Si chiama Ippocampo, è uno dei tanti pezzetti miracolosi del nostro cervello, in grado di compiere incredibili prodigi.
Questa storia dell'orientamento è complicata, e come tutti i misteri che avvolgono la mente umana, non è del tutto chiaro come funzioni. La studiano tanti ricercatori di prestigiose università, tutte rigorosamente straniere e tutte altrettanto rigorosamente condotte da brillanti menti italiane, ma questa è un'altra storia.
Insomma questi nostri connazionali illustri hanno scoperto che il senso dell'orientamento risiede principalmente nell'ippocampo.
Il fagiolino suddetto che ti fa? prende la consapevolezza, la coniuga con la memoria dello spazio circostante, poi compone il senso della velocità con quello dei cambiamenti di direzione nel tempo, infine mescola tutto questo, aggiungendo la capacità di determinare la posizione degli oggetti e dei luoghi in relazione ai propri movimenti nel contesto. (questa spiegazione l'ho copiata, ma con somma maestria ho anche modificato qualche frase con il risultato di aver perso in chiarezza!)
Veniamo alla mia storia:
L'ippocampo mio, si deve essere perso nel mio strano cervello. O forse lo hanno montato al contrario, perché io ho un senso dell'orientamento terribile.
Mi perdo, mi perdo sempre ed ovunque. Copiando una frase sentita una volta da qualcuno, spesso cerco di rendere affascinante questa mia caratteristica, dichiarando che "perdersi è una condizione dell'anima". In verità però, a parte la frase ad effetto, quello che penso veramente è che perdersi non c'entra niente con l'anima e che io sono solo una schiappa.
Ieri ad esempio, sono partita da casa mia alle 7.30 per recarmi in uno dei tanti uffici spaventosi nei quali a volte mi ritrovo a dover andare per lavoro.
Appena uscita dal cancello di casa, ho realizzato che non avevo la più pallida idea di dove cavolo dovessi andare e così ho avviato il navigatore:
DIALOGO FRA LA STRANA E IL NAVIGATORE (voce fuoricampo: forse l'ippocampo della Strana non funzionerà bene, ma il suo emisfero destro è molto prolifico e nel suo delirio di fantasia, quando lei lo interroga, il navigatore le risponde. Purtroppo i due non vanno molto d'accordo)
Strana: Aho, vedi di comportarti bene eh, non mi confondere come fai di solito. Ti chiedo di portarmi là?! E tu portami là, punto e basta, senza giri di Peppe intorno alla reale, e senza spiritosaggini.
Navigatore (con voce femminile metallica): ma pensa a guidare va, dispersa cronica, che se non ci fossi io, ti starebbero cercando con "Chi l'ha visto" da un bel pezzo.
Strana: Parti male, ti avverto.
Navigatore: Senti chi parla, ti si è appena spenta la macchina...
Così, con tante domande che mi giravano per la testa, ho lasciato i miei cari boschi e mi sono gettata a scapicollo in una nuova avventura nelle insidiosissime strade romane.
Alle 8.20 seguendo alla lettera le indicazioni di questo odioso aggeggio dalla voce metallica, ho imboccato fiera la via Ardeatina.
DIGRESSIONE DELLA STRANA:
Caro ciclista che ti alleni sulla via Ardeatina, sì parlo proprio con te, tutto sudato, con i tuoi calzoncini attillati e i gioielli di famiglia sacrificati su un duro sellino, tu che fatichi come un matto e con la faccia concentrata guardi fisso davanti a te, teso per lo sforzo dei tuoi muscoli, paonazzo per via del gran caldo, proprio tu.
Io ti ammiro, credimi, io ti stimo dal profondo di me stessa, io sportiva dentro che ho sempre amato le sfide e la fatica, io che vivo in salita e sempre arranco proprio come te, io provo per te il massimo rispetto.
Però
benedetto uomo,
Perché hai deciso di mettere alla prova proprio i miei nervi che sono molto vicini al punto di rottura?!
Perché non pedali un po' più in là che così io ti posso superare senza che io rischi l'infarto e tu il reparto traumatologico?!
Ma perché poi non vai ad allenarti su una bella stradina di campagna?! Di quelle che non passa mai nessuno e ogni tanto magari ti trovi anche qualche bella chioma di albero che ti fa ombra e ti da un po' di refrigerio e c'hai pure una sana arietta pulita da respirare?!
Perché devi venire a rischiare l'osso femorale proprio davanti a me?!EH? Perché?!
FINE DELLA DIGRESSIONE.
Gira che mettiti bene insomma, sono arrivata qui:
Pensavo che il mio miglior nemico, il navigatore, mi avrebbe fatto girare direttamente su via di Cecchignola.
Come sempre accade quando si tratta di strade, mi sbagliavo.
Quando, dopo aver superato un imponente barriera di macchine, mi sono ritrovata all'incrocio fra via Ardeatina e via Cecchignola, mi aspettava una brutta sorpresa. Questo cartello:
Porca vacca! E mo dove vado a sbattere?!
DIALOGO FRA LA STRANA E IL NAVIGATORE
Navigatore: Stai calma, Strana, lo so io dove dobbiamo andare, tu limitati a guidare ed evita di investire ciclisti, al resto ci penso io.
Strana: Non fare tanto la splendida, guarda cosa è successo ad un'amica mia per seguire il navigatore senza fare domande:
Navigatore: Non è di certo colpa mia se la tua amica è un'idiota e aveva impostato "percorso con i mezzi pubblici".
Strana: boh, non ho capito cosa hai detto, ma se lo dici tu...
Navigatore: Lascia perdere, piuttosto concentrati sul percorso, dobbiamo fare un giretto di Peppe, come li chiami tu.
Il navigatore sbuffando, con aria da sapientone, mi ha indicato questo percorso:
E se non è un giro di Peppe intorno alla reale questo...
Arrivata al famigerato incrocio, dove peraltro, noncuranti del semaforo, tutti gli automobilisti si gettavano nella mischia con una grinta da leoni, il navigatore, trattenendo a stento le risate mi fa:
Navigatore: girare leggermente a destra.
Strana:Ma che vuol dire "girare leggermente?!"
Che mi sta a significare?
Che stai a di'? Aaahhh non rispondi eh, brutta scatoletta inutile...stupido cretino...
Il navigatore, non mi degnava nemmeno di una risposta. Del resto queste pseudo crisi isteriche sono molto frequenti quando sono in macchina, quindi ormai non lo scuotono nemmeno più.
Ma evidentemente gli insulti gli bruciano, perché l'infame ha deciso di vendicarsi.
Mentre facevo il famoso giro di Peppe, ad un tratto mi sono ritrovata su questa strada:
Trattasi di strada interamente mancante di asfalto. Il tratto lungo circa 600m, presentava delle buche che se ci fosse caduto dentro il ciclista di prima, lo avrebbero dovuto tirare fuori con un argano.
Ero talmente atterrita che non mi riusciva nemmeno di insultare il navigatore. Nel frattempo però sentivo una risata demoniaca, tipo:
Navigatore:hihihihi....
Lo odiavo talmente tanto che per un momento ho avuto l'impulso di spegnerlo.
Navigatore: io te lo sconsiglio di cuore. Se mi spegni adesso, non ti ritrovano più nemmeno con gli elicotteri della polizia.
Strana:Adesso che fai?!Leggi anche nella mente?
Navigatore: Strana, non vorrei sconvolgerti, ma io sono SOLO nella tua mente...
Strana: No, eh no, caro mio...tu sei sul sedile accanto al mio e continui a dire "fra 350m girare a sinistra su via Viggiano" e intanto io ho messo la sicura a tutti gli sportelli, sto guidando con il mento a 10 cm dal volante con gli occhi sbarrati e mentre la mia macchina si inclina pericolosamente a destra e a sinistra per via del percorso accidentato, comincio seriamente a pensare che oggi farò il mio rientro a casa in queste condizioni:
Credo di avere anche visto l'incredibile Hulk fra le fratte, pronto ad intervenire.
Mentre facevo questo discorso, grosse foglie di Bambù carezzavano dolcemente il parabrezza della mia macchina, la quale si faceva spazio fra le canne e i cespugli.
Stringevo i pugni sul volante e una sensazione di fastidio si era impossessata di tutto il mio corpo. Non comprendevo bene da quale punto scaturisse, ma mi sentivo molto strana.
UN'ALTRA DIGRESSIONE:
Non so quanti di voi conoscono la Ghiandola di Bartolino, spero nessuno, ma a riguardo posso dire due cose. 1. Questa ghiandola, posta in un punto davvero troppo intimo perché io possa parlarne, è una disgraziata sadica. 2. Solo pochi giorni fa, nel mio precedente post, dichiaravo di non avere disturbi endocrini. Ecco, oggi posso affermare di avere l'elenco completo delle problematiche di tipo organico legate alla neurastenia. L'inappetenza però no. Quella manco con le cannonate.
Tornando al mio giro di Peppe, alla fine scavalcando dossi e cunette e facendomi strada tra la fitta vegetazione, sono tornata alla civiltà. Cioè, proprio civiltà non la definirei, dato che appena ho imboccato via di Tor Carbone ho assistito ad una lite fra automobilisti, entrambi ultrasessantenni, uno dei due sceso addirittura dalla sua auto che, tutto rosso in faccia inveiva contro l'altro urlando:" E dai, tirala fuori la pistola!! Facci vedere la pistola!"
Ho resistito all'impulso di ritornare nella giungla dalla quale provenivo (lì almeno ero sola, incredibile Hulk a parte) ed ho terminato il giro di Peppe ubbidiente ai capricci del navigatore.
Come sempre accade, anche ieri sono tornata a casa e la prima a stupirsene sono stata proprio io. Ho offerto un'orzata all'incredibile Hulk e ho preparato felice la cena per Amichetta che ci ha fatto compagnia per la serata.
ULTIMA DIGRESSIONE
Mentre risultavo dispersa tra i Bambù, ho avuto un attacco di fame nervosa e così ho dato fondo alla merendina dietetica che mi ero comprata. La suddetta merendina era farcita alla crema di nocciola. Purtroppo a causa del caldo, la crema era diventata quasi liquida e così, senza accorgermene, mi sono sporcata la punta del naso.
Ho passato il resto della mattinata combinata in quel modo e ho anche parlato con un funzionario di un ufficio pubblico che continuava a fissarmi il centro della faccia mentre io non capivo un'acca di quello che mi diceva perché ero distratta da una macchia nera che vedevo con la coda dell'occhio sulla punta del mio naso.
Mentre risultavo dispersa tra i Bambù, ho avuto un attacco di fame nervosa e così ho dato fondo alla merendina dietetica che mi ero comprata. La suddetta merendina era farcita alla crema di nocciola. Purtroppo a causa del caldo, la crema era diventata quasi liquida e così, senza accorgermene, mi sono sporcata la punta del naso.
Ho passato il resto della mattinata combinata in quel modo e ho anche parlato con un funzionario di un ufficio pubblico che continuava a fissarmi il centro della faccia mentre io non capivo un'acca di quello che mi diceva perché ero distratta da una macchia nera che vedevo con la coda dell'occhio sulla punta del mio naso.