5.35 i miei occhi si aprono, o meglio si spalancano. Bene, 4 minuti netti prima che suoni la sveglia.
Strattono l'uomo di casa che non si muove. Lo strattono di nuovo tirandolo per un piede, fa un verso che è un misto fra il verso dell'uccello grifone in amore e l'ultimo rantolo di uno Ieti morente.
Mi accerto che abbia aperto almeno un occhio e scendo con il mio fedele iPad sotto braccio. Un unico pensiero occupa la mia mente. Devo depilarmi l'inguine.
Ore 5.46 l'uomo di casa mi ha raggiunto in bagno dove ho già fatto, doccia, depilazione definitiva, ritocco sopracciglia e pulizia dei denti. Io vado alla velocità del suono, lui più lento di un bradipo. Mi guarda assente, non sa cosa deve fare. Sente una strana pressione sul basso ventre come un senso di costipazione che però a quest'ora non riesce a collegare allo stimolo della minzione. Poi un neurone riprende a funzionare, fa il collegamento e l'uomo di casa svuota la vescica mentre io in cucina, spunto l'elenco di cose che devo ancora fare prima della partenza.
Ore 5.48 "guarda che fra dieci minuti arrivano i due vecchi, vedi di sbrigarti"
"Aho, ma sti vecchi chi li ha chiamati?!"
" ma se hai detto tu che avevi piacere che venissero..."
" che c'entra, l'ho detto solo per fare l'educato..."
" educato, sbrigati che ti lasciamo a casa..."
" magari..." Sbadiglia a tutta bocca l'uomo di casa.
Ore 6.03 vecchi al cancello. Mia madre si affretta a pulire i vetri della nostra macchina con una pezza. La bagna addirittura, sfidando la temperatura proibitiva e io non capisco davvero perché lo stia facendo.
Ore 6.07 esce la prima figlia imbacuccata nella coperta e ancora dormiente e viene cinturata sul seggiolino. Accenna un occhio aperto e un lamento per il freddo, ma non ce la fa e crolla con la bocca aperta e la testa reclinata all'indietro.
Ore 6.09 esce la seconda figlia imbacuccata nella coperta e ancora dormiente. Questa viene cinturata sul seggiolino senza nemmeno accorgersene. Continua a dormire russando profondamente. Ogni tanto un colpetto di tosse con cambio di posizione.
Ore 6.10 siamo in riserva, prima deviazione per andare al distributore. Iniziamo male, molto male. Guardo in cagnesco l'uomo di casa.
Ore 6.28 con il serbatoio pieno e lo stomaco vuoto, partiamo. Meno male che mia madre provvede allo stomaco vuoto con dei cornetti. La figlia charmant apre un occhio e sentendo l'odore del cornetto, ne fa richiesta formale. La zittiamo e le promettiamo che se si riaddormenta, appena si sveglia si becca un cornetto, altrimenti, digiuno fino a sera. La minaccia funziona. Entrambe le figlie dormono di nuovo.
Ore 7.12 l'uomo di casa mette alla prova Mister M che ci segue con la sua auto. "Vediamo se Mister M mette alla frusta la meccanica..." E accelera sulla via Appia.
Ore 7.13 l'uomo di casa ha preso uno scappellotto e stiamo di nuovo viaggiando entro i limiti di velocità.
Ore 8.20 come da previsione del navigatore dell'iPad siamo arrivati al porto. La fila per fare i biglietti è piuttosto lunga, le mie figlie hanno appena fatto pipì per strada guardando il mare e io mi sono vergognata della quantità di liquidi che è uscita dai loro piccoli corpi.
Ore 9.20 con soli cinque minuti di ritardo, il traghetto ha lasciato il porto in direzione Never Land.
Ore 9.35 la mia figlia polpetta, c'ha paura. Teme l'affondamento del traghetto a causa di un improvviso temporale. Il cielo è di un blu limpido, all'orizzonte nemmeno una nuvola. Le ho spiegato che l'ipotesi del temporale è piuttosto remota, ma non mi sembra affatto convinta.
Ore 10.22 ho esclamato "che tette!" Riferendomi ad una signora che sedeva accanto a me e aveva una scollatura piuttosto generosa. Lei infastidita, ha sistemato il succinto abito che le copriva si e no mezza tetta. A nulla è valsa la mia precisazione che il mio era solo interesse scientifico misto ad invidia. La donna mi guarda male e mi da le spalle.
Ore 11.25 attracchiamo. Il mio iPad si è spento a causa di mio marito che mi ha costretto a tenere il navigatore in funzione per tutta la durata del viaggio fino al porto. Lo insulto mentre guardo lo spettacolo di Never Land in avvicinamento e io non posso fare fotografie.
Ore 11.45 dopo che il tipo della navetta ci ha fatto perdere 20 minuti soltanto per prendere le valige che porterà all'albergo, ci avviamo a piedi per la strada che porta dal porto alla piazzetta. Nel tragitto Mister M ha detto" già mi ha deluso sto posto, me lo immaginavo meno caotico, più selvaggio" è seguito un linciaggio da parte delle donne del gruppo con finale mio che lo rimproveravo così:" aho! Imparati a goderti il bello delle cose."
Ore 12.50 telefonata di auguri della mia amica Enela che non sentivo da troppissimo tempo:" Amica mia!! Ho fatto una botta da matta, ho preso e sono scappata qui, su questa "isola che non c'è" per festeggiare il mio compleanno...no, non da sola, avrei voluto...ma no, mi sono portata dietro tutti. No, da sola non lo avrei mai fatto, avrei chiamato te!!"
Ore 12.00 dice che si chiama hotel Belvedere...ma il Belvedere dove sta?
Ore 12.27 ho appena realizzato di essermi dimenticata a casa le mutande di ricambio. Sono nelle mani del sole che asciughi le uniche mutande che ho e che laverò quotidianamente.
Ore 13.20 mai, mai rivolgersi alla vecchia del Conad di Never Land per farsi fare cinque panini. Ci puoi morire mentre aspetti che li prepara.
Ore 13.39 telefonata di Uga con tanto di canzone "tanti auguri a te" cantata a squarciauga, inutile che spieghi cos'è, lo ha già definito con rigore scientifico il Super durante la sua intervista. Durante la telefonata si è parlato della zia Emma, storica zia di Uga che compie gli anni esattamente lo stesso giorno mio. Solo che lei oggi ne compie 108!! Abbiamo ipotizzato che sia la donna più vecchia di Roma, forse anche di tutta la provincia...facciamo di tutta la regione Lazio va'...
Ore 14.00 L'uomo di casa si ritira in albergo per un fabbisogno fisiologico. Già so che sparirà per un'ora buona.
Ore 15.30 l'uomo di casa è appena tornato in spiaggia mentre io ho dovuto portare la figlia polpetta per ben due volte nel bagno di un bar perché doveva fare la cacca (tutta suo padre...)io ho stimato che la latrina fosse nella top ten dei bagni più sporchi e puzzolenti dove io sia mai stata in tutta la mia vita.
Ore 16.37 saliamo tutti a bordo di un pedalò. La formazione è questa: io e l'uomo di casa ai pedali, i vecchi sui sedili posteriori, le bimbe sparse con i braccioli alle braccia. La figlia polpetta teme l'affondamento del pedalò. Qualcuno cerca di tranquillizzata dicendo che i pedalò sono inaffondabili. Io peggioro la situazione esclamando:" lo dicevano anche del Titanic" per fortuna la polpetta non conosce quella sfortunata storia.
Ore 17.02 mia madre è riuscita in soli 25 minuti a metterci in allerta per i seguenti pericoli imminenti che secondo lei stavamo per urtare:
- due canoisti che passavano pagaiando ad almeno 50m da noi
- un pattino con a bordo un pancione tedesco attempato insieme a tre giovani bionde con dei sederi che rasentavano la perfezione. Spero ardentemente che fossero le figlie.
- il tedesco pancione che si era tuffato per rinfrescarsi un po'
- sei scogli
- un gabbiano
- la scogliera
- una boa
Poi ad un tratto mia madre, guardando il mare ha esclamato:" to guarda, un giubbotto di salvataggio in mare...chi l'avrà perduto?..."
"Non è un giubbotto di salvataggio! È la maglietta mia!" Ha imprecato mio marito. Il panico si è impossessato del pedalò. Io avrei voluto cominciare a pedalare all'indietro, senza toccare il timone. Lui invece ha scelto di buttare il timone tutto a destra e cominciare a pedalare come forsennati per tornare indietro facendo un inutile quanto sfiancante girotondo. La divergenza di vedute ha naturalmente scatenato le mie proteste. Io urlavo, la figlia charmant piagnucolava, la figlia polpetta terrorizzata sussurrava "affonderemo, affonderemo..." Guardando fissa davanti a sé. Mia madre ci spronava a sbrigarci perché la maglietta stava lentamente affondando e presto sarebbe scomparsa negli abissi. Intanto l'uomo di casa incolpava me e mia Madre di essere le responsabili del disastro sostenendo strane teorie sul fatto di aver poggiato la maglietta sui nostri sedili o qualcosa di simile. Mister M ci invitava a mantenere la calma perché stavamo spaventando le bambine. Quando ormai la maglietta non era altro che una macchia gialla sotto la superficie del mare, l'uomo di casa ha compiuto un gesto eroico e lo ha fatto nel più plateale dei modi. Si è alzato, facendo oscillare pericolosamente il natante, si è sfilato i jeans, facendo oscillare ancora più pericolosamente il natante, e infine si è tuffato a volo d'angelo provocando a bordo una specie di Tzumami.
Per qualche secondo è scomparso tra i flutti. Io preoccupata ho pensato:" ecco fatto..." Un silenzio denso di pathos si è impossessato del pedalò fino a che a sorpresa lui non è rispuntato fuori con la maglietta in mano. Il gesto è stato salutato da un applauso scrosciante.
L'eroe del giorno, risalendo a bordo ha dichiarato:" non potevo lasciarla andare. Me l'aveva regalata il mio caro amico Berisha".
Ma l'avventura non era ancora terminata. Dopo aver debitamente strizzato e steso la maglietta (nonostante avessi giurato su quanto avevo di più caro al mondo che almeno il giorno del mio compleanno non avrei avuto a che fare con il bucato...) abbiamo iniziato a ribatterci verso la riva.
Ore 17.21 stavamo pedalando in scioltezza verso il noleggio quando l'uomo di casa si è accorto che il tedesco panciuto stava pedalando nella nostra stessa direzione aiutato da una delle tedesche bòne. La competizione è scattata automatica e io non mi sono di certo tirata indietro. Abbiamo cominciato a pedalare tutti come pazzi, sentivo il fiatone della bionda dietro di me, ma non mollavo. I muscoli delle cosce mi bruciavamo ma non potevamo lasciarlo vincere. "Vi faremo mangiare la mostra schiuma!!" Ho dichiarato mentre mi aggrappavo ad una maniglia per farmi forza. La riva si avvicinava sempre più velocemente e anche il pedalò degli stranieri ormai ci stava alle calcagna. Con uno sprint finale l'uomo di casa e io abbiamo dato una sonora legnata ai germanici in vena di gareggiare. "Italia Germania 3-1, finale mondiali dell'82!" Ha urlato mio marito mentre il nostro pedalò tagliava per primo il traguardo finendo sui piedi del noleggiatore che terrorizzato aveva alzato entrambe le mani. Un applauso da parte di un vecchio pescatore seduto su una sedia di legno sul bagnasciuga ha sancito la nostra vittoria.
"Avremo anche vinto noi, ma i sederi delle tedesche sono una delle prove dell'esistenza di Dio" ho pensato io con una certa malinconia e al dispiacere ho aggiunto anche la triste considerazione che forse le tre bionde nell'82 non erano nemmeno nate.
Ore 19.52 mentre arrivavamo al ristorante ho ricevuto la telefonata del Super che a sorpresa si è ricordato del mio compleanno! Quest'anno è stato decisamente anomalo perché entrambi abbiamo avuto uno sprazzo di lucidità e ci siamo ricordati del compleanno dell'altro. Non era accaduto praticamente mai in 34 anni. La conversazione è iniziata con delle urla del Super che con il tono di voce di quando l'Italia segna alla finale dei mondiali, mi augurava buon compleanno. Secondo me, tutto quell'entusiasmo era dovuto alla gioia di essersi ricordato del mio compleanno. Dopo tutto quel baccano, io gli ho fatto notare che nonostante l'impegno non era riuscito a raggiungere i decibel di Uga. Ho sbagliato a sfidarlo, perché a quel punto si è prodotto in una somigliantissima imitazione del buon compleanno che mi ero già sorbita durante la telefonata con la nostra Ugola d'oro. Poi abbiamo continuato e parlato di sindacati e di una scoperta agghiacciante fatta dal Super che ha appreso di essere antipatico ad almeno la metà dei suoi colleghi. La scoperta era avvenuta durante la pausa pranzo, quando un paio di suoi colleghi discorrevano quasi come se lui non fosse presente, del fatto che il buon Super restasse antipatico a prima vista a causa del suo aspetto. Non sono riuscita a sentire molto bene, a causa della linea disturbata, ma pare che i colleghi attribuissero l'antipatia epidermica del Super al fatto che il mio amico abbia una faccia da razzo...mah a me non pare che la sua faccia somigli ad un razzo. Comunque gli ho chiesto, la prossima volta che dovessero prendere questo argomento, di portare la mia testimonianza sul fatto che non somiglia ad un razzo e che non è affatto antipatico.
Ore 21.53 adesso se mio marito non la smette di trangugiare pesce di tutti i tipi e in tutte le salse, lo butto a mare. Mentre lui si è sgargarozzato polpo, pesce spada, calamaro, mazzancolle, spaghetti con le vongole e marmora alla griglia, la figlia charmant si è congelata arrivando a coprirsi addirittura con i tovaglioli e la figlia polpetta si è addormentata distrutta per tutte le emozioni vissute durante la giornata. Se ora si azzarda ad ordinare anche la fritturina mista, giuro che lo afferro per un alluce e lo trascino fino all'albergo!
Ore 22.26 saranno anche 800m di distanza dalla piazza all'albergo, non discuto. Ma sono tutti in salita e fatti con la polpetta addormentata in braccio potrebbero stendere un bue. Vabbeh, tanto dovevo espiare le due fette di torta che mi sono sparata per festeggiare il mio compleanno.
Notte...domani è il secondo giorno sull'isola che non c'è.