Mi affaccio appena dalla porta della camera da letto. Scorgo una massa informe e immobile che emette un gemito flebile."Come ti senti Strano?"
"Ma che ne so? Ho mal di testa, mi sento uno straccio credo di avere la febbre". tre colpi di tosse.
Si è beccato la coda influenzale, quella peggiore di tutte.
Lo Strano aveva resistito strenuamente mentre tutte noi Strane di casa cadevamo una dopo l'altra sotto i colpi dell'influenza e lui sghignazzava, il perfido. Sosteneva che noi donnicciuole di casa non avevamo il fisico, ci eravamo beccate proprio una bella influenza in piena regola, con moccio, febbre, dolori vari e tutto il resto.
Ora è lui a giacere nel letto incapace di intendere e di volere, ha un occhio gonfio per via della congiuntivite e chiede di essere abbattuto perché sta troppo male.
Esco dalla stanza, mi reco mestamente a preparare del riso in bianco. Non nascondo un sorrisetto che mi spunta sulle labbra. "Sta a pezzi poraccio" dico ad Amichetta che è venuta a trovarmi per cena. Amichetta versa il vino e si preoccupa per lo Strano.
prendo il pentolino e lo riempio d'acqua:" e sì che solo ieri mattina correva per il giardino in mutande. Io dovevo uscire per portare le stranette dalla pediatra, ero di corsa come sempre, urlando di qua e di là, ti vedo lo Strano sereno che si dirigeva verso il cesso".
Amichetta sorseggia il vino e invidia lo Strano per la sua regolarità intestinale.
"L'ho guardato male e gli ho intimato di far entrare il cane ma di tenerlo rigorosamente sul pianerottolo di casa mentre noi uscivamo con la macchina, altrimenti quel quadrupede indisciplinato si sarebbe precipitato in strada non appena intravisto uno spiraglio di libertà. Senonché mentre ero intenta a legare le stranette a doppia mandata con la cintura di sicurezza, ti vedo il cane che fila fuori di casa con la coda fra le gambe e accennando dei conati di vomito e mio marito in mutande, ciabatte, calzini e maglietta della salute che corre dietro al quadrupede. "L'ho dovuta far uscire, questa stava per vomitare, cacchio! Non preoccuparti, ci penso io a non farla scappare, tu sbrigati ad uscire però, guarda io in che condizioni sono". Io invece di aiutarlo o di affrettarmi, ho inforcato il cellulare e gli ho scattato una fotografia".
Mostro orgogliosa la foto ad Amichetta. "hai fatto bene" commenta lei, mal celando l'invidia che prova nei confronti dello Strano. Pensare alla regolarità intestinale di mio marito la metterà di cattivo umore per il resto della serata. Mi confessa che adesso confida nel Reiki e nei cinque tibetani che forse salveranno il suo intestino. Brindiamo al reiki e alla nuova vita dell'intestino di Amichetta.
Mentre giro il riso mi lamento, dico che non ne posso più, stiamo tutti male da non so più quanto tempo.
Faccio scuocere il riso.
ANTEFATTO DEL RACCONTO DI VIAGGIO
Un giorno nell'auto della Strana che procede a singhiozzi infilandosi nel bosco di Strambolandia...
"Allora Charmant, dimmi come va a scuola con la Stronza?"
"Mamma, non chiamarla così"
Mia figlia è troppo ben educata, devo impegnarmi un po' meno.
"Ok, hai ragione, mi correggo. Deve mangiarne ancora di sale prima di poter accedere a quel'appellativo. Come va con la stronzetta?"
"Bene"
"Cosa intendi?"
" Uffa, mamma va bene, insomma lei a volte è ancora cattiva con me, ma io ora mi difendo un po' "
" Ti difendi? Tipo come?"
" Per esempio ora FraFri è più amica mia che sua"
"Uhm. Continua..."
"Niente, cosa devo dirti, questa cosa la fa arrabbiare perché lei è invidiosa"
Sorrido sardonica. Mi gonfio di orgoglio. Non so quanto mia figlia ne sia consapevole, ma in fondo quello che sta facendo è portare via alla stronzetta un'amichetta alla quale tiene molto. Bene, molto bene, mi dico, la bambina sta crescendo bene, troppo educata, ma bene.
"E poi l'altro giorno in classe mi sono arrabbiata tanto perché lei si stava comportando male con me ma senza farsi sentire dalla maestra, così mi sono alzata in piedi ed ho urlato BASTA! NON NE POSSO PIÙ QUESTA MI DA' IL TORMENTO!"
"Sì la maestra mi aveva accennato qualcosa al riguardo, mi ha detto che da quel giorno vi tiene divise, in poche parole te la sei tolta dalle scatole"
"Eh già. Che c'è oggi per pranzo?"
IL RACCONTO
La storia di oggi è il racconto di un viaggio, il dialogo appena riportato avveniva alcune settimane prima. Poi una sera era un venerdì, eravamo a cena noi strani, FraFri e i suoi genitori. Il venerdì alcolico, così lo avevamo definito noi adulti prima che io e la mamma di FraFri ci mettessimo a dieta e bandissimo l'alcol dalla nostra alimentazione detox. Cioè a dire il vero, la mamma di FraFri non è che sia proprio un'entusiasta del dimagrimento, ma io l'ho coinvolta e la costringo a disintossicarsi insieme a me. Via i nemici bianchi (zucchero, sale, farine bianche e latte) via i dolci, il vino e tutte le meravigliose leccornie di cui ci siamo rimpinzate durante il lungo inverno passato e che ci sono costate una decina di chili a testa. Porca Eva.
La mamma di FraFri è anche detta Bellezza del Somaro da quando la mamma invidiosa di un compagnuccio di classe della Charmant la ha appellata così, alludendo alla bellezza tipica della gioventù.
Dunque l'atmosfera era allegra, briosa, direi brilla. Si parlava delle bambine, di come fossero unite, del fatto che fosse nata tra loro un'amicizia molto bella.
E vai col brindisi.
"Bisognerebbe far fare loro un viaggio insieme" qualcuno ha detto.
L'idea è stata festeggiata con un altro brindisi,
"Da tanto tempo vorrei portarle all'acquario di Genova" ho buttato là io.
Cin Cin.
L'attività principale della serata era diventata sparlare dei vari personaggi improbabili che popolano la scuola delle stranette. In vino veritas.
"Ho sempre pensato che all'acquario di Genova avremmo potuto andarci in camper" ho detto io senza pensarci troppo.
Un momento di silenzio.
Bellezza del Somaro, ha accolto con un certo entusiasmo l'idea e per festeggiare ha sorseggiato del buon vino rosso.
Gli uomini non erano altrettanto sicuri che quella del camper fosse una buona idea. Non sapendo bene come prendere l'argomento, tacevano e bevevano vino. Ad un certo punto hanno trovato le parole, quelle sbagliate ovviamente e hanno cercato di dissuaderci con argomentazioni ben poco convincenti, infatti non sono riusciti minimamente nel loro intento.
Così hanno bevuto un altro sorso di vino per farsi coraggio; è stato così che l'idea del camper ha cominciato a diventare meno peregrina nelle loro teste vagamente offuscate dall'alcool.
Quello meno convinto di questo camper era il padre di FraFri, il quale ha un nome altisonante da patrizio romano ma per preservare la sua privacy lo chiameremo con un nome di fantasia: tipo Marino.
Abbiamo fatto altre ipotesi, giusto per fare contenti gli uomini. Si potrebbe valutare la formula treno+hotel oppure macchina+ hotel. Sì, ma troppo costosa, troppo faticosa, poco divertente.
Chiediamolo alle bambine, ci siamo detti. In fondo la gita la stiamo organizzando per loro.
Interpellate le minori non hanno avuto dubbi. La Charmant ci ha subito improvvisato la scenetta del giorno in cui le saremmo andate a prendere fuori dalla scuola con il camper e loro uscendo avrebbero salutato la stronzetta dicendo:"ciaoooo, noi andiamo a Genova con il camper, tu rimani pure al doposcuola a fare i compiti e mi raccomando, divertiti".
Marino, che ben conosceva tutte le sofferenze attraversate dalla Charmant a causa della stronzetta, ha capito immediatamente:" Si va con il camper" Ha sentenziato senza più ripensamenti.
Un bel brindisi ha salutato la decisione presa.
"Ma siete proprio sicure di fare questa zingarata?" Ha poi chiesto Marino, facendo un ultimo disperato tentativo.
"Alla faccia di chi ci vuole male" abbiamo risposto io e Bellezza del Somaro facendo tintinnare i nostri bicchieri.
Marino si è visto perso. "e va bene, ma almeno lasciate che ci pensi io ad occuparmi del noleggio della vettura"
Marino aveva già nella sua testa un piano perverso...