo di mettermi in posizione orizzontale.
Ebbene un pomeriggio caldissimo intorno alle 14.30 mi ero appena sdraiata accanto alla mia figlia maggiore per tentare di riposare un po' quando sentii il rumore assordante di un compressore provenire dal giardino dell'inutile mollusco.
Pochi pensieri confusi mi si affollarono nella mente. Qualche parolaccia indirizzata allo schifoso verme, ma sopra ogni altra cosa le parole che quel giorno mio marito aveva pronunciato proprio durante il pranzo:" eh ma la dovrà fare una mossa falsa 'sta canaglia...e allora glie le faccio ingoiare tutte le lettere dell'avvocato, parola mia!"
Sgranai gli occhi e con la rapidità che la mia condizione mi consentiva mi precipitai in strada.
Era tardi.
Mio marito era già attaccato al cancello del bastardo e lo minacciava urlando frasi irripetibili, un altro vicino di casa era già sceso in mutande e a piedi nudi per fermare l'ira omicida di un uomo solitamente mite. L'architetto era sopraggiunto, ma non si prodigava poi più di tanto, probabilmente stava valutando la possibilità di aiutare mio marito a portare a termine il suo proposito.
Un terzo vicino guardava la scena dal balcone perché su sua stessa dichiarazione era troppo vecchio per poter essere utile.
Io, con il mio pancione in subbuglio cercavo di calmare mio marito che ormai aveva gli occhi iniettati di sangue.
Mi rivolsi allo stolido chiedendogli di lasciarci in pace e aggiungendo che non era il caso di provocare così una donna nelle mie condizioni.
La sua risposta spiega da sola il personaggio:" questo è un problema tuo. Il mio avvocato vi farà a pezzettini."
Gli lanciai uno sguardo che avrebbe incenerito anche una statua di marmo che che lui superò indenne grazie allo spesso strato di cacca che lo ricopre e cercai di riportare mio marito a più miti consigli.
Ora, devo parlare di una mia per così dire caratteristica strana. Io sono sonnambula. Nel senso che durante il sonno, mi faccio delle spensierate passeggiatine oppure delle allegre chiacchierate con chi ha la sventura di dormirmi accanto. Come nel più classico dei copioni, però, il giorno dopo non ricordo assolutamente nulla e posso solo ascoltare tra il divertito e l'imbarazzato quello che ho combinato la notte precedente.
Questi episodi mi capitano più frequentemente quando durante la giornata vivo delle forti emozioni.
Va da sé che quella notte mi capitò un evento di sonnambulismo. Si da il caso che quella sera, l'architetto avesse ospiti a cena.
Intorno alle undici, gli ospiti si congedarono facendo quattro chiacchiere sul cancello di casa per salutare.
Nel mio sonno agitato, mi arrivò quel vociare e la mia psiche, mescolando la realtà a un sogno che stavo facendo in quel momento si scatenò. svegliai mio marito.
"Va a sentire un po' che sta dicendo 'sto stronzo..."
Mio marito si alzò barcollando.
"Bada di non farti vedere però..."
Mio marito si accucciò per oltrepassare l'avvolgibile abbassato solo per metà. Poi come un marine durante un'imboscata, camminò accosciato e fece capolino dal davanzale sporgendosi quel poco che gli consentiva di vedere cosa stesse succedendo.
Quando realizzò che si trattava dell'architetto con i suoi ospiti, rientrò in camera, ma nel passare sotto la tapparella, sbagliò le misure e urtò fragorosamente la testa.
A quel fracasso,  io mi svegliai di soprassalto e a quel punto, vedendo il contuso genuflesso sul balcone lo aggredì:" Mo' mi spieghi che cavolo stavi facendo sul balcone a quest'ora! Per una volta che ero riuscita ad addormentarmi..."
Le sopracciglia di mio marito assunsero esattamente la forma di due punti interrogativi, la bocca leggermente aperta come uno che non riesce a credere a quanto hanno udito le sue orecchie. "Ma me lo hai detto tu!..."
"Io?!ma tu sei matto oltre che molesto. Io stavo dormendo"
Questi sono quei momenti in cui un uomo si domanda cosa abbia fatto di male.
Comunque, Lettori, votate!! Partecipate al mio sondaggio. Chi di voi ha un vicino, un condomino un compaesano odioso? Il sondaggio lo trovate a destra.VOTATE VOTATE VOTATE. 





domenica 28 aprile 2013

Strani fenomeni


Strani fenomeni

Questa mattina mi sono svegliata come di consuetudine intorno alle 6. Subito mi è sembrato che ci fosse qualcosa di strano.
Ho preparato la mia colazione e ho letto alcune pagine del mio intellettualissimo libro. Ma avevo sete. Una sete insaziabile.
Ero nervosissima. Qualunque cosa mi scuoteva i nervi e dato che a quell'ora non avevo nessuno con cui prendermela, ho iniziato a darmi fastidio da sola.
Una goccia di latte caduta sul tavolo mentre lo versavo, e mi sarei presa a schiaffi. Ho dimenticato di zuccherare il cappuccino e mentre mi alzavo per andare a prendere il barattolo dello zucchero mi sono insultata. 
Insomma una di quelle giornate che è meglio per tutti starmi alla larga.
Una di quelle giornate in cui il mio corpo cerca di comunicarmi in tutti i modi che mi devo dare una calmata, altrimenti potrebbe succedermi qualcosa di grave.
Sentivo uno strano fastidio alle punte dei piedi, ma non gli ho dato troppo peso perché ero troppo indaffarata a rassettare la cucina lasciata in pessime condizioni dopo una cena con amici.
Ho impiegato circa un'ora e mezza per terminare quella odiosa incombenza e più sfaccendavo e più il mio malumore aumentava e più questo fastidio alle punte dei piedi cresceva.
Ho continuato ad ignorarlo, presa come ero a brontolare fra me e me e a prendermela con il resto della mia famiglia che mentre io faticavo se ne stava sotto le pezze a dormire della grossa.
Intorno alle nove, la cucina era uno specchio, i miei nervi delle corde di violino e i miei piedi sembravano non stare più nelle ciabatte di Hello Kitty.
A quel punto ho capito tutto.
Si tratta di strani fenomeni che mi accadono quando ho più di sei motivi di forte stress contemporaneamente. È un fatto scientifico, lo ho studiato per anni e nel tempo si è manifestato nei modi più incredibili: una volta mi crebbe un unico lunghissimo pelo accanto all'ombelico. Un'altra volta mi si gonfiò il lobo dell'orecchio destro. Quando ero sotto esame, mi crescevano i capelli con una rapidità impressionante ma invece di tendere verso il basso, come Galileo vorrebbe, si gonfiavano sfidando le leggi di gravità.
Insomma, fenomeni che apparentemente sembrano non essere legati a processi psicologici, ma che dopo un'attenta autoanalisi io riesco sempre a ricondurre a qualche fatto che si sta verificando nella mia vita.
Nella giornata di ieri, li ho contati, ho avuto almeno otto motivi di stress di grado alto. Questo ha provocato l'ennesimo fenomeno inspiegabile. Durante la notte, le unghie dei miei piedi sono cresciute a dismisura, tanto che non riuscivo nemmeno a indossare le scarpe.
Nel momento in cui ho avuto questa illuminazione però, si sono svegliati tutti in casa e io ho dovuto rimandare la mia autoanalisi ad un momento di maggiore calma.
Questa si è rivelata una pessima idea.
Quando le mie figlie sono entrate in cucina, la mia figlia maggiore ha esclamato:" ma che pulizia!" Questa affermazione stava per procurarmi il primo sorriso della giornata quando mio marito ha esordito dicendo:" e certo, papà ieri ha pulito tutto!"
Mi sono voltata verso di lui con gli occhi che lanciavano fiammate di color verde pensando che avesse fatto una delle sue battutine fastidiose. Ma guardarlo in faccia mi ha fatto comprendere che non scherzava per niente. Si riferiva al fatto che ieri, preso da un accesso di spirito di collaborazione, aveva passato l'aspirapolvere.
Questo è pazzo, e vuole morire. Questo il pensiero che mi è passato nella testa e subito dopo, guardandolo con disappunto gli ho fatto un predicozzo racchiuso nelle poche frasi che la mia condizione mi consentiva di pronunciare ma che avrebbero potuto portare un uomo meno equilibrato a rivolgersi ad un legale.
L'unico adulto di casa oltre me, ha capito che tirava una brutta aria e così ha fatto in modo di dileguarsi in bagno.
I bambini invece non sono dotati di certe astuzie e così le mie figlie sono rimaste in cucina come me e un minuto dopo hanno pensato bene di tirarsi addosso l'intero barattolo dei biscotti che avevano precedentemente sbriciolato a dovere.
Le ho cacciate dalla stanza e ho cominciato a ripulire tutto sbraitando ad alta voce contro tutti e tutto.
A quel punto era chiaro a tutti che proprio non era il caso di aggiungere ulteriore stress. Ma la tensione, si sa, è contagiosa. Così oltre a tutti questi fastidiosi episodi, ho dovuto anche fronteggiare un capriccio terribile della mia figlia minore che aveva deciso di venire a pranzo dalla zia in pigiama, perché non aveva voglia di vestirsi.
Quando mio marito ha compreso che la situazione avrebbe potuto degenerare da un momento all'altro, ha avuto una brillante idea. Con la scusa di andare al distributore di benzina, ha legato le bambine in macchina e si sono messi tutti in salvo lasciandomi da sola a prepararmi.
A quel punto ho potuto porre rimedio alla situazione dei miei piedi che ormai erano quasi sanguinanti.
Ho tagliato le unghie e poi per guarire da questa strana manifestazione ho deciso di fare ai miei piedi qualcosa che io non avrei fatto mai. L'intenzione era quella di far credere loro di appartenere ad una persona che non ero io. Una che non non si mette di certo a rassettare la cucina, una che non fa il bucato. Che ne so, una modella o una star della tv.
Ho sgraffignato uno smalto rosso con i brillantini dalla scatola di bellezza delle Winx di mia figlia e lo ho applicato sulle unghie dei piedi.
Solo io avrei conosciuto quel segreto e questo mi faceva sentire meglio.
Ha funzionato. Le unghie hanno smesso di crescere, ho potuto indossare le scarpe e sono andata a pranzo da mia cognata.
Il nervosismo si è affievolito e al suo posto è subentrata una mollezza agli arti inferiori e una incontenibile sonnolenza.
Credo di essere sulla via della guarigione ora, ma devo stare allerta. La prossima volta potrebbe verificarsi un fenomeno ancora più inquietante. Ma saprò come affrontarlo.
Ho deciso di tenere lo smalto rosso brillante ancora per qualche giorno, non si sa mai. Certo è che non si possono vedere i miei piedi così conciati, ma la salute prima di tutto. No?



Non un semplice tagliere

Il tagliere di salumi e formaggi è un classico dell'antipasto all'italiana. Io lo ho rivisitato così:
Bicchierino con stracciatella e fili di speck croccante
La mia ormai mitica ricottina con pecorino pistacchi pera e miele
Tortino di patate e mozzarella con fetta di salame al pepe
Paninetto al l'olio con semi di papavero.


venerdì 26 aprile 2013

Al verde


Al verde

Mi dolgono 656 muscoli, cioè tutti quelli che possiedo. Ieri e oggi mi sono dedicata anima e corpo al giardinaggio. Più corpo a dire la verità. 
Adesso sono in salvo grazie a Giove, Dio della pioggia dei tuoni e dei fulmini che ha scatenato un temporale quasi a volermi dire:" Oh giovane fanciulla che pare intenta a celebrare le primaverili adonidi, placa il tuo indomito travaglio e dai requie alle doloranti membra!"
"Giovane" l'ho aggiunto io, e per il resto ho dovuto consultare wikipedia...
Così rintanata in casa, dove in via del tutto eccezionale ho fatto accomodare, rigorosamente sul pianerottolo, anche il cane, che nascerebbe come cane da caccia, ma in realtà ha una paura indecorosa dei tuoni, eccomi a riportare fedelmente la cronaca di questi due giorni di delirio botanico.
Ora, leggendo che ho fatto giardinaggio, si potrebbe essere delineata nella testa di qualcuno la poetica immagine di una bella donna con guantini e attrezzini colorati, grembiulino e fazzoletto sul capo, intenta a piantare bulbi di tulipano.
Non ero io quella.
Io ho le calosce, i guanti luridi, le guance e la fronte sporche di terra e uso la vanga!
Da mesi ormai programmavo uno spostamento in massa di numerose piante da una parte all'altra del giardino.
Attenzione, non che io abbia un parco di 5000mq, il mio umile giardino è piccolo ma in compenso mal organizzato e quindi necessitava di un intervento radicale.
Le piante andavano prelevate da un terrapieno dove ne era stata piantata una quantità smodata da un giardiniere pazzo che un paio di anni fa si era insediato in casa mia, facendoci spendere una cifra mostruosa per l'acquisto di un numero esagerato di piante. 
L'esperienza traumatica, ci aveva fatto capire che il detto "chi fa da sé fa per tre" nel caso di un giardinetto come il nostro e soprattutto in tempi di crisi, deve diventare una specie di mantra.
Così lo scorso anno, abbiamo avviato una campagna di bonifica della selva che cresceva indisturbata dietro la nostra casa e ci siamo accorti che oltre al costosissimo terrapieno, avevamo anche un bel pezzo di terra dove far giocare le nostre figlie.
Così, armati di zappa ci siamo incamminati sul lungo e tortuoso cammino di chi non sa nulla di giardinaggio ma deve imparare in fretta.
La primavera dell'anno scorso è passata tutta alle prese con la deforestazione e cura del Prato. Quest'anno, è l'anno della rivalsa delle piante. Un'esplosione di fiori deve travolgere questo lembo di terra che al momento risulta un po' brullo ma che, credetemi, ha molte potenzialità.
Quindi, già da qualche fine settimana, io e l'uomo di fatica di casa, siamo alle prese con il giardinaggio pesante, quello che ti spezza le reni.
Nella giornata di ieri credo di aver estirpato e ripiantato almeno venti piante fra Hypericus, ortensie decennali, conifere nane e ligustri, ho ripulito tutte le aiuole e ho spostato tutte e piantine di fragoline, che beata me crescono spontanee dalle mie parti, in un'unica zona che ho chiamato il Fragolario.
Solo quest'ultima operazione, mi è costata un paio d'ore chinata con il sedere per aria e questo comporta la menzione d'onore fra i muscoli doloranti alle mie natiche.
Non sono mancati i momenti drammatici che come al solito sono scaturiti da idee mie.
Nell'unica parte pavimentata del giardino, lo scorso anno avevamo montato un tappeto elastico di quelli enormi. Largo 2 metri e con una rete alta fino a 2,80 metri da terra.
Con sommo rammarico avevo deciso di spostare il tappetone per svariati motivi. Intanto la pazza fissata con l'igiene che alberga dentro di me, stava dando in escandescenze perché sotto il tappeto si accumulava sempre una indecente quantità di terra, poi la rete di protezione alta fino al cielo, mi oscurava ben due finestre di casa, infine le mie due scatenate figlie, quando ci saltavano dentro non mancavano di farsi del male e litigare furiosamente.
Per tutte queste ragioni ho deciso di convocare il sindacato delle bambine saltatrici e ho comunicato la triste ma irrevocabile decisione. 
Non sono mancate le proteste, ma alla fine, mi è stato accordato il permesso di spostare il tappeto sulla terrazza. Questo purtroppo ha comportato la mia estromissione dal club "gli amici del salterello" ma me ne farò una ragione.
A quel punto non mi mancava che comunicare la mia decisione all'uomo di fatica che, appresa la notizia, non ha mancato di scagliare contro la mia persona numerose maledizioni.
Si trattava di incollarci un oggetto di forma cilindrica di dimensioni due metri per tre e di sollevarlo da un piano terra rialzato ad un primo piano scavalcando anche la ringhiera.
Il primo tentativo è stato questo: io sulla terrazza, e il pover'uomo di sotto che tentava di caricarsi il tappeto sul collo come Altante con il mondo.
Il tentativo è fallito e io sono stata accusata di follia e che se avessi insistito mi avrebbe portato in una clinica per esauriti e mi avrebbe lasciato lì. Spaventata, ma neanche poi tanto, dalla minaccia, ho escogitato il secondo tentativo.
In due abbiamo sollevato il tappeto da sotto, poi lui è salito, lasciando me da sola a reggere il tappeto e lo ha preso dalla terrazza. A quel punto toccava a me salire. Il novello Maciste si è seduto per terra, ha puntato i piedi contro la ringhiera e ha sopportato da solo quel peso enorme sospeso nel vuoto.
Gli ho chiesto se era sicuro di farcela e lui con gli occhi sbarrati ha gridato:"corri su che non so quanto resisto così!!"ho volato per le scale, in realtà ho dovuto soffocare una risata che ancora adesso mi viene quando ripenso alla sua faccia imperlata di sudore e terrore e lo ho raggiunto sulla terrazza.
A quel punto è arrivato il difficile. Abbiamo dovuto far ruotare il tappeto intorno alla ringhiera con la sola forza delle braccia e dato che io ho notoriamente dei bicipiti che hanno la consistenza di una mozzarella, il grosso del peso se lo è dovuto caricare lui. Aggiungo anche che le mie poche forze sono venute meno perché ho cominciato a ridere come una pazza vedendoci incastrati con quel peso assurdo che non riuscivamo più a tirare su, ma che non potevamo nemmeno lasciare andare giù.
Ho sentito mio marito urlare per lo sforzo e ho raccolto la poca energia rimasta per aiutarlo almeno un po'. Era fatta. 
Io ho esultato e contemporaneamente il mio eroe si è accasciato toccandosi una coscia e pronunciando con un filo di voce" lo strappo muscolare, aia..."
Sono corsa in suo aiuto, ma lui al mio arrivo ha detto una mala parola e così lo ho lasciato lì dolorante.
Lo avverto anche pubblicamente, che quando mia madre leggerà questo post, non approverà.
Però devo dire che uno dal suo aspetto di uomo sottopeso, ti può stupire certe volte.
Il giardino è ancora un disastro ma noi non molliamo. Cioè, io non mollo, lui non so. Dopo ieri potrebbe anche chiedere la pensione di invalidità.
Il temporale si è placato. Inforco la vanga e torno al lavoro!



mercoledì 24 aprile 2013

Chi teme la Montagna incantata?


Lo prendevo dallo scaffale e lo riposavo, poi lo prendevo, lo giravo e rivoltavo un po' e poi lo riposavo.
Poi ancora per mille volte, come un robot degli anni '70 incastrato. 
Il mio dubbio era: sarò all'altezza?... Questo è un grande classico del '900, chi cavolo mi credo di essere? E se poi non ci capisco un accidenti?... E se mi arrendo alla seconda pagina e lo lascio ad impolverarsi nella libreria?
Ma dato che "vola solo chi osa farlo" in preda ad un attacco di autostima di quelli che mi capitano circa una volta ogni diciotto anni, ho preso e mi sono recata a grandi falcate alla cassa della libreria.
"Un attacco di autostima" ho detto al cassiere sfoderando un sorriso compiaciuto e posando il libro sul bancone. Lui, non ha spostato nemmeno un muscolo del volto e ha continuato a fissarmi annoiato. Strana la gente...ho pensato io.
Questa è la trentasettesima strana del giorno...ha pensato lui.
Così ho portato a casa questo pezzo di letteratura. Ma ora lo temo, lo guardo dubbiosa e timida.
Ho deciso, domani alle sei e mezza lo inizio, mentre faccio colazione.
Se qualcuno lo ha letto, ha parlato con qualcuno che lo ha letto oppure ha qualcosa da dirmi per incoraggiarmi, lo faccia subito.

martedì 23 aprile 2013

È bello essere Nicchioni


La giornata inizia male, ho pensato mentre facevo colazione alle 6.30 sola e nel silenzio della mia cucina.
Per poter portare a termine tutti gli impegni della giornata, avrei dovuto possedere il dono dell'ubiquità, oppure avrebbe dovuto avverarsi uno dei miei desideri più intimi e segreti che è quello di incontrare per strada casualmente una mia sosia perfetta ed ingaggiarla per prendere il mio posto nelle situazioni che non mi va di affrontare.
Oh, no. Ora il mio desiderio intimo e segreto non è più segreto.
Pazienza, ne ho tanti altri.
Comunque gli impegni della giornata erano i seguenti: alle dodici avevo un importante appuntamento di lavoro presso una ridente località dei castelli romani.
Alla stessa ora però, avrei dovuto trovarmi vicino piazza San Pietro in pieno centro di Roma per consegnare un lavoro che tra l'altro dovevo ancora terminare e stampare.
Era evidente che in qualche modo avrei dovuto far quadrare questo cerchio. 
Oggi niente blog, ho pensato scrollando le spalle e mi sono buttata a capofitto nella giornata infernale. Colazione per la famiglia, stiratura camicia del nostro 007 che oggi parte per una missione segretissima a Milano.
Oh, no. Ora nemmeno la sua missione è più segreta.
Tornando alla mia giornata, mi sono seduta alla scrivania e forsennatamente ho cercato di terminare e stampare il lavoro da consegnare.
Tutto sembrava filare per il meglio perché alle 11 avevo finito e così ho pensato che mi meritavo un bel bagnetto caldo e rilassante, dato che dalle mie parti fa ancora un freddo becco.
Questo è stato un errore, di quelli che commetto sempre quando poi mi ritrovo a fare tardi agli appuntamenti.
Ho cominciato a riempire la vasca da bagno e casualmente mi sono trovata il tablet tra le mani.
Che c'è di male? Mi sono detta, tanto devo comunque aspettare che si riempia la vasca e poi 007 non era in casa e non avrei dovuto sentire i suoi commenti ironici (eccolo là, invece di lavorare sta giocando a fare la blogger...poi la sera in preda al panico si ricorda che è indietro con il lavoro e mette tutti in croce...)
Dunque, approfittando della rarissima congiunzione astrale, ho aperto la posta ed eccola. La risposta tanto attesa era arrivata. Con un'email dai toni altisonanti, mi veniva comunicato che sono entrata a far parte dell'esclusivo club dei Nicchioni.
Ebbene sì, siamo un gruppo di blogger che consapevolmente passa svariate ore delle proprie giornate e nottate a curare maniacalmente un blog per pochi intimi. 
I Nicchioni sono fortissimi. I loro post sono fantastici e quei pochi (nel mio caso,pochissimi) che hanno l'onore di seguirci, vivono insieme a noi delle esperienze uniche ed indimenticabili.
In pratica un club di esclusivi, alcune volte esclusi altre volte esclamativi.
Ero entusiasta, felice e orgogliosa alla stesso tempo, e così quando l'agente segreto è entrato in casa beccandomi per l'ennesima volta completamente immersa nelle faccende del mio blog, me ne sono infischiata del commento sarcastico che sarebbe seguito e sono uscita dal bagno urlando :" SONO UNA NICCHIONA!"
"Che ci sarà da esultare poi, io l'ho sempre sospettato comunque..." Questo il commento sarcastico.
Naturalmente, avendo appreso la notizia, tutti i miei impegni della giornata sono passati in secondo piano e, noncurante dell'acqua che continuava a scorrere mi sono impegnata a cercare di capire quali fossero i passi successivi per poter esporre il logo dei Nicchioni.
Pensavo fosse un procedimento alla mia portata fino a quando non ho letto la seguente frase:" ....Quando avrai inserito in sidebar, il banner lincato al mio post iniziale, torna ad avvisarmi che ti inserisco nella lista..." Oh Madonna Santa e che vuol dire?
Nuova scrollata di spalle, ho capito che nel mondo di noi blogger, nulla è semplice e che ogni piccolo passo avanti richiede conoscenze informatiche alla portata di tecnici della NASA.
Così ho deciso che ormai si era fatto davvero tardi, che mi sarei fatta il bagno e che sarei andata di corsa a lavorare, nel tragitto avrei chiamato Il Super. 
Piccola digressione: Il Super è una di quelle quattro persone al mondo che possono essere elencate fra i miei amici. Secondo me Il Super è un genio, uno dei dieci saggi del mondo che possiede conoscenze ultraterrene su varie materie quali letteratura, musica, lettura dei Ching e informatica.
Dunque, rimandato questo annoso problema del banner da lincare nella sidebar (ma che ho detto?!) mi sono infilata nella vasca stracolma e, una volta infilati tutti e due i piedi, mi sono accorta che l'acqua che mi arrivava a metà dei polpacci era bollente. Così, prima di sedermi, ho aspettato un paio di secondi per acclimatarmi, ma invece di acclimatarmi mi sono ustionata piedi e caviglie e sono dovuta uscire di corsa saltellando.
Ora, se è vero che i peccatori bruceranno all'inferno, io mi sto portando avanti con il lavoro e ho cominciato a bruciare in cucina (vedi Post del tarassaco) e poi in bagno.
Bando alle divagazioni, il mio bagnetto è stato tutto fuorché rilassante, poi mi sono scapicollata a lavorare. Nel frattempo il mio appuntamento ai Castelli Romani era slittato alle 14.
Così non mi rimaneva che lanciarmi a tutta birra verso il centro di Roma e cercare di rientrare in tempo per arrivare alla fine dell'incontro ai Castelli Romani.
A questo punto però è subentrata un'altra delle mie manie: io per muovermi dentro Roma, uso unicamente mezzi pubblici, mi rifiuto di inquinare ulteriormente questa magnifica città anche con i miei gas di scarico, non voglio deturpare il paesaggio con i miei parcheggi e mi ripugna l'idea di intasare le sue strade con la mia macchina. Ma questa è una mania che spesso peggiora la mia patologica tendenza ad essere sempre in ritardo. Ho aspettato il treno per quaranta minuti, e per prendere la metro, ho fatto la fila addirittura per salire sulle scale mobili.
All'appuntamento sono arrivata alle 14.30 e mentre tornavo indietro, mi hanno telefonato dai Castelli e la riunione l'ho fatta per telefono con il sottofondo degli annunci della stazione Termini. 
A quel punto dunque la mia giornata si era molto semplificata e così mi sono infilata in libreria, ho perso un treno e ho preso quello successivo. Dal treno ho chiamato il Super. Il saggio maestro non mi ha potuto aiutare, un po' perché non se ne intende di blog di nicchia, lui si è sempre occupato di blog di grandissimo successo, un po' perché si trovava su posto di lavoro e ha parlato tutto il tempo sussurrando e dandomi del lei.
Quindi una volta tornata a casa, ho cercato di cavarmela da sola. Con risultati insufficienti. Ho messo l'immagine del club, ma non ho saputo lincare...qualcuno è in grado di aiutarmi? Nicchioni di tutto il mondo, unitevi e venite in soccorso della neofita!
Ps. Per chi ci capisce qualcosa: quando cerco di copiare l'URL, mi dice che è sbagliato. Cosa faccio che non va?! Grazie a chiunque possa aiutarmi.

lunedì 22 aprile 2013

Alla ricerca del Tarassaco


Ok, lo ammetto. Io non so friggere.
il motivo di questa mia incapacità, si cela dietro una delle mie tante fissazioni: sono convinta che il fritto faccia malissimo alla salute.
Ma per il blog mi sono sacrificata! ho deciso che la ricetta dei fiori di tarassaco in pastella era veramente troppo interessante e così, l'ho provata per tutti i miei affezionati lettori (ben 11 e lo dico con una certa soddisfazione).
il risultato però è stato disastroso. al momento registro una scottatura sul polso e cosa peggiore, ben quattro all'interno delle labbra...in un momento di pura deficienza, mi sono infilata in bocca la forchetta che stavo utilizzando per togliere i fiorellini dall'olio bollente...in pratica ora ho i segni dei rebbi della forchetta dentro la bocca. Due sul labbro superiore e due sul labbro inferiore. Purtroppo questo non mi ha impedito di mangiare, però ho le labbra gonfie che sembro Nina Morich.
Ma andiamo per ordine...
Oggi si va alla ricerca del Tarassaco!
Con questo annuncio ho accolto ieri mattina tutti i miei familiari riuniti intorno al tavolo della colazione.
Le mie figlie, che non avevano la minima idea di cosa fosse 'sto Tarassaco, hanno accolto la notizia con entusiasmo. Siiiiiiii! Hanno esclamato in coro con la gioia negli occhi...
Mio marito invece non ha proferito parola, ma il suo sguardo è stato eloquente. Avrebbe preferito caricarsi sulle spalle un masso da duecento chili e salire centotrenta gradini cantando la Marsigliese.
Poi, alla chetichella è uscito a rimirare malinconicamente il suo giardino incompleto con in mano la tazza del caffellatte. Con il suo sguardo da cane abbandonato sull'autostrada sembrava voler dire:" mi dispiace creatura mia adorata, oggi non potremo stare insieme, non potrò prendermi cura di te. Ma ti prometto che la settimana prossima, cascasse il mondo, ti ricopro di stallatico!"
Io, mentre stendevo le lenzuola sul filo come si faceva una volta, osservavo questa scena patetica e in un momento di follia e compassione, gli ho offerto anche la possibilità di rimanere con il suo amato pratino. Ha rifiutato. Deve aver intuito, prima che arrivassi a pensarlo persino io, che se avesse accettato, l'avrebbe pagata molto cara.
Dunque pronti partenza e via!
Il luogo era piacevole, non c'è che dire.


Certo, qualche difficoltà la abbiamo anche incontrata.

Ma i nostri amici alberi, vegliavano su di noi.

Non sono mancati i momenti poetici.

Le piccole sorprese.


Tanti bei fiori, ma del Tarassaco, nemmeno l'ombra!


Abbiamo chiesto anche al guardiano del bosco. Non ne sapeva nulla.

Ed è stato allora che il nostro amico tarassaco è spuntato fuori!!

Nel prossimo post ne scoprirete di più...


domenica 21 aprile 2013

Fiori di tarassaco in pastella

 
,

Tarassaco

Il Tarassaco è un'erbacea alta fino a 50cm con lunga e carnosa radice a fittone e foglie disposte im una rosetta basale, profondamente incise e dentate o lobate. i fiori, che compaiono da Marzo a Novembre, sono grandi capolini solitari di colore giallo-oro, sostenuti da lunghi peduncoli e i frutti, chiamati  "soffioni" sono composti da piccoli semi sorretti da un paracadute di peli bianchi detto pappo.
Le giovani foglie fresche, crude o cotte, si consumano come verdura e con i boccioli dei fiori si possono preparare le ottime frittelle che trovate di seguito, ma si possono anche far macerare sotto aceto.
Ottimo anche il pesto di tarassaco che si prepara con foglie di tarassaco, parmigiano, noci, olio e sale.
FIORI DI TARASSACO IN PASTELLA

Ingredienti:
Farina 00 4 cucchiai
Acqua 4 cucchiai
Fiori di tarassaco 1 tazza
Olio per friggere (io uso l'ex tra vergine di oliva) q.b.
Sale q.b.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++

Preparazione:
Mescolare farina ed acqua avendo cura di non far formare grumi.
Immergere i fiori di tarassaco interi nella pastella, dopo averli opportunamente lavati e asciugati.
Prendendoli per il gambo, immergerei nel l'olivo bollente e tenerli immersi fino a quando la pastella non inizierà a brunirsi. 
Lasciare scolare l'olio in eccesso su un foglio di carta assorbente.
Consumare caldi!
++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Nota. Il tarassaco ha proprietà depurative e toniche. IMPORTANTE: non cogliere piante che non si riconoscono alla perfezione ed evitare di cogliere le piante sui cigli delle strade o dove possono subire delle contaminazioni.